Sull’Olimpia delle Tofane, per la quarta discesa stagionale, la prima di questo weekend a Cortina, recupero della gara cancellata a Bad Kleinkirchheim, sventola bandiera italiana. Dopo Daniela Merighetti, ultima a salire sul gradino più alto del podio in discesa, proprio qui, nel 2012, oggi un’altra azzurra torna a dominare in casa nonostante il maltempo e la scarsa visibilità. Con la partenza abbassata a causa della nebbia e la nevicata che via via cresceva di intensità, Elena Fanchini ha centrato la seconda vittoria in carriera dopo quella ottenuta nel 2005 a Lake Louise. Ben dieci anni dopo. Il taglio in partenza, con la conseguente eliminazione del salto Duca d’Aosta e il tracciato ridotto al solo tratto di scorrimento veloce e al dritto finale ha sicuramente sfavorito chi della tenuta fisica e della capacità di mantenere alte velocità ha fatto il suo forte. Favorendo, di contro, atlete più sprinter. E chi, come la nostra Elena, ha dimostrato di soffrire proprio i salti più ostici. Sicuramente un pizzico di fortuna, ma questo non sminuisce il grande lavoro dell’atleta di Lovere. Perché in quei tratti lei è maestra e il suo, oggi, è un capolavoro. E non del tutto imprevisto. Lei che nelle prove cronometrate aveva ottenuto il quarto tempo oggi ha battuto la concorrenza di atlete più quotate. Al cancelletto con il pettorale numero 14, relativamente alto, l’azzurra ha guadagnato là dove tutte hanno perso, nel tratto centrale, per poi limitare i danni in quello finale. Nonostante si sia scomposta un paio di volte è riuscita a tener bene la posizione portando via la velocità. E così arriva al traguardo in 1:09.53, 15 centesimi in meno della canadese Yurkiw oggi seconda.

Ed è davvero in crescita l’atleta nordamericana. Sempre presente e precisa sullo sci, lei che quest’anno aveva già ottenuto un quarto posto in discesa, oggi sfrutta al meglio il pettorale numero 3, restando, fino alla prova della nostra Elena, in testa. Era dal 2009 che un’atleta canadese non centrava il podio in discesa. Sul gradino più basso sale poi l’austriaca Rebensburg, già seconda a Val d’Isere, scesa con il pettorale numero 5.

Quarta la statunitense Lauren Ross partita con il numero 1 e a soli tre centesimi dal podio. La prima delle grandi è Anna Fenninger giunta quinta. L’austriaca, è l’unica a centrare un piazzamento di rilievo partendo con un pettorale alto, il 17. Eccezion fatta per la nostra Elena, non stupisce dunque ritrovare atlete con pettorali di partenza bassi nei primi posti. Poche delle grandi sono riuscite ad inserirsi nelle zone alte della classifica a causa delle condizioni della pista che non lo permettevano.

Sesta la svedese Kajsa Kling, settima un’altra azzurra, la Merighetti che purtroppo risente della spinta sbagliata al cancelletto. Ottavo posto condiviso da Fabienne Suter e Julia Mancuso. Decima Lindsey Vonn.La statunitense manca dunque l’appuntamento con la storia rimandando ancora una volta il record di 62 successi chiudendo a 88 centesimi dalla Fanchini. Elisabeth Goergl non va oltre l’undicesimo posto. Tredicesima Tina Maze, vicinissima alla Fanchini al primo intermedio salvo poi accusare quasi un secondo di ritardo. Diciannovesima Nicole Hosp, ventunesima Tina Weirather. Fa peggio di tutte Lara Gut addirittura venticinquesima su 46 atlete in gara.

Per quanto riguarda le altre azzurre: quindicesima Nadia Fanchini, ventiduesima Johanna Schnarf, trentaduesima Verena Stuffer, trentaseiesima Francesca Marsaglia e trantanovesima Elena Curtuni.

Tina Maze comanda la classifica generale di Coppa con 272 punti sulla Shiffrin e 345 sulla Fenninger. Per quanto riguarda la classifica di specialità, la Vonn giuda con 47 punti sull’austriaca Rebensburg.

Domani è in programma una seconda discesa ma le previsioni parlano di nevicata intensa e la gara potrebbe essere annullata. Se così fosse probabile il recupero domenica con il Super G spostato a lunedì.

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