Un bellissimo secondo posto, sotto il cielo azzurro di Anterselva, senza un bastoncino sul rettilineo finale e con una marea di tifosi ad attenderla. Questa è stata la giornata trionfale di Dorothea Wierer: l'azzurra ha conquistato un grande podio nell'inseguimento di Coppa del Mondo, mostrando ancora grande precisione al poligono e soprattutto una forma fisica sempre più promettente, in vista del grande appuntamento olimpico in arrivo. Ma i piedi restano per terra: "Il biathlon è uno sport difficile, sono due discipline, tutto può succedere, siamo in tante ad essere forti. Se una medaglia arriva... arriva, altrimenti ce ne faremo una ragione".

Un commento sulla gara di oggi.
Oggi ero molto rilassata e sugli sci mi sentivo benissimo. All'ultimo poligono non ho proprio pensato, sapevo di dover fare 0 errori e che quelle davanti a me dovevano invece sbagliare qualcosina [si gira verso le presenti Dahlmeier e Domracheva e, ridendo, esclama "grazie ragazze!"]. Peraltro è la prima volta che finisco la gara senza un bastoncino, grazie Darya [ride, riferimento ad un contatto con la Domracheva avvenuto all'ultima curva]. Ma sono cose che capitano, quando si combatte possono succedere queste cose. Gli errori al primo poligono ci potevano stare, non era semplice oggi, c'era un venticello difficile da interpretare. Nonostante quell'errore al primo poligono sono uscita all'ottavo posto, e sono sempre stata nelle prime posizioni. L'ultimo giro con la Domracheva non è stato semplice, so che lei è davvero forte sugli sci, quindi mi sono messa in scia, ho studiato la situazione, ho capito che potevo staccarla ed ho aspettato il momento giusto per attaccarla, verso il traguardo. Oggi devo dire che è la prima volta quest'anno che sugli sci mi sono sentita davvero bene, ed un ringraziamento va sicuramente ai tecnici.

E' stata molto sportiva la Domracheva oggi, dichiarando che non ha nemmeno provato a fare lo sprint finale conscia di averti danneggiato all'ultima curva.
​In generale, il biathlon è ricco di atleti estremamente sportivi e siamo tutti molto rispettosi gli uni con gli altri.

Un podio ottenuto in casa fa ancora più piacere.
Ottenere un bel risultato in casa è sempre molto difficile perché ci sono tante cose da fare oltre alle gare ed agli allenamenti. Le aspettative sono alte, ma è sempre bello salire sul podio davanti al proprio pubblico. L'anno scorso mi era andata male a parte il podio in staffetta, quest'anno per fortuna meglio. Io non ho gareggiato sotto pressione, se non fosse andata bene, pazienza!

Anche in chiave olimpica questo risultato è estremamente importante.
​Sicuramente, anche se ai Giochi Olimpici mancano circa 20 giorni. Lì le condizioni ambientali sono molto diverse, e non è detto che la forma che c'è adesso sarà la stessa per tutte, che magari hanno intrapreso un percorso diverso per arrivare al massimo a PyeongChang. Vedremo come sarà la pista, che è costruita sopra un campo da golf: in certe condizioni si scalda, viene su la sabbia, lo sci è frenato, non è proprio la situazione ottimale ecco. Io spero solo di non ammalarmi nuovamente e di fare un ottimo raduno preolimpico a Lenzerheide, dove gli allenatori sapranno come prepararci al meglio per l'Olimpiade.

Quanto è diversa la Dorothea Wierer che va a PyeongChang rispetto a quella che è andata a Sochi?
​Quattro anni fa ero andata all'Olimpiade senza alcun podio individuale in palmares e la pressione non era molto alta per ovvi motivi. Alla fine non mi classificavo mai tra le primissime, partecipare era già come vincere una medaglia. Quest'anno cambia tutto, la pressione è molto maggiore, ma io cercherò sempre di andare in gara il più tranquilla possibile, dopotutto se arriva il risultato, arriva... se non arriva, pazienza. Dal punto di vista personale sono cresciuta in termini di consapevolezza del mio potenziale, quando sono al top ho già dimostrato diverse volte quante belle cose sono in grado di fare. 

Quanto è importante per te la figura di tuo marito?
​Importantissimo. Mi tranquillizza, rassicura, soprattutto perché si è sempre via di casa, soprattutto quest'anno è pazzesco quanto siamo stati via di casa. Ogni tanto riesce a seguirmi, oggi era anche qui ad Anterselva.

Dopo la gara, il tuo percorso verso la sala stampa è stato davvero tortuoso, ti fermavano tutti per foto, autografi, interviste.
​Mi fa davvero piacere vedere che ci siano così tanti italiani qua a fare il tifo, ce ne sono sempre di più e noi speriamo con i nostri risultati di coinvolgere ogni giorno più persone. Noi siamo una squadra molto forte, abbiamo già dimostrato in passato di essere tutte in grado di salire sui podi individuali, ci sproniamo a vicenda per migliorare sempre di più. I complimenti non mancano nemmeno dagli allenatori, ma anche tra i ragazzi i risultati arrivano, non solo nel biathlon femminile. In primis, Lukas Hofer e Dominik Windisch sono in grado di essere tra i primi sparando bene, Hofer è addirittura tra i primi in Coppa del Mondo generale dopo una stagione di altissimo livello.

I tifosi stanno aumentando, ma trovi un aspetto positivo il fatto di essere probabilmente più famosa all'estero, così da subire meno pressioni interne, come è tipico della stampa italiana?
​Sicuramente. So che tedeschi, cechi, norvegesi, russi e non solo hanno tanta pressione interna, anche dalle loro stesse federazioni. Noi siamo tranquilli, realisti, sappiamo di poter far bene e ce la mettiamo tutta. I paesi dai quali ricevo più richieste sono sicuramente Germania e Russia, ma noto che anche in Italia l'interesse sta aumentando sempre di più.

C'è un certo feeling di famiglia con la gara ad inseguimento. Recentemente tua sorella Magdalena ha vinto i campionati italiani di categoria.
​Eh dopo oggi devo dire che l'inseguimento comincia ad essere la mia gara preferita [ride]. Magdalena è ancora giovanissima, è una 2001, speriamo continui così! Peraltro Magdalena è un nome che richiama la Neuer [ride]. E' un peccato non averle parlato in questi giorni, so che è qui in veste di commentatrice, ma purtroppo il nostro tempo a disposizione è pochissimo.

Sei a pari punti con la Kuzmina nella classifica dell'inseguimento, sei vicina alla Makarainen che è in vetta alla generale. La generale è qualcosa a cui pensi?
​Io preferisco stare coi piedi per terra, so che è difficilissimo conquistare un traguardo del genere, nonostante sia vicina alla vetta. Io spero solo di restare in forma e continuare così, la preparazione è stata fatta proprio per arrivare con questa forma a PyeongChang, ma è ovvio che tutto può succedere. Meglio essere realisti.

Qualcosa che non può mancare nella valigia per PyeongChang?
​Niente di specifico, avrò due valigie, ci butterò dentro di tutto [ride]. Sicuramente il telefono! Mi piace molto stare sempre a contatto con amici e con i miei fan. Probabilmente non ci saranno libri, son quattro anni praticamente che non ne leggo [ride], ognuno ha i suoi hobby dopotutto ed il tempo libero a disposizione è quasi zero. Uno dei miei hobby era l'uncinetto, ma ho dovuto smettere perché mi era venuta un'infiammazione al pollice... però ora ci pensa la Nicole [Gontier], altrettanto appassionata. Ci sta facendo i guanti tricolore.

Riuscirai a prenderti una piccola pausa qui a casa prima della Svizzera e dell'Olimpiade?
​Sì, ma una piccola pausa. Devo quantomeno andare a casa a fare le lavatrici ed a preparare la valigia e il tempo sarà già finito.

 

 

 

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