"Una serie di playoff NBA non inizia finchè una delle due squadre non vince in trasferta". L'antico adagio di Phil Jackson mal si adatta dunque alla semifinale playoff della Eastern Conference tra Boston Celtics e Washington Wizards. Dopo sei partite, entrambe le squadre hanno infatti prevalso sull'altra solo quando giocavano in casa, regalando agli appassionati un 3-3 che durerà fino a questa notte, quando al TD Garden biancoverdi e capitolini si affronteranno per l'accesso al turno successivo, contro i Cleveland Cavaliers di LeBron James. 

Kelly Olynyk. Ned Dishman/NBAE via Getty Images

Sara una gara-7 tra due formazioni che hanno dimostrato di non amarsi. Dalle schermaglie (mini-risse) tra Kelly Olynyk e Kelly Oubre, fino alle polemiche per l'abbigliamento da "funerale" dei Celtics - presentatisi in completo nero in gara-6 - l'eliminatoria ha sinora offerto diversi spunti di battaglia mediatica, mentre lo spettacolo ha a lungo latitato. Impossibile fare un pronostico su chi vincerà la sfida della notte. "Gara-7 è quella in cui nascono le leggende", ha detto Isaiah Thomas, leader dei Celtics, chiamati a sfruttare il vantaggio del fattore campo per regalarsi una Finale di Conference contro LeBron James e compagni. Proprio i biancoverdi sembrano avere un'identità di gioco maggiormente riconoscibile, come confermato peraltro dalla stessa serie. Boston si affida in attacco a Thomas, ma non prima di aver coinvolto Al Horford, lungo che funge da facilitatore, una sorta di point foward su cui ruota il gioco della squadra. Dal post i Celtics creano tiri in taglio (specialità di Avery Bradley) e da tre punti (sul perimetro i vari Thomas, Crowder, gli stessi Bradley e Horford, oltre ai panchinari Rozier, Olynyk, Smart e Brown), mentre i Wizards costruiscono il loro attacco con John Wall e Bradley Beal, che insieme compongono uno dei migliori backcourt dell'intera lega. Wall, eroe di gara-6 con la sua tripla nel finale, è giocatore straordinario quando si tratta di attaccare il ferro in transizione e contropiede, mentre è point guard dalle scelte rivedibili in caso di difesa schierata. Più armi nel suo repertorio tecnico ha Beal, attaccante a tutto tondo, molto più che un tiratore. 

Bradley Beal e John Wall. Fonte: WashingtonTimes

Il quintetto di Washington è completo: Marcin Gortat e Markieff Morris si integrano perfettamente in attacco, Otto Porter ricopre invece il ruolo di difensore e tiratore scelto. Ma non si gioca su un foglio di carta, e le difficoltà dei Wizards confermano l'assunto. Esposta a cali clamorosi d'intensità difensiva, Washington ha giganteschi problemi a difendere il canestro - soprattutto in trasferta - da situazione in taglio e in transizione, mentre l'attacco dipende forse troppo dalle lune di John Wall. Ecco perchè, anche in una gara che per definizione sfugge ai normali canoni interpretativi, i Celtics di Brad Stevens restano favoriti, per esecuzione e compattezza di squadra. Fondamentali per i biancoverdi le percentuali al tiro da tre punti: squadra che vive di gioco perimetrale, avendo nel solo Horford un lungo in grado di segnare in post, situazione di gioco sperimentata solo per buttare la palla fuori e variare i giochi offensivi. Thomas è la variabile impazzita della sfida: attaccato costantemente in difesa, Isaiah è stato spesso un rebus dall'altra parte del campo per Brooks. Tra tiri forzati (i suoi tiri) e penetrazioni improbabili, il numero quattro dei biancoverdi è l'uomo che accende la squadra, nonostante nelle ultime gare della serie anche Avery Bradley abbia dato un notevole contributo offensivo. Proprio Bradley rappresenta uno dei migliori difensori a disposizione di Stevens, insieme a Marcus Smart e Jaylen Brown. Poche squadre possono permettersi difensori perimetrali di un tale livello, mentre non è invece all'altezza la protezione del ferro. Quando esce Amir Johnson (in quintetto come specchietto per le allodole), spazio al canadese Kelly Olynyk, a volte anche come unico lungo, in un quintetto che estremizza tutte le caratteristiche di Boston. Proprio la panchina potrebbe risultare fondamentale in gara-7: sulla carta più attrezzata quella dei Celtics (ma disastrosa in attacco in gara-6), di talento ma anche di mere individualità quella dei Wizards, che proveranno il colpaccio affidandosi soprattutto a Wall e Beal, i due gemelli diversi che li hanno tenuti in vita finora.