Oslo è solita scrivere la storia delle discipline invernali e oggi non si è tirata indietro nell'assolvere il proprio compito. La staffetta maschile dei mondiali norvegesi poteva essere la gara della leggenda per Martin Fourcade, portandolo ad essere il primo biathleta a vincere cinque ori nella stessa edizione di un mondiale o di un'olimpiade. 


Una prova incolore da parte dei frazionisti transalpini lo ha costretto, però, quantomeno a rimandare l'appuntamento con la storia, visto che domani, nella mass start, avrà un'altra occasione. E allora a scrivere una pagina importante della disciplina ci pensano i norvegesi, in grado di realizzare un meraviglioso bis dopo la vittoria delle donne di ieri.


Il successo odierno regala a Ole Einar Bjørdalen la terza medaglia in questa edizione dei campionati del mondo, nonchè il podio numero 178 in competizioni di primo livello e la ventottesima medaglia d'oro tra mondiali ed olimpiadi.  Merito di una gara interpretata al meglio da ciascuno dei quattro frazionisti Norge, con una tattica aggressiva soprattutto dei fratelli Bø, vogliosi di riscattare un mondiale fino a quel momento avaro di soddisfazioni. 


Il protagonista di giornata è senza dubbio Johannes Thingnes Bø, che in terza frazione tira fuori due poligoni perfetti ed un passo sugli sci insostenibile per i rivali.  Il più giovane della staffetta padrona di casa crea il margine decisivo che consente, poi, in ultima frazione, a Svendsen, di controllare e regalare ai 25.000 di Oslo/Holmenkollen l'oro più atteso e desiderato.  Perché se il titolo vinto ieri dalle ragazze è stato quello più sorprendente, quello odierno è probabilmente l'alloro più sentito, vista l'agguerrita concorrenza. 


La staffetta maschile è sempre una gara dalle mille implicazioni emotive, una competizione che trasuda storia e regala grande spettacolo. Oggi la Norvegia, insieme alla Germania, era con ogni probabilità la nazione favorita, ma non era facile rispettare le attese.
I quattro atleti norvegesi, però, sono dei fuoriclasse assoluti, quattro ragazzi che hanno fatto e faranno la storia della disciplina. I fratelli Bø, Bjørndalen e Svendsen, sono riusciti a mantenere alta la concentrazione e a far esplodere la folla accorsa sulla collina di Holmenkollen. 

Al secondo posto si piazza una buona Germania. Rimane forse con un pizzico di rammarico per il bersaglio mancato nell'ultima sessione di tiro da Schempp, il quale, senza la ricarica spesa, avrebbe potuto giocarsi il titolo con Svendsen nell'ultimo giro. Per i tedeschi si tratta della prima medaglia in campo maschile in questa rassegna iridata. Ma a fare la storia ci pensa soprattutto il Canada. I fratelli Gow, Nathan Smith e Brendan Green vincono una storica e sorprendente medaglia di bronzo. Si tratta, infatti, della prima medaglia di una nazione non americana in una gara a squadre. 

I canadesi disputano una competizione estremamente precisa al poligono e competitiva sugli sci, dimostrando, probabilmente, di avere anche degli ottimi materiali. Nel corso della gara non subiscono mininamente la pressione di essere nelle prime posizioni dal primo all'ultimo metro e sfruttano il passaggio a vuoto di alcune delle favorite della vigilia, su tutte Francia e Russia

Desta scalpore soprattutto il fatto che i russi siano ancora a quota zero medaglie in questa edizione dei mondiali. E stiamo parlando di una nazione che investe più di tutte nella disciplina e che può vantare un grandissimo numero di praticanti.  In questa occasione Francia e Russia pagano una seconda frazione negativa, con Desthieux e Garanichev ampiamente sopra il par.  Chiude al quarto posto l'Austria che batte in volata la Repubblica Ceca. L'Italia finisce, invece, all'undicesimo posto, per via di un blackout al secondo poligono di Thomas Bormolini, costretto a percorrere una volta il giro di penalità. Domani si chiuderà la manifestazione iridata con la mass start femminile e maschile.