Da stanotte (ore 1 italiana, diretta Sky Sport), si apre in maniera ufficiosa la nuova stagione NBA (ufficialmente al via il prossimo primo luglio). E' il Draft a rappresentare il primo passo verso il futuro, con le sue chiamate a ripetizione, le sue storie di ripensamenti e colpi di scena dell'ultimo minuto, le sue trades formulate nell'imminenza della lottery. Un concentrato di incertezza, nel cornice del Barclays Center, con il commissioner Adam Silver a scandire le diverse chiamate delle franchigie che si susseguono al proscenio. 

Adam Silver. Fonte: RipCityProject

Il Draft NBA è la finestra sul futuro del basket a stelle e strisce, un sistema di selezione ideato per provare a rendere competitive tutte e trenta le squadre della lega, pronte a scegliere i giocatori giovani più funzionali alle loro esigenze. Sarà il Draft di Markelle Fultz, point guard che al college ha giocato per i Washington Huskies, a un passo dalla numero uno assoluta dopo la discussa trade tra Boston e Philadelphia. E proprio i Sixers dovrebbero selezionare Fultz, accaparrandosi uno dei playmaker più intriganti degli ultimi anni. Dalla seconda moneta in poi, diversi sono i punti interrogativi. I Los Angeles Lakers, che per il secondo anno consecutivo chiameranno alla due, sono da tempo accostati a Lonzo Ball, altra point guard (degli UCLA Bruins), ma le sorprese sono dietro l'angolo, in particolar modo se Magic Johnson dovesse decidersi a imbastire una trade per portare subito a El Segundo Paul George. Subito dopo, ecco i Boston Celtics che, dopo aver rinunciato a Fultz, devono ancora sciogliere il nodo che riguarda Josh Jackson (Kansas Jayhawks) e Jayson Tatum (Duke Blue Devils), small forward dal sicuro avvenire. Giù dal podio della top three, ecco un territorio incognito, in cui ogni chiamata sarà condizionata dalla precedente. Con la numero quattro si presentano i Phoenix Suns, che rumors NBA danno interessati a un giocatore di frontcourt (più un'ala piccola che un lungo). Poi i Sacramento Kings di Vlade Divac, che sembrano voler puntare tutto su De'Aaron Fox dei Kentucky Wildcats, gli imperscrutabili Orlando Magic del rebuilding (Malik Monk da Kentucky o Dennis Smith da North Carolina?), i Minnesota Timberwolves di coach Tom Thibodeau (forti su Jonathan Isaac, si vocifera), i New York Knicks di Phil Jackson (con il francesino Frank Ntilikina nel mirino, ma tutto può ancora accadere, specie se dovesse partire Kristaps Porzingis). A chiudere la top ten, i Dallas Mavericks e ancora i Sacramento Kings. 

De'Aaron Fox e Lonzo Ball. Fonte: Kevin C. Cox/Getty Images

Sarà un Draft con giocatori accattivanti e considerati di gran prospettiva dagli addetti ai lavori per quanto riguarda i primi dieci-dodici nomi, mentre il resto del talento distribuito per la lottery potrebbe non essere allo stesso livello. Ecco perchè è praticamente impossibile fare previsioni su cosa accadrà per le altre venti chiamate del primo giro. Charlotte Hornets, Detroit Pistons, Denver Nuggets e Miami Heat chiudono il gruppo di franchigie che hanno partecipato alla lotteria di un mese fa. Ognuna con esigenze diverse, un po' come accadrà per i Portland Trail Blazers (due scelte, quindici e venti, per trovare un lungo fisico e atletico) e per i Chicago Bulls (numero sedici, alla ricerca di un tiratore, Luke Kennard da UCLA?). Intriga anche Justin Jackson, fresco campione NCAA con i North Carolina Tar Heels, dato tra la dieci e la quindici, tra Denver e Miami. Tutti rumors pronti ad essere spazzati via da una sola mossa a sorpresa, per un effetto domino che rende tanto affascinante il sistema del Draft NBA. Alla fine del primo giro, ecco alcune delle squadre top della lega: non le ultime due finaliste, Golden State Warriors e Cleveland Cavaliers, senza scelte in questa edizione. Ci saranno invece i San Antonio Spurs di R.C. Buford, alla numero ventinove, nella speranza di ripetere i colpi di genio del passato (lo scorso anno sbucò dal nulla Dejounte Murray, altro prodotto da Washington). Infine, sempre in chiusura di primo giro, le altre due scelte degli attesissimi Lakers: la ventisette e la ventotto, una delle quali dovrebbe essere spesa per Jordan Bell da Oregon, all around player non al livello dei prospetti top, ma comunque elemento interessante. Poi sarà secondo giro, un lancio di moneta le cui conseguenze saranno tutte da valutare. Un Draft imprevedibile, che per certi versi è già cominciato, tra trade di avvicinamento e contatti continui tra le franchigie più attive.