Una rivincita, perchè nelle ultime tre stagioni il titolo di campioni del mondo se lo sono giocato queste due squadre. Una rivincita doppia, se consideriamo che le due franchigie in questione si sono affrontate una sola volta in questa stagione, per giunta in una occasione speciale come il giorno di Natale. Più in sintesi, e volendo badare ancor meno ai fronzoli e alle ricorrenze, la sfida tra Cleveland Cavaliers e Golden State Warriors è una partita che di certo non può decidere il destino della stagione dei detentori dell'anello e dei vincitori nel 2016, ma di certo può dire tante cose sul momento dell'annata che si sta vivendo sua sulla Baia di San Francisco che in quella che fino a qualche anno fa era solo "the mistake of the Lake". Sarà ancora LeBron James contro Kevin Durant, per la prima volta nella stagione sarà anche Isaiah Thomas contro Steph Curry, sarà anche Steve Kerr - coach che forse prende troppi pochi meriti rispetto a quelli che detiene in realtà - contro Tyronn Lue, ovvero un allenatore troppo spesso legittimato (non senza ragioni) rispetto al suo ruolo all'interno della franchigia dell'Ohio.

Si gioca ancora una volta in una occasione speciale, come il Martin Luther King Day, giorno in cui si giocheranno tantissime partite ma che vedrà ovviamente la maggior parte dei riflettori puntati sul match della Quicken Loans Arena. Ci si è lasciati con l'ultimo precedente tra Warriors e Cavaliers disputato in Ohio, con quello che è stato considerato uno dei più degni eredi di "The Shot": a venti anni di distanza, Kevin Durant ha ammazzato una partita, e in un certo senso ha indirizzato in maniera quasi definitiva una serie che assegnava l'anello NBA, con un palleggio arresto e tiro che sul piano stilistico non ricorda più di tanto quello che Michael Jordan realizzò a Salt Lake City dopo aver mandato per le terre Bryon Russell, ma che per il valore intrinseco di quel tiro ha qualcosa a che fare con quello messo a segno a 5 secondi dalla fine di Game 6 delle Finals del 1997. Ma questa sera, ovviamente, sarà tutta un'altra storia, perchè in palio ci sono solo cose dal valore platonico ed effimero, anche se vincere questa notte avrà un valore morale e psicologico non di poco conto.

La prima stagionale di Curry a pochi km da casa
La prima stagionale di Curry a pochi km da casa

La palla a due verrà alzata quando in Italia saranno le 2 di notte, con i due figli dell'Ohio ancora una volta uno di fronte all'altro. LeBron James vuole dimostrare che tutte le voci circolate nei giorni scorsi non corrispondono al vero, nonostante un certo tasso di nervosismo emerso in seguito alle pesanti sconfitte contro Minnesota e Toronto e mai smentito nelle interviste successive. Non è ancora tempo di pensare al futuro, l'unica accezione di "dopo" può essere riferito solo alla possibilità di disputare la quarta finale per l'anello consecutiva dal suo ritorno nella terra che gli ha dato i natali. Steph Curry, invece, vuole continuare a farsi portavoce e simbolo di una franchigia con la quale è diventato grande - forse il più forte al momento nella lega, sicuramente uno di quelli che la sta rivoluzionando - e con la quale ha vinto due titoli in tre anni. Ovviamente non saranno solo The King e il figlio di Dell ad attrarre le attenzioni nella notte della Q, ma provate a dire che non sono loro le principali fonti di interesse in una partita così importante e sentita.

Sarà la prima volta di Isaiah Thomas contro i Warriors dopo l'infortunio e dopo il suo trasferimento alla corte di LeBron. Sarà la prima volta in questa stagione di Curry contro i Cavaliers, avendo saltato la sfida di Natale a causa dell'infortunio alla caviglia destra. E sarà anche l'occasione, per la franchigia guidata da coach Lue, per invertire una pessima tendenza che si è rivelata proprio contro i più recenti e agguerriti rivali in occasione delle gare disputate nel giorno dedicato al dottor King: due sconfitte negli ultimi precedenti di metà gennaio, per un passivo complessivo che tocca la sconvolgente quota di 69 punti. Impossibile ribaltare lo score questa sera, ma sicuramente importante portare a casa una vittoria che dia un segnale, anche nell'ottica delle eventuali quarte Finals consecutive a cavallo tra Oakland e l'Ohio.