Al peggio, in casa Lakers, non sembra esserci mai fine. 

E' durata appena sessanta secondi la flebile resistenza dei Los Angeles Lakers di Byron Scott che, privi della stella Kobe Bryant, sono crollati in casa degli Oklahoma City Thunder, tornando a casa con quaranta punti tondi sul groppone. Niente da fare per Williams, Clarkson e compagni, che vengono travolti dal ciclone Thunder, che non si limita a battere i derelitti gialloviola ma gli impartisce una lezione severissima. Lezione offensiva, certo, dove il talento e la fiducia, uniti alla tranquillità mentale fornita dal cospicuo vantaggio, ha permesso ad Okc di tirare con il 50% scarso da tre punti. 

Scott presenta Brown in quintetto ed in marcatura su Kevin Durant: traumatica a dir poco la prima gara in campo dal primo secondo del rookie dei Lakers, travolto dalla furia tecnica ed agonistica del 35. Clarkson e Nance fanno 4-3 dopo un minuto di gioco, prima di osservare lo show dei due beniamini di casa: Westbrook ruba e appoggia al ferro, prima di alzare l'alley-oop per Adams ed affondare, personalmente, il contropiede che vale il +11. Durant non resta a guardare e irride Randle dal palleggio: il layup, tra il boato del pubblico estasiato, sigla il +15 e sancisce la fine delle ostilità al minuto otto!

Non c'è granchè da commentare del secondo quarto e della ripresa del match, che rappresenta un garbage time di trentasei lunghissimi ed estenuanti minuti, soprattutto per i Lakers che si trascinano sul parquet di Oklahoma City senza una meta, senza un'idea che sia offensiva, di un gioco, che difensiva, di un aiuto, di uno scivolamento. Niente. Lou Williams riesce ad estraniarsi e mettere in mostra il suo talento (20), Clarkson prova ad esibirsi e mettersi in vetrina per il futuro (15), Young spara tutto quello che gli passa per le mani. Dalla parte opposta si iscrivono tutti a referto, fatta eccezione per Singler: sette giocatori in doppia cifra, con Kanter che ne scrive 19 con 14 rimbalzi dalla panchina; Westbrook in 27 minuti di apparizione si 'limita' a 13 punti e 11 assist senza mai mettere la seconda, così come Durant ne infila 22 con nonchalance (3/4 dalla lunga). 

Thunder sempre terzi nella Western Conference, Lakers tristemente abbandonati al loro destino e ad un Natale con più umiliazioni che soddisfazioni.