Tina Maze è la nuova Campionessa del Mondo di discesa libera. Questo il verdetto che arriva dalla terza gara dei Mondiali di sci alpino in corso a Vail/Beaver Creek, Stati Uniti. La slovena conquista la sua ottava medaglia mondiale, la seconda in questa competizione dopo l’argento ottenuto in Super G appena martedì. Arriva dunque per lei il primo oro in discesa ad un Mondiale, ad un anno di distanza da quello ottenuto alle Olimpiadi di Sochi e condiviso con Dominique Gisin, oggi assente. È il terzo dopo quello in gigante nel 2011 e in Super G nel 2013. E per lei è solo l’inizio.

L’incredibile però accade anche e soprattutto nello sport. E allora può succedere che per un oro perso per soli 3 centesimi, una gara te ne restituisca un altro con un vantaggio di appena due su chi segue. Se poi, quei due centesimi, li rendi proprio a chi ti aveva beffata impossibile non credere a quanto ne esista di straordinario. E la Maze lo sa. Anna Fenninger martedì vinse il Super G avanti di un niente, oggi la slovena le restituisce il favore con gli interessi. L’austriaca scesa con il pettorale numero 16, la prima delle grandi, doma con la consueta eleganza e capacità tecnica un tracciato difficilissimo che lascia senza fiato e non consente errori di sorta. L’errore commesso ieri in prova, che le era costato l’uscita, oggi è solo un ricordo La naturalezza della sua sciata, la fluidità e la compostezza la fanno arrivare al traguardo con più di un secondo sulla connazionale Schimdhofer fino a quel momento in testa, poi giunta quarta. Tutto lasciava presagire un secondo trionfo per lei e l’Austria ma la vittoria in discesa per la venticinquenne di Salisburgo resta un tabù.

Quando si alza il cancelletto e la Maze affonda i bastoncini nella neve per dare il via alla sua gara difficile sapere cosa accadrà. Lei, la donna del record a punti due anni fa, oggi cercava e ambiva al gradino più alto del podio. Partita con il pettorale numero 21, penultima delle grandi, è stata perfetta. La potenza che, per natura, riesce ad imprimere allo sci la fa scivolare sul difficile ma bellissimo tracciato americano domando diagonali, ondulazioni, pericolose curve e facendola sorridere compiaciuta, al traguardo, non appena lo sguardo incrocia il tabellone. È sul tecnicissimo muro che fa sua la gara. Poi riesce a mantenere e a sorridere compiaciuta quando, passato il traguardo, l’occhio incrocia il tabellone.

Ancora un brivido, non era il momento di gioire. Dopo di lei infatti, al cancelletto, la regina di casa e della velocità: Lindsey Vonn vuole la vittoria davanti al suo pubblico, vittoria mancata in Super G dove è giunta terza. Per lei era il primo bronzo mondiale, nonostante di medaglie nella manifestazione iridata ne abbia conquistate sei. Ma la campionessa a stelle e strisce, che pur parte bene, non riesce ad interpretare al meglio le angolate curve della pista, fa fatica, perde 80 centesimi in alto e getta la gara. Chiude quinta con un distacco di oltre un secondo. L’incredulità al parterre è evidente, lei saluta si scusa e ringrazia. Resta pur sempre colei che ha il record di vittorie in carriera, 64.

E allora, quel terzo gradino del podio, Lindsey lo cede ad un’agguerrita Lara Gut. La svizzera, come un anno fa a Sochi, conquista un bronzo che sembra non gradire troppo, colpa di un errore sul muro che le pregiudica il resto della gara. È vero, quella del metallo più pregiato non arriva nei grandi appuntamenti ma è medaglia, a soli 34 centesimi dalla Fenninger seconda ed è pur sempre una gioia.

Ottima quarta un’altra austriaca, Nicole Schmidhofer ad 1”03 dalla Maze. Bravissima a vincere ieri il ballottaggio in prova contro Nicole Hosp e ad ottenere l’ottimo piazzamento odierno. Ancora Austria al sesto posto con la veterana Goergl. Settima la svizzera Kamer, al rientro dopo uno dei vari infortuni. Menzione d’onore per il preziosissimo ottavo posto della nostra Daniela Merighetti. La capitana azzurra voleva esserci e così, dopo il bruttissimo infortunio rimediato in Coppa a Cortina che le è costato la frattura della mandibola e l’intervento di inserimento di due placche, ha tenuto duro e nonostante abbia perso molto sul tratto iniziale è risultata la migliore delle azzurre. Nona Fabienne Suter, solo decima Victoria Rebensburg. Deludono Julia Mancuso, sedicesima, e Kajsa Kling, diciottesima.

Male anche le altre azzurre. Peccato per Elena Fanchini, partita tra le migliori, ma autrice di un grosso errore in avvio che ne ha compromesso inevitabilmente la gara. Solo ventisettesima. Meglio di lei la sorella Nadia, partita con il pettorale numero 1 e giunta dodicesima. Male anche Johanna Schnarf.

Domani in programma la discesa libera maschile.