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NBA - Westbrook batte Beal, Oklahoma City si avvicina al quarto posto

46 punti a referto, conditi da sei assist ed altrettanti rimbalzi, per la stella degli Oklahoma City Thunder che trascina i suoi al successo contro i Washington Wizards. Non basta un Bradley Beal sontuoso agli ospiti, autore di una gara da 41 punti, 12 rimbalzi e 7 assist.

NBA - Westbrook batte Beal, Oklahoma City si avvicina al quarto posto
NBA - Westbrook batte Beal, Oklahoma City si avvicina al quarto posto - Foto Thunder Twitter
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Di Andrea Bugno

Russell Westbrook fa suo il duello rusticano con Bradley Beal in una delle sfide più avvincenti della notte NBA. Nel giorno del ritorno di coach Scott Brooks alla Chesapeake Energy Arena di Oklahoma City i Thunder superano i suoi Washington Wizards grazie, anche, alla straordinaria prestazione dello 0, autore di una prova da 46 punti, 6 assist ed altrettanti rimbalzi. Il primo tempo è tutto di marca Thunder, con Westbrook che lancia l'allungo dei suoi mettendosi prima in proprio e poi dispensando suggerimenti per i compagni. Non è da meno Beal dalla parte opposta: la guardia ospite a suon di triple guida la rimonta nella ripresa dei Wizards, i quali tornano dal -19 fino al -1, ma si lasciano travolgere nel finale dall'ondata di Oklahoma con George, Anthony e Ferguson protagonisti. Thunder più vicini al quarto posto ad Ovest. 

Nemmeno il tempo di allacciarsi le scarpe che Oklahoma City prova già ad alzare i giri del motore: Westbrook, Adams e compagni scendono in campo con intensità quasi massimale ed il 10-0 iniziale ne è la conseguenza. Beal e Morris provano a rallentare i ritmi, firmando le giocate che riportano la sfida sui binari dell'equilibrio. Lo 0 dalla parte opposta appare immarcabile nelle sue zingarate al ferro, alle quali ci abbina anche una discreta percentuale balistica al tiro. La difesa dei Wizards si organizza in corso d'opera, ritrovando anche maggiore fluidità in attacco: al -2 però risponde George con la tripla allo scadere che manda i Thunder sul +5 alla prima sirena.

E' il canestro che da il là all'allungo di Oklahoma City, che sfrutta al meglio l'ingresso dalla panchina e la freschezza atletica di Grant e soprattutto di Ferguson, sempre più preciso dalla distanza ed incisivo nelle sorti dei Thunder. Il ritorno in campo di Westbrook fa il resto, con Oklahoma che scava il primo solco alla sfida raggiungendo una dozzina di punti di margine abbondante. E' come al solito Beal, con Morris, a provare a caricarsi la squadra sulle spalle, mentre Wall - sonnecchiante per gran parte del primo tempo - si scuote nel finale di primo tempo, consentendo a Washington di non crollare e restare aggrappata alla gara con gli artigli. 

Foto Thunder Twitter
Foto Thunder Twitter

L'avvio di ripresa sembra rispecchiare per sommi capi l'andazzo del primo tempo. Nonostante le due triple immediate di Beal per il -10, i Thunder restano in totale controllo della gara e, con Anthony prima e Robertson successivamente tornano sul più 15. Nel momento migliore dei padroni di casa Beal suona la carica per i suoi, con i Wizards che ritrovano circolazione e fiducia in attacco: ne beneficiano Morris, Gortat e Porter, i cui canestri uniti a quelli di un Wall finalmente ritrovato e incisivo in attacco, riportano sotto di 1 gli ospiti. Non basta però a scalfire le certezze dei Thunder, i quali tornano a serrare le maglie difensivamente e correre il campo in attacco.

Westbrook si mangia il parquet, Anthony torna spietato come ai bei tempi e, grazie anche alle tre triple combinate di Felton e Ferguson i Thunder scappano nuovamente a cavallo delle ultime due frazioni (87-80). Beal non molla una virgola, continua a segnare a raffica soprattutto da tre, ma dalla parte opposta risponde puntualmente Russell Westbrook, inarrestabile al ferro e con il classico arresto e tiro. Otto punti di fila dello 0 valgono il nuovo più dieci, ai quali si uniscono i canestri di George che fanno dormire sonni tranquilli nel finale ad Oklahoma City: le difese si rilassano, Wall piazza tre triple di fila utili soltanto a rifinire il suo bottino personale, ma inutili ai fini del risultato conclusivo. 

I tabellini