Quando pensiamo alla storia, ma anche allo stato attuale del basket israeliano, non è la selezione nazionale la prima a venire in mente agli appassionati. Associando la parola "basket" allo stato di Israele, è impossibile non avere in testa un colore in particolare: il giallo. Giallo come la "marea" di tifosi della più importante squadra di club del Paese, nonché una delle principali compagini europee, il Maccabi Tel-Aviv.

Saltano alla mente epiche sfide di Coppa Campioni/Eurolega, lungo tutta la storia delle due competizioni. I più giovani ricorderanno le gesta degli uomini guidati dall'attuale coach dei Cleveland Cavs, David Blatt, il quale condusse il Maccabi alla conquista di un'insperata Eurolega nel 2014, in finale contro il Real Madrid. I lettori con almeno 30 anni sulla carta d'identità penseranno al Maccabi di Pini Gershon, vero e proprio santone del basket israeliano, che guidò Maceo Baston, Anthony Parker e compagnia alla vittoria di due titoli europei consecutivi nel 2004 e nel 2005. Vale la pena notare come il basket in Israele stia però cambiando. La leadership del Maccabi nel campionato locale non è più salda come in passato e ciò si riflette anche sulla nazionale, con giocatori provenienti anche da altre compagini a rappresentare Israele. Vedremo tra poco che, all'NBA Omri Casspi e all'ex NBA Gal Mekel, vanno aggiunti, fra i giocatori più rappresentativi, atleti appartenenti in larga parte alle nuove forze del basket israeliano, come Hapoel Gerusalemme e Maccabi Haifa (che hanno vinto un campionato per parte nelle ultime 5 edizioni, rispettivamente nel 2015 e nel 2013, strappando il titolo al Maccabi Tel Aviv).

La storia - La storia della selezione nazionale israeliana ai campionati continentali vanta scarsa gloria. Un acuto, su tutti, ha però fatto la storia. Nel 1979, la squadra guidata dalla guardia Miki Berkovich, riuscì, agli Europei giocati in Italia, a spaventare la corazzata sovietica, giungendo fino in fondo alla competizione. Attraverso una formula del tutto particolare, Israele perse nel girone finale contro l'URSS di Belov, ma ebbe anche occasione di rivincita per il primo posto assoluto, piazzandosi seconda nel girone. Come detto, i sovietici si confermarono superiori anche nella finalissima, conquistando l'oro e relegando, si fa per dire, la sorpresa Israele sul secondo gradino più alto del podio. Berkovich ebbe modo, nella sua carriera, di dimostrare di che pasta fosse fatto, tanto da meritare considerazione quale uno dei 50 atleti più importanti della storia del basket continentale. L'ultima partecipazione israeliana ad Eurobasket, nel 2013, nonostante la presenza di David "Blu" Blutenthal, non fu esattamente delle più esaltanti. La squadra è riuscita a strappare una sola vittoria, contro il Belgio, concludendo all'ultimo posto del girone e perdendo anche dalla discutibile selezione britannica.

L'Europeo 2015 - L'edizione 2015 vede Israele inserita nel gruppo con Russia, Bosnia, Francia, Finlandia e Polonia. Le ultime due menzionate sembrano le più abbordabili, ma non partono affatto sfavorite nei confronti di Israele. Esordio complesso il 5 settembre contro una Russia sì in crisi d'identità, ma che sta probabilmente aspettando le partite ufficiali per tirar fuori tutto il suo potenziale. Anche in assenza di adeguato ricambio generazionale, la Russia parte con i favori del pronostico nel confronto con Israele. Probabile anzi che Coach Edelstein punti a risparmiare i suoi distribuendo il minutaggio, in vista della gara, contro la Finlandia, del giorno successivo. Partita questa, inutile dirlo, assolutamente da vincere. Il 7 è il turno della coriacea Bosnia, la quale non dovrebbe avere troppe difficoltà a portare a casa la vittoria su Israele. Un giorno di riposo, e poi il 9 settembre è la volta della Polonia. Anche questa è una partita da vincere ad ogni costo per mantenere speranze di passaggio del turno, unico vero obiettivo di Israele. Il girone eliminatorio si conclude il 10 contro la Francia, una delle favorite per la vittoria finale, che dovrebbe arrivare alla partita già qualificata, ma che non avrà difficoltà a battere Israele pur con le seconde linee in campo.

La squadra - Sebbene non sia stato ancora comunicato il roster finale da Coach Edelstein e dal redivivo Pini Gershon, in veste dirigenziale, è possibile in base alle ultime amichevoli segnalare una serie di giocatori chiave di Israele. Non prenderanno parte alla competizione gli infortunati Yotam Halperin e Guy Pnini, storici membri della nazionale israeliana, così come poche chance dovrebbe avere l'inossidabile Yaniv Green. Starting lineup che conterà sull'americano naturalizzato D'or Fischer in posizione di centro. Attualmente a libro paga dei campioni in carica dell'Hapoel Jerusalem, Fischer assicura una presenza di tutto rispetto sotto le plance. In ala grande partirà in quintetto Lior Elyahu, in forza anch'egli alla squadra della capitale. In ala piccola la stella Omri Casspi, dei Sacramento Kings, a cui si chiederà uno sforzo maggiore in termini di minutaggio e tiri, rispetto al gioco da role player a cui è stato relegato nel suo girovagare per la NBA. Raviv Limonad dell'Hapoel Tel Aviv e l'altro veterano Afik Nissim, dell'Hapoel Eilat, si giocheranno lo spot di guardia. L'ex NBA, nell'ultima stagione in Russia (dopo essere stato tagliato dai Dallas Mavs) al Nizhny Novgorod, Gal Mekel, sarà la point guard titolare. A giocarsi i restanti minuti da play, il capitano del Maccabi Tel Aviv Yogev Ohayon, un po' in ombra nell'ultima stagione con i Gialli.

Il principale cambio in ala è l'ottimo Shawn Dawson, nell'ultima stagione al Maccabi Rishon LeZion, che ha ben figurato soprattutto nelle due ultime amichevoli, perse entrambe contro la fortissima Serbia di Coach Sasha Djordjevic. Difficile dire quante chance abbia Israele di passare il turno. Sicuramente il roster è completo in ogni ruolo, ma l'assenza di due veterani come Halperin e Pnini potrebbe pesare non poco negli equilibri della squadra, già piuttosto delicati per mancanza di alternative sufficientemente pericolose sul perimetro.

Gli obiettivi - In via del tutto personale, mi sento di escludere, anche per questa edizione, la selezione israeliana da una qualsivoglia lotta per il passaggio alla fase successiva ad eliminazione diretta. Pur superando la prima fase, mi riesce difficile credere che Israele abbia le carte in regola per andare più lontano di così. Resta da non sottovalutare però, sia l'impatto fisico degli ottimi rimbalzisti presenti sotto canestro, sia la solita grande voglia dei giocatori di rappresentare il proprio Paese, un orgoglio che gli israeliani sentono come poche altre nazionali al mondo.