Un'estate decisamente più serena rispetto a quella passata per Stephen Curry, per vari motivi, primo fra tutti l’aver riportato il Larry O’Brien Trophy nella Bay Area dopo la cocente sconfitta dello scorso anno per mano dei Cleveland Cavaliers. Curry, reduce dalle migliori finals della sua carriera sia dal punto di vista statistico che di impatto tecnico sulla serie, ha visto coronato il suo percorso non solo dalla vittoria, ma anche da un successivo rinnovo contrattuale con i Golden State Warriors che ammonta alla spropositata cifra di 201 milioni di dollari spalmati in cinque anni di contratto. Un rinnovo oneroso, ma necessario per i campioni NBA per continuare il rapporto vincente con la point guard nativa di Akron, Ohio, la quale fino alla scorsa stagione percepiva uno stipendio “troppo basso” (11 milioni a stagione) in relazione al suo effettivo valore come giocatore.

Una delle priorità di Steph è sicuramente quello di aiutare maggiormente la comunità di Oakland e dintorni, che tanto gli ha dato in queste sue otto stagioni di militanza in maglia Warriors: “Ho passato l’ultimo paio d’anni a pensare anche a come io possa avere un impatto fuori dal campo in modo consistente. Andando avanti, rimanere legato alla Bay Area, sperando di lasciare un impatto positivo e duraturo per tutto il bene che è stato concesso a me e alla mia famiglia negli ultimi otto anni. Nei prossimi cinque tenterò di avere un effetto positivo nella comunità, non solo attraverso i soldi, ma anche grazie  alla mia posizione privilegiata, grazie a connessioni e idee per aiutare e rendere tutto ciò possibile. Il contratto mi impone responsabilità in questo senso e ne sono consapevole e ho una grande squadra intorno a me che mi aiuterà a farlo”. Già pianificate e in corso iniziative promosse da Curry come attività rivolte a ragazzi giovani, tra cui il suo SC30 select camp, serate di beneficenza e altre occasioni che vedranno la stella della squadra di casa in veste di allenatore e promotore della pallacanestro come strumento educativo  all’interno della zona della baia, durante questa pausa estiva.

Successivamente il figlio di Dell ha speso parole riguardo alla situazione turbolenta tra i Cleveland Cavaliers e Kyrie Irving, rivali dei Warriors in questo triennio che li ha visti contendersi ogni serie finale dal 2015 in poi: “Non conosco le specifiche della vicenda. È ovviamente sorprendente, ma alla fine nulla è davvero sorprendente quando si parla di storie che si dipanano anno dopo anno. È la natura delle cose. Sono sicuro che se succedesse qualcosa potrei parlarne di più, ma al momento Kyrie è ancora un giocatore di Cleveland”.

A seguito del rinnovo di Curry, Bob Myers, general manager dei Dubbers e il suo entourage, hanno compiuto l’ennesimo miracolo della loro gestione, fin qui ai limiti della perfezione, nel mantenere intatto il nucleo di giocatori necessario al proseguimento del cammino verso altre vittorie. Rinnovi come quello di Livingston, Iguodala, Pachulia e McGee erano cosa difficile ad inizio estate, che tuttavia sono stati permessi anche dalla decisione di Kevin Durant di rinunciare ad una bella fetta del proprio stipendio per permettere alla dirigenza di aver più spazio di manovra per i rinnovi contrattuali. “È davvero importantissimo perché abbiamo davvero un enorme potenziale e la possibilità di fare cose straordinarie e vincere più titoli - dichiara Curry- quando hai quella chimica di squadra non vuoi assolutamente che finisca”.

Curry poi sposta la sua attenzione sullo straordinario percorso suo e dei suoi Warriors negli ultimi anni: “Ci penso spesso e mi aiuta a mettere le cose nella giusta prospettiva, quanto sono fortunato ad essere in grado di fare quello che faccio dentro e fuori dal campo, la possibilità di organizzare questo camp. Fino a poco tempo fa ero io ad fare queste esperienze e ad imparare da giocatori più esperti […]. Adesso nel giro di qualche anno sono io dall’altro lato dell’equazione, restituendo ciò che ho imparato alle nuove generazioni. È tutto surreale, ma rende più umili e mi mantiene motivato, perché non voglio che tutto ciò finisca”.

Un'estate anche al servizio degli altri quella di Wardell Stephen Curry, in attesa di una nuova stagione che prevede per lui e per i suoi Warriors ancora un ruolo di primissimo respiro, ma con concorrenti agguerrite desiderose di strappare il titolo dai campioni in carica.