Brooklyn Nets - Washington Wizards 119-84

Dodicesima vittoria stagionale per i Brooklyn Nets di coach Atkinson, che davanti al pubblico amico superano agevolmente i Washington Wizards, in gita di piacere in prossimità della Grande Mela. Gara sempre saldamente in controllo dei padroni di casa, che con Carroll ed Hollis-Jefferson sembrano mettere le cose in chiaro fin dagli albori della contesa. A rotazione Wall, Morris e Gortat provano a rispondere, ma la squadra di Brooks pecca in attacco e nell'atteggiamento: Beal non trova mai ritmo e fiducia in attacco - chiuderà con quattro punti - mentre dalla panchina il solo Oubre non può bastare. Gioca invece bene di squadra la formazione di casa, che trova le conclusioni pesanti di Hollis-Jefferson e Zeller nel secondo quarto per scappare nel punteggio.  

Il più dieci infonde fiducia ai padroni di casa, mentre dalla parte opposta taglia definitivamente le gambe agli ospiti che alla ripresa delle ostilità restano negli spogliatoi: 11 punti di fila di Dinwiddie spaccano in due la sfida, con i Nets che volano sul più venti e non si volteranno più alle spalle. La risposta dei Wizards stenta ad arrivare, anzi: l'animo sopito degli ospiti facilita i compiti offensivi di Hollis-Jefferson e di Stauskas, che rimpinguano i rispettivi bottini nei quindici minuti finali di puro garbage time.

Houston Rockets - Los Angeles Clippers 118-128

Non basta agli Houston Rockets la seconda prestazione mostruosa di James Harden: il barba realizza ancora 51 punti, come contro i Lakers, ma non riesce a trascinare i suoi - privi di Chris Paul - alla vittoria. Altra sconfitta, sempre contro una squadra losangelena: stavolta sono i Clippers a passare in Texas, al Toyota Center, dove Rivers e Williams combinano per 68 punti. E' tutto l'attacco dei Clippers a disputare una grande partita, la quale come al solito sotto il tetto dei texani si gioca a ritmi frenetici: l'avvio sembra lasciare presagire una di quelle serate tranquille per i padroni di casa, con Harden e Anderson che piazzano immediatamente il break del più dieci. Il barba è scatenato, ma l'ingresso in campo di Reed e Williams dalla parte opposta tiene a galla gli ospiti. Nel secondo periodo i Rockets restano in controllo delle operazioni, ma dalla crescente intensità difensiva degli ospiti ne scaturiscono anche migliori soluzioni offensive, con le percentuali al tiro che si innalzano e permettono a Rivers e Williams di provare ad abbozzare la rimonta, la quale però viene frustrata sul nascere dalle triple di Gordon e dal rientro di Harden in campo: all'intervallo è più 13 Rockets, apparentemente in controllo. 

Alla ripresa delle ostilità l'attacco di D'Antoni si inceppa clamorosamente, con Harden che inizia a forzare ed i Rockets che trovano soltanto sporadici canestri da Gordon ed Ariza. Di contro, invece, Rivers sale al proscenio, colmando praticamente da solo il gap creatosi fino al pareggio a quota 74. L'inerzia della gara si sposta dalla parte dei Clippers, maggiormente vivaci in difesa ed efficaci in attacco: Harden si procaccia qualche punto dalla lunetta, ma Williams risponde prontamente dalla parte opposta confermando l'equilibrio nel punteggio a fine terzo quarto. Il barometro dei padroni di casa inizia tuttavia a fremere, con Harden che si inizia ad innervosire a metà quarta frazione per qualche fischio contrario di troppo: ne risente tutta la squadra, che paga dazio in termini di punteggio; le tre triple consecutive di Williams sembrano spaccare in due la contesa (101-93), ma dalla parte opposta Harden e Gordon non stanno a guardare ed accorciano nuovamente. Los Angeles non perde però il filo del discorso ed il pallino del gioco, trovando in CJ Williams un prezioso alleato al solito duo Rivers-LouWill che chiude la contesa con altre due conclusioni dalla distanza. Game, set, and match, tra la frustrazione e la rabbia del barba. 

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