I Los Angeles Lakers targati 2017/18 si trovano dopo l’inizio di questa stagione con un record di 5-5; un perfetto equilibrio che li vede risiedere ancora in zone intermedie di classifica ma che sicuramente fa sperare rispetto alle false partenze degli anni precedenti. È l’ambiente a essere cambiato, l’aria che si respira è quella di una squadra unita e l’entusiasmo, sia fuori sia dentro il campo, è cresciuto. Questo sentimento generale sta muovendo la squadra verso buone prestazioni, di carattere e di anima. La squadra è giovane e le aspettative non richiedono il balzo nelle postazioni che contano fin da subito. Si è capito, dunque, che il processo di crescita va maturato con cura e pazienza, solo così si raccoglieranno buoni frutti.

E questa esperienza i Lakers l’hanno già vissuta, un esempio vivente di tale attesa pagante è Brandon Ingram. Il ragazzo è al secondo anno NBA e al suo primo, date le prestazioni non all’altezza di una seconda scelta al draft e il fisico poco piazzato, fu denigrato dalla critica e classificato come un giocatore mediocre, se non di basso livello. Quest’anno Brandon sta invece lievitando, partita dopo partita, ed è sempre più uomo leader per la squadra; fatto confermato anche da coach Luke Walton. Ingram sembra vestire piano piano le parvenze di quell’epiteto tanto azzardato che gli era stato accostato a inizio carriera: il nuovo Kevin Durant. Effettivamente le sue giocate stanno diventando sempre più decisive e simili al longilineo KD.

Los Angeles Lakers tra veterani e giovani promesse

In quel di Los Angeles è stato gestito anche il rapporto tra veterani e giovani nella NBA, e questo è importante in uno spogliatoio. Avere giocatori come Brook Lopez, che gestisce il suo gioco egregiamente in entrambi i lati del campo è un punto a favore, ma altri buoni esempi possono essere Kentavious Caldwell Pope o Corey Brewer. Gli ultimi due magari non decisivi in termini statistici nelle gare, ma si sa quanto l’esperienza possa offrire sia in partita sia in allenamento. Per quanto riguarda i numeri dell’ex di Brooklyn, parliamo del miglior realizzatore del team con 16.4 punti per partita. Uno degli uomini chiave dei Lakers. I giovani fanno il loro, e nonostante ci si aspetterebbe come secondo miglior realizzatore Ingram, non è così. Chi si piazza invece in quella posizione è la 27esima scelta al draft 2017: Kyle Kuzma. Un giocatore rivelazione, che già nella Summer League aveva dimostrato grandi doti. Il numero 0 di Los Angeles non si è lasciato intimorire dal palcoscenico, e al momento sta viaggiando a 15.4 punti, con una percentuale al tiro del 56%; senza ombra di dubbio buonissima! Solamente Ben Simmons e Lauri Markkanen, parlando di rookies, stanno viaggiando a numeri migliori in termini di score. Veramente interessante sarà dunque vedere il miglioramento di questo giocatore, mese dopo mese, e aspettare di scoprire dove potrà arrivare; cosa che si rivela entusiasmante per i Lakers, non solo dal punto di vista del talento ma soprattutto per un processo di crescita e ricostruzione di squadra velocizzato rispetto alle attese. Chi invece sta deludendo le aspettative è Lonzo Ball, sotto i soliti riflettori da quando ha giocato il suo primo minuto nella lega. La pressione intorno al giocatore è alta, e gli si chiede sempre molto, dimenticando forse che è un rookie e che il tempo di crescere lo ha. Lonzo sta infatti lavorando molto con lo staff dei Lakers, per migliorare il suo tiro ma anche molti altri aspetti del suo gioco offensivo e difensivo. Le parti chiaramente sono divise, c’è chi continua a dargli fiducia e chi lo scredita dando per errore l’averlo chiamato al draft. Quello che chiarirà sarà il tempo, al momento il giocatore viaggia a 8.4 punti di media, 6.6 rimbalzi e 6.7 assist, che parliamoci chiaro non è poi così male per un giocatore al primo anno, certo non sono numeri da stella ma nemmeno da buttare via. Lonzo Ball aiuta la squadra in molte fasi della partita, e il fatto che segni poco è relativo.

Ciò che aspetta i Lakers del futuro è quindi incerto ma sembra essere qualcosa di positivo. Il talento c’è, e la costruzione di una nuova prospettiva di squadra anche. Considerando poi che la free agency 2018 sarà tutta una sorpresa, e il grande colpo potrebbe veramente arrivare. Nel frattempo godiamoci i giovani Lakers!