Ennesimo prodotto della scuola canadese che sta sfornando parecchi talenti negli ultimi anni è Shai Gilgeous-Alexander, freshman della prestigiosa University of Kentucky e dei suoi Wildcats, peso massimo della division one del college basketball americano. Un annata non tra le più felici per la squadra allenata da John Calipari, con parecchie difficoltà, dove e il giovane canadese si è imposto come uno dei migliori elementi a disposizione della compagine bianco blu. Domensioni fisiche importanti per il prodotto della Sir Allan MacNab Secondary School di Hamilton, in Ontario, una delle scuole superiori più prestigiose della città, nonché luogo di nascita della guardia che dall’alto dei suoi 198cm rappresenta spesso un match up complesso per i pari ruolo. Apertura alare importante per il freshman che dispone di un ottimo bagaglio tecnico che ne fa, ad oggi, il principale portatore di palla dei Wildcats, complice anche la recente assenza di Quade Green.

Quando si pensa a Gildeous-Alexander, difficilmente lo si riesce a collocare in uno dei cinque ruoli classici della pallacanestro: si tratta di una combo guard, con ottime capacità di ball handling, considerata la stazza, e con un bagaglio di soluzioni offensive di alto livello, fatto di un tiro dal midrange particolarmente preciso, che gli permette di essere efficace sia in situazioni di isolamento, che come spot up shooter. Lacuna evidente è la mancanza di velocità, esplosività ed atletismo, per un ragazzo che, nonostante l’altezza, supera di poco gli ottanta chili, limite che tuttavia Shai riesce a mascherare grazie ad un ottimo controllo del corpo con cambi di ritmo e accelerazioni repentine che lo rendono un attaccante imprevedibile. Statistiche alla mano parliamo di un giocatore da 13,2 punti, 3,8 rimbalzi 4,9 assist e 1,6 palle rubate ad allacciata di scarpa, ottime medie per un ragazzo tanto giovane quanto acerbo da molti punti di vista.

Ottima inoltre l’attitudine difensiva del ragazzo, in cui la combinazione di altezza, lunghe leve, mobilità e tempismo lo rendono una bella gatta da pelare per gli avversari. Giocatore ancora in divenire, da molti punti di vista, upside interessantissimo, ma ancora tutto da costruire, con un tiro non sempre affidabile soprattutto dalla distanza, in cui il rendimento è buono, ma esplorato sporadicamente dal giovane classe 1998, che come tanti suoi coetanei guarda al prossimo anno come possibile momento propizio per il grande salto fra i professionisti. Prima di tutto ciò tuttavia c’è un torneo NCAA da giocare in cui Kentucky sicuramente non si presenta con una delle migliori compagini del decennio, ma che tuttavia poggia le sue ambizioni anche sul giovane canadese che sarà chiamato a guidare il back court di una delle più titolate università degli Stati Uniti.