Nel day after di Nadia Fanchini ci sono solo lacrime. Di dolore, ovvio, per l'ennesimo infortunio di una carriera che sotto questo aspetto non è mai stata avara nei suoi confronti. Ma a rigare il volto della trentenne di Montecampione sono soprattutto la rabbia e la frustrazione per una stagione chiusa anzitempo, con una frattura dell’omero del braccio destro e delle fratture dei processi trasversi delle vertebre lombari poco gradito omaggio del volo rimediato durante le prove della discesa libera di Altenmarkt. Per fortuna le sue martoriate ginocchia, sollecitate fin troppo crudamente nella spigolata che ha poi proiettato Nadia nelle reti come un proiettile impazzito, non paiono aver subito ulteriori danni. Uno spiraglio di luce nel nero della ragazza bresciana, la nota positiva di una giornata da dimenticare al più presto. Come tante, troppe, volte nella sua vita agonistica.

Niente più gare per quest'anno, niente Mondiali a St Moritz (laddove nel 2009 finì il suo sogno olimpico, con un botto terrificante ed entrambe le ginocchia in frantumi), ma solo l'ennesima scalata da riorganizzare, con un intervento chirurgico da affrontare e la riabilitazione, prima di dare l'appuntamento alla prossima stagione, quella con finestra Olimpica. L'occasione perfetta per riprendersi in grande stile la rivincita con quegli dei dello sci che pur avendola dotata di grande talento, non sono stati altrettanto benevoli in fatto di buona sorte.

Del resto, la storia di Nadia Fanchini è un susseguirsi unico di discese ardite e risalite, di intrecci con il destino che troppo spesso si diverte beffardamente a metterle i bastoni fra gli sci e tarpare le ali a una ragazza di assoluto e purissimo talento. Tante cadute, tante botte, ma anche la forza per rialzarsi e tornare più forte di prima. Così come ha fatto ogni volta dopo le quattro operazioni di ricostruzione delle ginocchia, o come quella volta che a provare a fermarla ci si erano messe le bizze del cuore poi per fortuna risolte dopo gli accertamenti del caso. 

Anche se il morale è sotto i tacchi e davanti ai suoi occhi c'è una montagna - quella da cui normalmente lei scende a tutta velocità sui suoi sci - da scalare Nadia Fanchini, la Fenice di Montecampione, è pronta a una nuova rinascita. In bocca al lupo, Nadia.

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Alessandro Gennari
Schermidore a scoppio ritardato, rugbista mancato, ciclista negato, tennista si fa per dire. Storico per laurea, giornalista per amore dello sport. Presto la mia tastiera al servizio di scherma, tennis, sci alpino, nuoto e chi più ne ha più ne metta.