Tutto facile all'At&t Center di San Antonio per gli Spurs di Gregg Popovich nel derby texano. Nel matinée statunitense, i padroni di casa sfruttano la maggiore voglia - e necessità - di portare a casa la vittoria in ottica playoff per asfaltare una versione decisamente scialba e frastornata degli Houston Rockets, sì primi della classe ad Ovest, ma già con la testa ai playoff. Padroni di casa in controllo della sfida fin dal principio, mentre gli ospiti riescono ad aggrapparsi alla contesa solo grazie al solito Harden e ad un coriaceo Gordon, ma non basta. Nella ripresa sono Aldridge, Gay e compagni ad alzare il ritmo difensivamente, limitando l'attacco di D'Antoni ad innumerevoli palle perse ed altrettante forzature che non portano a nulla. Spurs vicini alla qualificazione ai playoff. 

Non c'è Chris Paul per gli ospiti, mentre Popovich deve fare a meno del solito Leonard. Avvio decisamente a rilento nel matinée texano, con Capela che ne approfitta da sotto nei primi minuti ed il solo Murray a spingere in contropiede ed in penetrazione per il vantaggio dei padroni di casa (8-6). E' Harden, decisamente sotto controllo e senza mai accelerare più di tanto, a tenere a contatto gli ospiti, i quali peccano nella loro arma migliore, il tiro da tre: 0/8 nei primi 12 minuti. San Antonio non fa molto meglio, ma approfitta del pessimo atteggiamento difensivo dei rivali, andando avanti di nove al primo intervallo grazie alle fiammate di Aldridge in post, di Mills dalla distanza e di Gay in penetrazione (26-17).

Foto Spurs Twitter
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La prima tripla di Gordon sembra scuotere i Rockets in avvio di seconda frazione, ma sono ancora Gay e Gasol a dare la doppia cifra di vantaggio ai padroni di casa. La pecca degli Spurs è non azzannare la gara, lasciando a Gerald Green di piazzare due triple in rapida successione e rispondere con il parziale di 8-0 in favore di Houston. San Antonio ritrova un minimo di inerzia grazie ad Aldridge, complice una difesa di D'Antoni tutt'altro che irreprensibile, ma i Rockets sono in partita e rispondono con Tucker ed il ritorno di Harden (39-38). La gara continua a vivere di parziali e, negli ultimi due minuti la difesa di Pop sale di colpi, limita il barba che ferma troppo la palla e propizia il 7-0 che manda Aldridge e soci all'intervallo avanti di 8. 

Pochissimo ritmo e pochissima energia anche in avvio di ripresa, quando i canestri di Aldridge e Ginobili da una parte e quelli di Capela e Gordon dall'altra confermano il margine della pausa lunga (52-44). Tra i tantissimi errori, è proprio quest'ultimo quello che con più continuità riesce a mettere a soqquadro la difesa degli Spurs, i quali non riescono a dare la spallata decisiva alla sfida. Il time out di Popovich sveglia i suoi Spurs, che escono dal time out con la tripla di Ginobili ed il piazzato di Aldridge per il nuovo più 9 (61-52). I Rockets sembrano perdere il filo del discorso in attacco, forzando spesso da tre e non chiudendo al ferro con Capela, ma si aggrappano alla gara grazie a Green ed Harden: +9 Spurs a fine terzo quarto (75-66). 

Foto Spurs Twitter
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Gli Spurs provano ad addormentare - ulteriormente - la gara in avvio di quarta frazione: Gay fa più 11, Gordon risponde da tre dalla parte opposta, ma è un fuoco di paglia, perché l'attacco di D'Antoni è fumoso ed impreciso. Agli Spurs basta una leggera spinta per chiudere i giochi e, dopo la sospensione di Popovich, questa arriva ad opera di Mills - otto punti in un amen - e di un sontuoso e chirurgico Gay: San Antonio vola sul più 16 ed archivia la sfida. Puro garbage time negli ultimi sei minuti conclusivi: finisce 100-83.

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