Rabbia e frustrazione. Quella di Joel Embiid, costretto ancora ai box dopo la frattura dell'osso orbitale del volto rimediata un mese e mezzo fa. Quella dei Philadelphia 76ers, i quali dopo una striscia vincente di 17 partite - le ultime 16 della Regular Season e la prima della serie di playoffs contro i Miami Heat - hanno conosciuto la sconfitta in gara-2. Una partita strana, giocata sotto ritmo dai padroni di casa, stranamente imprecisi dalla distanza e visibilmente - oltre che stranamente - nervosi. Ne approfittano i cinici ragazzi di Spoelstra, i quali si portano in parità e strappano il fattore campo ai giovani rampanti di coach Brown. 

La rabbia, quella di Embiid, è uscita fuori alla distanza, al termine della gara, quando attraverso Instagram il centro camerunese ha così parlato: "Sono stufo di essere trattato come un bambino", riferendosi chiaramente all'impossibilità di scendere in campo. La preoccupazione e la voglia da parte dello staff medico di Philadelphia di non forzare i tempi di recupero del talentuoso centro africano la fanno ancora da padrone, forse in maniera legittima, non avendo i Sixers ancora quella necessità impellente di rimettere in campo la propria stella. Tuttavia, Embiid non le manda a dire e, ai microfoni di ESPN ha successivamente proseguito, provando a spiegarsi meglio: "Ho promesso alla città i playoffs e mi da fastidio non essere sul campo. Probabilmente non potrò esserlo nemmeno giovedì a Miami. Desidero davvero più di ogni altra cosa essere sul campo con i miei compagni. Vorrei soltanto il semaforo verde per giocare". 

Dall'altra parte non si può biasimare la scelta della società, che adesso sull'1-1 dovrà affrontare la pressione dell'essere favoriti nella serie e per il momento sotto, oltre che alle polemiche sulla scelta dell'esclusione di Embiid. Nella conferenza stampa che ha fatto seguito alla sconfitta di stanotte, coach Brown è tornato sull'argomento, provando a capire lo sfogo del suo giocatore: "E' chiaro che vorrebbe giocare soltanto a basket. E lo è altrettanto che vorrebbe aiutare ed essere con i suoi compagni di squadra sul campo. Vuole giocare davanti ai suoi tifosi e quando non può farlo, è frustrante. Rispettiamo la sua frustrazione. Si tratta di competitività, di voler aiutare i suoi compagni e ora glielo stanno impedendo. E' da capire". 

La presenza di Embiid in gara-3 a Miami, all'American Airlines Arena, è ancora in dubbio stando alle ultime notizie provenienti dall'entourage dei Sixers, i quali adesso hanno la necessità però di ribaltare nuovamente il fattore campo, ritrovare serenità e condurre in porto una serie che sembra tranquillamente alla loro portata.