Il caso Kawhi Leonard continua ad agitare l'ambiente dei San Antonio Spurs. I neroargento di Gregg Popovich, in lotta per la qualificazione ai playoffs della Western Conference, sono infatti ancora orfani della loro superstar, probabilmente il miglior two way player della lega. Leonard, alle prese da inizio stagione con una tendinopatia al ginocchio destro, ha infatti disputato solo nove gare di regular season, saltando tutte le altre perchè non pronto, nonostante lo staff medico degli Spurs abbia da tempo dato il suo benestare al suo ritorno in campo. Dopo mesi di indiscrezioni e voci su un rapporto deteriorato tra Leonard e il resto dello spogliatoio, giunge oggi una conferma delle difficoltà di relazione tra il numero due dei texani e i suoi compagni di squadra. 

Secondo quanto riportato da Adrian Wojnarowski di Espn - in un report a cui ha collaborato anche un'altra insider NBA come Ramona Shelburne - al termine della gara vinta domenica scorsa contro i Minnesota Timberwolves, ci sarebbe infatti stata una riunione tra soli giocatori negli spogliatoi dell'AT&T Center. Obiettivo, convincere Kawhi a tornare in campo per le ultime gare della regular season, per aiutare la squadra a centrare l'obiettivo della qualificazione ai playoffs. Le fonti di Wojnarowski riferiscono di una sorta di "implorazione" fatta a Leonard dai suoi compagni di squadra, capeggiati da Tony Parker, nell'ambito di una discussione descritta come a tratti "accesa ed emotiva", con voci udibili anche al di fuori dello spogliatoio. Il tutto si sarebbe concluso però con un nulla di fatto, in quanto Leonard avrebbe ribadito la sua posizione, ovverosia quella di non essere ancora pronto a tornare in campo, nè di essere intenzionato a farlo finchè non si sentirà in grado di giocare con naturalezza. Si spiegano così le parole pronunciate ieri da Manu Ginobili, che nel prepartita della gara contro i Washington Wizards aveva dichiarato di credere che l'MVP delle Finals 2014 non sarebbe rientrato in questa stagione. Dall'ambiente di San Antonio erano filtrate recentemente indiscrezioni su miglioramenti di Leonard, mostrati in allenamenti tre contro tre o quattro contro quattro, ma evidentemente tutto ciò non è bastato al giocatore per sentirsi nuovamente pronto a giocare. 

Quando mancano ormai solo dieci gare al termine della regular season, sembra altamente improbabile che Kawhi possa vestire nuovamente la maglia degli Spurs in questa disgraziata annata 2017-2018. Innanzitutto a causa del ridottissimo margine temporale rimasto, meno di tre settimane alla fine della stagione regolare. In secondo luogo, per le difficoltà mostrate da Leonard nel superare un infortunio apparentemente banale, che San Antonio aveva giudicato rimediabile già agli inizi di novembre. La situazione tra il giocatore e la franchigia è dunque sempre più complicata. All'ombra dell'Alamo non si spiegano come Tony Parker (che il tendine rotuleo se l'era rotto durante i playoffs della scorsa stagione) sia rientrato ormai da mesi, mentre una pur fastidiosa tendinopatia sia stata in grado di far saltare un anno intero a un giocatore ben più giovane e meno logoro. In questo contesto, di contrasti e attriti tra Leonard e l'intero ambiente neroargento, dovrà muoversi il general manager R.C. Buford. Kawhi è infatti sotto contratto con San Antonio fino al 30 giugno 2019, giorno in cui il giocatore avrà a disposizione una player option di 21.3 milioni di dollari per la stagione successiva. Ma già quest'estate Buford potrà offrire alla sua stella un'estensione contrattuale al massimo salariale. Impossibile prevedere ora quale sarà la risposta di Leonard e del suo entourage, più facile immaginare che di fronte a un rifiuto il frontoffice degli Spurs sarà costretto a valutare l'opzione di scambiare la propria ala piccola. Ventisette anni ancora da compiere, Leonard è sempre stato considerato il futuro dei neroargento. Da questa stagione in poi nulla però sarà mai più come prima.