Oltre i presunti talenti da all star. Oltre le principali scelte da lottery. Oltre ciò che sembrano certezze, si celano giocatori, fra la seconda metà del primo giro e il secondo giro del draft, che potrebbero diventare così utili alle squadre che li scelgono, da rappresentare vere e proprie "steals", gemme preziose ma pagate a prezzo di saldo. Ciò che per alcuni non appare utile, per altri può diventare un vero e proprio tesoro.

Negli anni, gente come Matthew Dellavedova e John Starks, da undrafted, è arrivata a giocarsi come starter una finale NBA. Oppure vogliamo parlare di Manu Ginobili? Scelto dagli Spurs quando ancora era alla Viola Reggio Calabria alla fine del secondo giro. E cosa dire della sessantesima e ultima scelta del draft, da sempre appellata "Mr Unknown": vi dice qualcosa l'attuale play dei Celtics, Isaiah Thomas? Non ci stancheremo mai di dirlo: lo sport non sarà mai una scienza esatta, al netto delle advanced stats, degli intangibles, del colpo d'occhio, esistono una serie di variabili che, nel tempo, creano i presupposti per qualcosa di sorprendente, di unico.

Chi saranno le prossime steals del draft 2015? Proviamo ad "indovinarle" tra queste righe. Innanzitutto, diciamo sin da ora che non verranno prese in considerazione le più chiacchierate scelte da lottery. Anche se, al di là delle prime dieci-quindici più probabili scelte, questo approccio rende il nostro compito ancora più arduo, ma non per questo meno stimolante. Niente Towns Jr, quindi. Niente Okafor, D'Angelo Russell, Mudiay, Cauley-Stein. Niente Porzingis ed Hezonja (anche se gli europei, da sempre, rappresentano un rischio non da poco per chi li sceglie, vi ricorda qualcosa Darko Milicic?).

Le steals sono spesso scelte cosiddette "low risk, high reward" (a basso rischio, ma piuttosto remunerative). Eccezione alla regola, potrebbe essere, ad esempio, quella che fu la scelta di Kobe Bryant, poiché all'epoca era sì possibile, ma anche insolito, scegliere giocatori provenienti direttamente dalle high school. Oggi è necessario almeno un anno post diploma, col limite d'età salito a 19 anni. I giocatori quindi sono sicuramente più "riconoscibili", e questo è un ulteriore fattore che rende complesso individuare le possibili sorprese. Un anno al college, pertanto, ha reso noti talenti come Stanley Johnson di Arizona, e Justise Winslow di Duke, decisivo nella cavalcata vincente dei Blue Devils.

Proprio fra i ragazzi formatisi sotto Coach K può nascondersi un elemento in grado di condurre un attacco NBA. Quanto a carisma e talento, Tyus Jones ha tutte le carte in regola per sfondare nella lega. Il difetto? Ad occhio, è un po' leggerino. Al netto della taglia, però, è già da ora pronto per il grande salto. Si prevede per lui una scelta fra la seconda metà e il tardo primo giro, o l'inizio del secondo. Può far comodo a tanti. Rockets, Spurs, Mavs: le texane sono alla ricerca di un floor general di riserva che possa guidare la second unit e, all'occorrenza, che non si tiri indietro nei finali di partita. Jones ha già dimostrato di essere un vincente al college. Perché non anche fra i pro?

In posizione di centro, il sette piedi Robert Upshaw ha il potenziale per essere un dominatore difensivo anche in un'area NBA. Rimbalzi e soprattutto stoppate, grazie ad un fisico ed un atletismo con pochi eguali non solo a livello collegiale. Il problema qui è principalmente di natura caratteriale. Nella sua travagliata esperienza universitaria, Upshaw è stato cacciato da ben due college, non ultimo Washington (nella foto sopra eccolo con la maglia degli Huskies). Non si ha certezza sulle motivazioni alla base di questa duplice disavventura: questioni psicologiche, di attitudine scolastica, di droghe più o meno leggere. In ogni caso, scommettere su di lui potrebbe avere i dei vantaggi: se mette a posto la testa, può diventare parecchio utile anche in ottica NBA. Tardo primo giro, prima metà del secondo, sembrano i momenti appropriati del draft per rischiare la sua scelta.

Cedi Osman è un ventenne macedone, naturalizzato turco, attualmente in forza all'Anadolu Efes in Turchia come guardia/ala. Due metri abbondanti, struttura muscolare ancora da rinforzare, Osman può rappresentare, sulla carta, il migliore prospetto nel ruolo di point forward dell'intero draft. Un Hedo Turkoglu con più atletismo. Non dimentichiamo che quest'ultimo, quasi dal nulla, ha costruito pian piano una discreta reputazione NBA come fondamentale opzione offensiva, prima nell'attacco dei Kings, poi dei Magic. Ma in quanti l'avrebbero pronosticato all'inizio? Osman può tranquillamente seguire le sue orme, aggiungendo però una presenza fisica difensiva molto più importante rispetto a quanto dimostrato, in carriera, dal buon Hedo. L'opzione più fattibile per Osman è un "draft and stash" nella seconda metà del primo giro. Ovvero, scegliere il giocatore e lasciarlo ancora uno o due anni a maturare in Europa.

Possibili scelte fra la dieci e la quindici, l'ala di Kentucky, Trey Lyles, e la point guard del piccolo college di Murray State, Cameron Payne, hanno il potenziale giusto per spaccare le difese avversarie, potendo disporre di un vasto arsenale. Nel caso dell'ex pupillo di Coach Calipari, il fatto di non essere mai stato una prima opzione offensiva dell'attacco potrebbe minare la sua credibilità al piano di sopra. Per quanto riguarda invece il piccolo (1.86) play di Murray State, il punto è diametralmente opposto: troppo facile, ci chiediamo, dominare l'attacco di un college che non ha ottenuto alcun successo rilevante? In ogni caso, gli addetti ai lavori, sembrano non essere troppo spaventati dalle problematiche che vi abbiamo appena sottoposto. Vedremo solo in sede di draft, nel concreto, a che punto del primo giro saranno scelti questi due prospetti.

Sulla falsa riga di Lyles, si presenta l'ala di UCLA Kevon Looney. Una comparazione fin troppo ottimistica lo accosterebbe a Kevin Durant. A prescindere dall'assonanza del nome, fisico e atletismo, nonché la posizione sul parquet, sono molto simili. Quanto al tocco di Kevin, non cominciamo neppure a parlarne: l'ex MVP della lega è, ovviamente, anni luce davanti alla sua giovane controparte dei Bruins. Looney dovrebbe andare fra la quindicesima e la venticinquesima scelta, così come un altro prospetto in grado di allargare il campo con tiro ed atletismo: l'ala grande da Texas, Myles Turner. Questo tipo di giocatori sta tornando molto utile nel nuovo approccio offensivo floor spacing delle squadre NBA, e la possibilità di sviluppare queste caratteristiche si rivela molto allettante in ottica draft. Chiudiamo l'articolo citando un possibile "Mr Unknown", o quanto meno un giocatore che avrà grosse difficoltà ad essere draftato anche al secondo giro, ma che può rappresentare una valida alternativa per chi, con una scelta bassa, vuole scommettere su un buon giocatore europeo a costi notevolmente ridotti. Non tacciateci di campanilismo se il nome che faremo è quello di Awudu Abass. L’ala forte di Cantù, nativo di Como, sarà anche undersized per il ruolo che andrebbe ad occupare nella NBA, e avrà anche 22 anni, tanti se stiamo parlando di draft. Ma magari, con qualche ulteriore stagione di esperienza in una compagine che affronta le maggiori competizioni europee (sarà il caso di misurarsi prima o poi con l’Eurolega) potrà tornare utile più avanti anche fra i pro americani.

Avremmo potuto fare decine di altri nomi. Abbiamo cercato di raccontarvi qualcosa di giocatori più “under the radar”. Una cosa è certa, il draft sarà come sempre un momento di grande fascino, e il suo impatto sulla massima lega professionistica americana va misurato sempre nel lungo periodo. Tra qualche anno, personalmente, mi divertirò a rileggere queste righe guardando, col senno di poi, alla carriera dei giocatori qui nominati.