Quattordici secondi, quelli che portano dal cancelletto di partenza al primo intermedio, un tratto infido, da affrontare con coraggio, dominando lo sci, ma rispettando il tracciato. Qui Anna Fenninger costruisce il suo oro, difeso poi nella parte centrale e nello scorrevole tratto che porta al traguardo. Qui si inchinano Tina Maze e soprattutto Lindsey Vonn. La cannibale americana incappa nella sorte e prende il via quando il vento sceglie di farsi sentire con più forza. Lascia decimi preziosi in avvio, si difende quando una folata la travolge nella zona centrale e poi è meravigliosa nel recuperare nel tratto conclusivo. Basta per il bronzo, non per la vittoria. Sul gradino più alto la regale eleganza della Fenninger, tra le due una Maze meno prepotente del solito, più accomodante, come si deve sulla pista tracciata da Assinger. 1'10"29, questo il crono della fuoriclasse austriaca. 

La rassegna di Vail si apre all'insegna del maltempo, con il vento che costringe gli organizzatori a rinviare lo start. Mezzora dopo quanto stabilito, la transalpina Marchand Arvier apre il cancelletto. Il vento fischia forte e una neve fastidiosa attraversa orizzontalmente la pista. Partenza abbassata di un centinaio di metri, si parte dalla porta n.7. Col 2 la prima azzurra, Elena Curtoni, decima al termine, la migliore. In un Super G che nella prima parte assomiglia, per curvoni e traiettorie, a un gigante, Elena va fortissimo nel tratto tecnico, mentre lascia un'eternità in basso. Resiste fino alla decima discesa, quando è sopravanzata nettamente dalla Rebensburg. Le altre non decollano. La Merighetti, eroica, scivola via, Nadia Fanchini fa 2 decimi peggio di Elena, Francesca Marsaglia è più lontana. 

Il primo scossone giunge dall'Austria. La ventiduenne Carmelia Huetter rifila mezzo secondo alla Rebensburg e batte il primo vero colpo in ottica podio. La Gut sbaglia, indecisa e timorosa, tocca quindi alla Vonn il miracolo. A metà gara è indietro di oltre 4 decimi, poi innesta il turbo e sotto completa l'opera. Davanti di un decimo, poco più. La Maze, un attimo dopo, cancella il sorriso dell'americana e di Tiger Woods, la Fenninger, scesa col 22, cancella entrambe. 

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Johnathan Scaffardi
Lo sport come ragione di vita, il giornalismo sportivo come sogno, leggere libri e scrivere i piaceri che mi concedo