Finalmente è arrivato il momento tanto atteso, quello delle partite che contano. In quest'annata piena di infortuni però, alcune situazioni sembrano essersi ribaltate. E' questo il caso dei Milwaukee Bucks e dei Boston Celtics, che si incroceranno in quanto numero 7 e 2 del tabellone. La prima uscita sarà di domenica, ma ad un orario accessibile anche per gli europei come noi, ovvero alle 19.00 (orario italiano). I Bucks sono spesso andati ai playoff negli ultimi anni, ma è dal 2000-2001 che non riescono a passare il primo turno. Inoltre nello storico delle sfide fra queste due squadre, Boston comanda per 4-1 su cinque serie disputate, anche se parliamo di almeno 30 anni fa. La squadra di Prunty, povera di esperienza ma non di talento, non può sprecare un'occasione incredibile, ovvero quella di incontrare una numero 2 del seed decimata dagli infortuni. Entriamo però nel dettaglio per vedere i singoli aspetti che emergeranno durante la serie.

IL CAMMINO

La stagione regolare dei Celtics rappresenta alla perfezione la loro mentalità. Alla prima uscita della squadra contro i Cavaliers, Hayward si infortuna gravemente ed è costretto a saltare l'intera stagione. Poco importa, perché Stevens trasforma i suoi nella miglior difesa della lega e dopo una brutta partenza va a prendersi il primo posto nella Conference. Kyrie Irving è il trascinatore ma certamente non è al meglio fisicamente, e lo si nota quando è costretto a saltare diverse partite per il solito problema al ginocchio e poi quando seguirà il destino di Hayward, ovvero la fine anticipata dell'anno. Ancora una volta, i biancoverdi non sono spaventati, sanno come giocare e vanno a prendersi meritatamente il secondo posto ad Est, con un record di 55-27 che in pochissimi si aspettavano dopo queste premesse.

Totalmente diversa la questione di Milwaukee. C'è poco da fare, il talento non manca e con il ritorno di Jabari Parker era lecito attendersi una stagione al di sopra di questo risultato. 44-38 non è un record da tenere se vuoi impensierire le principali contender. E' anche vero che in mezzo all'anno al licenziamento di Jason Kidd ha seguito la conferma del vice Prunty, almeno per la stagione in corso. DIfficile che il coach ad interim possa dare una sua impronta netta al team, ma certamente i risultati non lo aiutano. Lo diciamo da tanto ormai, ma i Bucks prima o poi dovranno fare il definitivo salto di qualità, e se non sarà quest'anno potrebbe essere il prossimo, con un nuovo allenatore alle porte.

I SISTEMI DI GIOCO

Boston ha nella difesa il proprio maggior punto di forza, ed è lì che Stevens ha istruito alla perfezione i suoi. Quasi tutti coloro che stanno in campo hanno delle ottime qualità difensive e nessun problema nel cambiare su ogni avversario, ma i problemi maggiori riguardano ovviamente l'attacco. Senza Irving sarà difficilissimo trovare spazio in area, viste le lunghe leve degli avversari. Non avendo i propri migliori scorer, i Celtics dovranno viaggiare con numeri abbastanza omogenei fra i loro starters. In particolare, ricordiamo che sono una delle migliori squadre per percentuale dall'arco dei tre punti, ecco dove dovranno punire Milwaukee. Tanti palloni passano dalle mani di Horford che non ha problemi a giocare lontano da canestro, soprattutto se si trova di fronte un lungo tipico con scarsa rapidità di piedi. Il giro palla rimane comunque la caratteristica portante dell'attacco biancoverde, con tutti i giocatori in grado di creare un vantaggio e poi scaricare ai compagni.

Decisamente opposta la questione per gli avversari. L'arrivo di Prunty ha riproposto un sistema di gioco abbastanza classico nell'NBA moderna, anche se c'è un protagonista decisamente particolare come Giannis Antetokounmpo. Sempre in cerca di un cambio, i Bucks preferiscono i canestri da dentro l'arco. Non è che manchino i tiratori, vedi Middleton, Parker, Bledsoe e altri, ma a creare il vantaggio effettivo sono le capacità di questi di arrivare fino al pitturato. Senz'altro è Antetokounmpo il fulcro dell'attacco, sia per quanto riguarda i post che l'1 contro 1 fronte a canestro. In sostanza, i Bucks non giocano un basket spettacolare o rivoluzionario, ma hanno comunque delle armi di rilievo. A soffrire in maggio modo è la metà campo difensiva, rimasta altalenante per tutta la regular season. Nonostante Milwaukee abbia diversi giocatori con spiccate doti difensive, Prunty (e Kidd prima di lui) non è riuscito a dare una quadra precisa.

Fonte immagine: NBA.com
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I ROSTER

Sulla carta, al netto degli infortuni, sono proprio i Bucks quelli col maggior talento individuale. L'arrivo di Eric Bledsoe, "regalato" dai Suns pur di liberarsi del suo contratto, ha aggiunto un'altra pedina importante. Sarà lui a partire come playmaker, affiancato probabilmente dal tiratore Tony Snell, il quale dovrà fare un salto di qualità in questi playoff. Middleton e Antetokounmpo sono coloro che toccano più palloni in attacco, e quindi con maggiori responsabilità. Dalle prestazioni del mostro greco dipenderanno le intere sorti della serie, con Boston chiamata ad un lavoro pazzesco per difendere il ferro. Conclude il quintetto John Henson che invece avrà un compito molto difficile nel difendere su Al Horford, ma nell'altra metà campo il suo atletismo e la sua energia potrebbero fare la differenza. Un altro punto interrogativo riguarda la panchina. Nomi alla mano, giocatori come Parker e Brogdon sono un lusso per la second unit. In realtà in questa stagione le seconde linee non hanno mai mostrato il proprio potenziale. Per quanto riguarda Malcolm Brogdon, rookie dell'anno del 2017, un infortunio piuttosto serio lo ha tenuto fuori per otto settimane; il suo rientro, avvenuto una settimana fa, è fondamentale per la sua squadra in vista di partite importanti come queste. Parker non è più quel giocatore che doveva essere, avendo perso tanta esplosività, ma ha anche altre armi a disposizione, fra cui il tiro da tre. Fra gli altri, completano il roster i vari Maker, Jennings, Dellavedova, Terry e Zeller.

Molto più sperimentale il quintetto dei Celtics, che vedrà senz'altro Terry Rozier in posizione di playmaker. Il giovane play farà senz'altro rimpangere Kyrie Irving, ma rimane una delle scoperte più belle di questa stagione, e in tanti si attendono una sua conferma nei momenti decisivi. Al suo fianco ci saranno Jayson Tatum e Jaylen Brown. Questi due ricordano tanto due fratelli orfani, costretti dalle circostanze a crescere prima degli altri. I genitori (Hayward e Irving) non saranno presenti, ma se Brown già lo scorso anno ha fatto vedere di non temere la competizione, il rookie Tatum ha tanto da imparare ma al contempo rimane uno dei giocatori più solidi e concreti della banda di Stevens. E' probabile che, oltre ad Al Horford, sarà presente Aron Baynes in quintetto: un po' come Pachulia per Golden State, Baynes inizia le partite ma il suo minutaggio sarà scarso durante l'intera partita. Fra i backup più rilevanti troviamo senz'altro Greg Monroe e Marcus Morris, se i Celtics hanno vinto diverse gare nelle ultime settimane lo devono anche a loro due. Entrambi hanno spiccate capacità offensive, derivanti soprattutto dalla loro abilità nel costruirsi tiri da soli, fattore necessario in un attacco che spesso non trova uno sbocco. Monroe va benissimo a rimbalzo offensivo ed è letale vicino a canestro, mentre Morris ha un range più ampio ed è dotato di un tiro da tre punti invidiabile; questi due saranno l'arma principale per cercare di contrastare la panchina avversaria. Per il resto, ci aspettiamo che le rotazioni di Stevens comprendano pochi altri giocatori, fra cui ritroviamo Larkin, Yabusele, Ojeleye e forse anche Nader e Bird.

Fonte immagine: NBA.com
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LE CHIAVI DELLA SERIE

Stiamo parlando forse della serie più incerta dell'intero primo turno. Entrambe le squadre sanno di avere possibilità concretissime di passare alle semifinali di conference, e questo renderà il tutto più intenso e spettacolare. In una serie, la differenza potrebbe farla l'attacco di Boston. Ci saranno partite in cui Tatum, Brown e gli altri faranno scintille, ma quando faranno più fatica (e avverrà prima o poi) come risolverà la questione Stevens? Senza il talento di Irving, Horford diventa il go-to-guy ma non sempre potrà fare la differenza. Insomma, se i Celtics riescono a mettere tutti i protagonisti in ritmo e segnare più di quanto fatto in questa stagione, la serie potrebbe volgere a loro favore. Non abbiamo molti dubbi sulla loro difesa, che è una delle più temibili della lega e difficilmente sarà spazzata via dalla "confusione" dei Bucks. Un'altra chiave di lettura non può che riguardare Giannis Antetokounmpo. Quest'anno ha fatto un passo in avanti (quasi a sfiorare l'MVP) e tutti si aspettano una serie mostruosa dal fratello di Thanasis. Se i Bucks non possono contare sul suo apporto in termini di punti e assist, sarà quasi impossibile un upset. Sarà da tenere d'occhio anche la difesa del team di Prunty. Se riuscissero a contenere il tiro da tre punti di Boston e ad evitare passaggi a vuoto che spesso gli accadono, alla lunga avrebbero un vantaggio non indifferente.

IL PRONOSTICO

Il cuore dice Boston, perché un po' a tutti dispiace che anche quest'anno siano stati limitati dai problemi fisici delle proprie stelle. Con la testa però, è difficile immaginare che in una serie che potrebbe essere di sette partite riescano a contenere i Bucks. Stevens è un mago ma non un dio: 4-3 Milwaukee.

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About the author
Andrea Valiani
Il mio nome è Andrea Valiani, vivo in Toscana, più precisamente a Poggibonsi e studio alla facoltà di scienze politiche a Siena.