I Cleveland Cavaliers sono tornati. Dopo il primo indizio arriva anche il secondo, puntuale, a confermare che qualcosa in Ohio è cambiato. Il vento porta sempre con sé il nome del solito protagonista assoluto, quel LeBron James capace di mettere a referto 37 punti e di indicare la strada al resto del plotone, che esegue a menadito lo spartito, lo recita con proprietà di linguaggio e padronanza già assoluta. La panchina, con tre dei quattro nuovi innesti, fa la differenza nella sfida contro gli Oklahoma City Thunder, battuti a domicilio nonostante quattro uomini oltre i venti punti. Non basta Westbrook, così come non bastano George ed Anthony in una gara dal sapore playoff. 

L'inizio è pimpante ed equilibrato, i ritmi sono immediatamente altissimi e le squadre dimostrano uno stato di forma più che discreto. Westbrook da una parte prova a coinvolgere tutti, al pari di LeBron che dall'altra confeziona assist per le triple di Osman e Smith, le quali rispondono ai tentativi di Anthony e George di allungare nel punteggio in avvio. E' il volto dei Cavs che è cambiato, del tutto, soprattutto difensivamente, dove il collettivo appare molto più coeso e quadrato del passato. Westbrook prova a mettersi in proprio e, coadiuvato da Adams, scava il primo solco sul più sette. Margine prontamente chiuso da Smith, ancora da tre due volte, e da Tristan Thompson. Il più uno di fine primo quarto non fa dormire sonni tranquilli agli ospiti, che grazie all'apporto della panchina provano ad allungare in avvio di seconda frazione: Hood e Nance prima, poi Clarkson, vedono respingersi da George e Felton i tentativi di break. Cleveland tuttavia gioca bene e trova ritmo ed entusiasmo sul perimetro, con la guardia ex Lakers che chiude un mini-parziale di 7-0 che lancia i Cavs. Con l'ennesima tripla di Smith i viaggianti toccano anche il più dieci, prima del ritorno in campo di Anthony e Westbrook che limitano i danni all'intervallo (57-62). 

Foto Cavs Twitter
Foto Cavs Twitter

La sensazione, anche in avvio di ripresa, è quella che la difesa dei Thunder non sia all'altezza della circolazione di palla degli ospiti, veloce ed efficace nel trovare anche dopo l'intervallo i tiratori piazzati sul perimetro. La differenza, rispetto al primo tempo, è che le buone percentuali da tre consentono a James di avere più spazio per attaccare l'area ripetutamente: quattordici punti in un amen di LeBron in avvio di terzo quarto spaccano in due la contesa, con Cleveland che vola sul +11 ed appare inarrestabile. Non basta però, perché Oklahoma City sfrutta la sfuriata di Westbrook ed Anthony per riportarsi sotto immediatamente, con l'ex newyorchese che firma il -4 all'ultima pausa. Grant scrive il -2 ad inizio quarto periodo, ma è di fatto l'ultimo tentativo di aggancio dei Thunder, perché Nance, Clarkson e Green confezionano il 9-0 che taglia le gambe ai padroni di casa. Nemmeno il ritorno in campo dei titolari è utile ad OKC per ricucire nuovamente il gap, perché prima Clarkson, poi James, rifiniscono l'opera conducendo la nave in porto. 

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