Dopo essersi riposata, e aver dato sfogo allo stress accumulato nella prima parte di stagione, l’NBA è pronta a tornare. Abbiamo assistito ad un interessante All-star weekend che sicuramente non ci ha annoiati: dalla partita dei rookies e dei sophomores, che ha dimostrato quanto queste nuove generazioni siano pronte per il passaggio di testimone che l’era attuale si sta gradualmente approcciando a offrirgli; per poi passare per lo “slum dunk contest” vinto dal rookie degli Utah Jazz, Donovan Mitchell, e dal “three point contest” conquistato da Devin Booker. Arriviamo così alla partita delle stelle, Team LeBron vs Team Stephen, un match che ha lasciato tutti a bocca aperta, sia per le giocate, sia per il ritmo tenuto dai giocatori, inaspettato visti gli ultimi anni di all-star game. Spinti alla sfida, questi giocatori ci hanno mostrato il meglio che si è concretizzato nell’assegnazione a LeBron James del premio di MVP dell’all-star, il terzo per lui, e senza alcun dubbio uno dei più meritati visto lo strapotere dimostrato in campo. “Riposati” forse, per quest’anno, non è la miglior parola da utilizzare riferendosi ai giocatori presenti all’all-star weekend, “divertiti” sicuramente e quindi ci limitiamo a dire questo in modo da non offendere nessuno. Ora però è tempo di lasciare un po’ andare il divertimento per tornare alla serietà professionale che chi pratica questo sport ha sempre messo sul parquet, sì perché le questioni aperte in ambito di classifiche e problemi interni alle squadre sono molte, e sicuramente saranno in pochi a voler tornare e non spingere sull’acceleratore. Il meglio deve ancora venire. Finisse oggi la regular season la situazione sarebbe interessante: ad est Toronto incontrerebbe Miami, avremmo poi Boston contro Philadelphia, Cleveland contro Milwaukee e Washington contro Indiana; ad ovest Houston se la dovrebbe vedere con New Orleans, Golden State con Portland, San Antonio con Denver ed infine Minnesota con Oklahoma. Ma tanto è ancora da scrivere e le cose andrebbero viste più nel dettaglio.

La situazione ad Est:

Toronto guida la testa della classifica nella eastern conference e la situazione sembra sorridergli viste le sette vittorie consecutive. Il quadro generale è ottimo, i Raptors stanno mostrando un buon basket capitanati da Dwane Casey e le mura amiche paiono invalicabili per gli avversari, a questo si aggiunge una panchina che sta dimostrando di essere sempre all’altezza delle situazioni, generando punti utili a chiudere le pratiche. Per questi motivi sembra essere la squadra più quotata per chiudere davanti, l’unica minaccia reale è quella dei Boston Celtics, dato che Cleveland difficilmente riuscirebbe a scavallarle entrambe. Una Boston, però, che pare sempre più stanca, il gioco dimostrato non è più quello della prima parte di stagione e precedentemente all’’all-star era riuscita solamente a generare pessime prestazioni, con tre sconfitte di fila. La prima in classifica sarà la squadra che reggerà di più gli urti, e quella squadra sembra essere proprio Toronto, la più portata alla longevità. Poi si sa ai playoffs è tutto un altro discorso. I Cleveland Cavaliers, appena dietro, sono freschi di stravolgimento per quel che riguarda il roster, con una giornata della trade dead-line veramente focosa per la squadra di “The King”. L’entusiasmo non manca in casa Cavs, come hanno dimostrato i primi test con i nuovi innesti, tanto gioco attorno a LeBron, con quest’ultimo che inventa assist al bacio per i compagni, sempre pronti a concludere. Forse esattamente ciò che voleva James, che ora ha lo spogliatoio nelle sue mani, e sembra aver ritrovato la voglia di competere, insieme anche a tutti gli altri giocatori di Cleveland. Per questo difficilmente sprofonderanno, nonostante le poche gare di distanza dai Milwaukee Bucks e dagli Indiana Pacers. Proprio i Pacers paiono essere i più insidiosi, con tre vittorie consecutive e con Victor Oladipo sempre più Most Improved Player of the year. Sarà bello vederli in azione ai playoffs, qualsiasi sarà la loro posizione. I Philadelphia 76ers, attualmente settimi in classifica, sono riusciti ad inserirsi nella corsa ai playoffs, con Joel Embiid difensivamente onnipresente e offensivamente letale, ora che finalmente ha trovato più costanza. Ben Simmons è il rookie d’oro di Philadelphia, completo e generatore di gioco, il più quotato per vincere il Rookie of the year, ma sicuramente in buona compagnia per questo riconoscimento. Le cinque vittorie nelle ultime cinque giocate dimostrano la grande aria di spinta che alleggia in casa Phila, i ragazzi di coach Brett Brown sembrano dentro alla fase successiva, non dovranno perdersi mentalmente e la giovane età in questi casi potrebbe giocare brutti scherzi. Chi cala a picco sono invece i Miami Heat, che per ora sì sono dentro ma stanno giocando con il fuoco. Sei sconfitte nelle ultime sette gare sono un ruolino di marcia preoccupante, del quale i Detroit Pistons potrebbero giovarsi. La nuova squadra di Blake Griffin sta cercando l’equilibrio giusto, ma a lungo andare se Miami non sistemerà le cose anche il poco equilibrio potrebbe rivelarsi abbastanza per accedere alla fase successiva. Occhi decisamente puntati sul finale di stagione, in una lotta che sarà serratissima.

La situazione ad Ovest:

Ad ovest la lotta per la vetta non è di certo meno affascinante, con i Rockets e gli Warriors che sono a solo una sconfitta di distanza e che fanno presagire quale sarà la finale anticipata ad ovest in fase playoffs. La squadra di James Harden e Chris Paul è semplicemente devastante, e a febbraio sta viaggiando in maniera perfetta, accasandosi solo vittorie. La coppia Harden-Paul e il gioco offensivo di Mike D’Antoni si sposano egregiamente, se a loro si aggiungono gregari tipo Clint Capela il gioco è fatto. Tanti meriti per lo Svizzero in questa stagione, è l’uomo perfetto per un pick-and-roll o un alley-opp, immaginatevi poi se l’assistente si chiama Harden (il possibile MVP di stagione) oppure Paul (uno dei migliori play vecchio stile della lega). Fantastici da vedere. Gli altri contendenti, i Golden State Warriors, nuotano ultimamente in una situazione un po’ altalenante, sembrano voler spingere, ma non sembrano volerlo fare sempre. Quasi come se avessero intrapreso la strada che utilizza James in regular season da qui a qualche anno: “gioco con le ciabatte e le scarpette me le allaccio quando voglio io; ai playoffs indosso la corona e tiriamo le somme.” Si vedrà quanto avranno voglia di arrivare davanti oppure no, fatto sta che al momento i Rockets meritano ampliamente la vetta. Dietro gli Spurs e i Timberwolves si danno lotta per vedere chi seguirà le due capoliste; la squadra di Pop non sta vivendo il suo migliore momento con cinque sconfitte nelle ultime sei partite, ma privi di Kawhi Leonard stanno disputando una stagione a buonissimi livelli. Minnesota è un po’ la sorpresa, o meglio la realizzazione di un lavoro che ha radici ben salde. Il duo Towns-Wiggins è stato rinsaldato dall’arrivo di Jimmy Butler, e gli scettici che non si fidavano di un’esplosione T-Wolves, al momento si stanno sbagliando. Tanto bel gioco e tante vittorie, questa è la nuova Minnesota, che punta in alto ma lo fa con uno sguardo al futuro. Pian piano i frutti giungeranno. Oklahoma che si trova dietro a Minnesota vive da inizio stagione le sue montagne russe personali, una squadra che ancora oggi non trova continuità e forse ancora non possiede una completa identità di gioco. L’aver unito isolazionisti del gioco come Russell Westbrook, Carmelo Anthony e Paul George non sta giovando completamente al team, però i playoffs potrebbero riservare sorprese inaspettate, spinti al massimo questi giocatori chissà dove possono arrivare. La loro posizione in classifica è fortemente minacciata dai giovani Denver Nuggets, una squadra che a febbraio ha collezionato solo vittorie, fuorché una sconfitta contro gli Houston Rockets, quindi perdonabile. Veramente una sorpresa piacevole che sta trovando la sua condizione quasi ideale, con un Nikola Jokic sempre più leader. Quando entra in campo si può vedere nettamente il salto di qualità nel gioco della franchigia di Denver, la sua presenza in area è di fondamentale importanza, per non parlare della visione di gioco e della capacità di inventare assist impensabili. Un altro giocatore che si sta facendo notare, ma che certamente non è nuovo a buone prestazioni, è Jamal Murray, l’arciere, che con le sue triple spezza le partite e gli avversari. Tra le ultime posizioni la lotta è aperta tra New Orleans, Utah e i Clippers. New Orleans è l’attuale squadra posizionata all’ottavo posto, e nonostante la perdita di DeMarcus Cousins è riuscita a ristabilire i ritmi di gioco, con un Anthony Davis super. I Clippers privati di Blake Griffin non si sono persi d’animo, e anzi hanno portato a casa cinque vittorie sulle ultime sei partite giocate, chi l’avrebbe mai detto. Gli Utah Jazz stanno mettendo a rischio seriamente la posizione dei Pelicans, il motore dei Jazz è Donovan Mitchell, ma tutta la squadra sta giocando un basket di altissimo livello che li ha portati a otto vittorie nel solo mese di febbraio, senza mai perdere una partita. Il ritmo è quello sostenuto dagli Houston Rockets, il che rende le cose veramente interessanti per la risalita dei Jazz, continuassero così il posto ai playoffs sarebbe loro, ma la sfida è tutta da giocarsi. Nessuno mollerà nemmeno ad ovest per entrare nella fase successiva, tanto basket ci aspetta ancora prima di vedere all’opera i nostri beniamini nei playoffs 2018! The show must go on!