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NBA - Boston fallisce in rimonta: Antetokounmpo trascina i Bucks al 2-2 nella serie (104-102)

Una gara-4 spettacolare al BMO Harris Bradley Center di Milwaukee permette ai Bucks di riportare in parità la serie contro i Celtics. I ragazzi di coach Prunty durante la gara sono stati avanti anche di 20 punti ma, in seguito alla rimonta avversaria, a decidere il risultato è stato un tap-in di Antetokounmpo, ancora una volta top scorer con 27 punti. A Stevens non bastano i 34 di Brown ed i 21 di Tatum.

NBA - Boston fallisce in rimonta: Antetokounmpo trascina i Bucks al 2-2 nella serie (104-102)
Fonte immagine: Twitter Boston Celtics
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Di Stefano Fontana

Come tutti ipotizzavano dopo l'infortunio di Kyrie Irving, la serie tra Boston Celtics e Milwaukee Bucks si conferma una delle più equilibrate del primo turno dei Playoffs NBA: gara-4, la seconda in Winsconsin, è dei Bucks, che giocano una partita di personalità, intensità e coraggio, resistendo al rientro dei Celtics, quasi commoventi nel risalire dal -20, e trovando il canestro decisivo con Antetokounmpo (27 punti, 8 rimbalzi e 5 assist) a pochi secondi dalla sirena decisiva. Agli ospiti non basta l'ennesima super prestazione di Tatum e Brown, si torna in Massachusetts con la consapevolezza di dover arrivare almeno a gara-6.

Inizio di partita di buona personalità di Boston, che trova un buon contributo nella fisicità di Baynes ed Horford, autori di cinque dei primi otto punti. Partecipano alla festa anche gli altri titolari, mentre i Bucks sembrano abbastanza bloccati e finiscono sotto di 7 lunghezze alla metà della prima frazione. Qui sale in cattedra Antetokounmpo, che attacca con convinzione il ferro per quattro punti filati, mentre Brogdon completa la cucitura portando i suoi sull’11-12. Agganciati gli avversari, Milwaukee scava il primo piccolo fosso sul finale di primo quarto: Maker fa male in post, Parker allunga con cinque punti filati, Middleton gli fa eco con altre due realizzazioni. Sensazionale, poi, quanto rocambolesco, l’ultimo canestro: poco più di un secondo sul cronometro, Morris rimette in campo dal fondo facendo scorrere la palla sul parquet, ma il primo ad arrivarci è il furbissimo Dellavedova che, quasi cadendo, la alza repentinamente e batte la sirena per il 24-17.

Il secondo parziale vede i Bucks toccare subito la doppia cifra di vantaggio grazie a Maker dall’arco, emulato subito da Snell. Milwaukee si ritrova dunque sul +13 mentre i Celtics faticano terribilmente a trovare canestri pesanti. Middleton in fase offensiva e Parker in quella difensiva alzano l’asticella per i padroni di casa, e quando Antetokounmpo vola in contropiede per inchiodare la schiacciata arriva automatico il timeout di Brad Stevens. La risposta arriva da Jaylen Brown, che con cinque punti conescutivi porta il suo conto personale a 10 e riaccende la fiammella della speranza per i suoi, proprio prima che Jabari Parker, dall’arco, ricacci indietro a -14 i C’s. Joe Prunty estremizza le scelte tenendo in campo un quintetto con il Greek Freak da numero 5, e dall’altra parte le contromisure tardano ad arrivare, sotto entrambi i canestri. All’intervallo lungo, dunque, è 51-35.

Ad inizio terzo quarto l’attacco di Boston è ancora fangoso, mentre Giannis e Middleton combinano per aprire la forbice di gap. Quando Bledsoe, in penetrazione, lascia lì ancora per Antetokounmpo e la sua schiacciata ad una mano, il timeout di Stevens ferma il gioco sul 65-45. Da qui, però, i Celtics rompono bene il parziale, trasformandolo in uno a proprio favore e riaccendendo il motore: le schiacciate di Tatum e Ojeleye aprono il campo, l’appoggio di Brown in transizione veloce dona fiducia, e nonostante Antetokounmpo vada ancora a segno, la tripla del solito Tatum porta gli ospiti sotto la doppia cifra di ritardo. A questo punto, come tra pesi massimi, i colpi arrivano uno dopo l’altro da ogni protagonista, in un momento caldissimo della gara. Ad alzare il livello è ancora Middleton, con la stoppata ed il layup che permette ai Bucks di finire il quarto sul +8.

La rimonta è completata in men che non si dica, in apertura di quarto quarto, per la testa di serie numero 1 della Eastern Conference: Larkin manda a schiacciare Baynes, Brown punisce la difesa dall’arco con il 27esimo punto della sua partita, è timeout Bucks. Il rientro in campo, neanche a dirlo, corrisponde a due punti del greco, ma Boston impatta a quota 77 nel punteggio. A questo punto la gara diventa ancora più frenetica, ed Eric Bledsoe si prende la scena segnando sette dei dieci punti di parziale che riportano i suoi avanti di 5 (90-85). Tatum e Rozier, dall’arco entrambi, provano ancora a tenere a galla i Celtics, in tutta risposta Antetokounmpo tira fuori dal cilindro l’ennesima schiacciata. Tre punti, col 2+1, arrivano anche da Horford, ed oramai si segna con estrema continuità. Le difese alzano il tono, Thon Maker piazza un paio di stoppate da urlo con le leve infinite, ma Milwaukee non riesce più a staccarsi gli avversari dalla coda, con Rozier e Brown che sparano alla perfezione dalla lunga distanza e firmano il -1 a 90 secondi dal termine. A questo punto, la freddezza fa tutta la differenza del mondo: i Bucks buttano via un possesso, il terzo dei giovani talenti in maglia nera, Jayson Tatum, risponde presente e firma il jumper del sorpasso sul 100-99. L’inerzia sembra cambiata, ma il film si ripete a parti invertite: penetrazione ingenua di Brown, palla persa, circolazione in transizione e tripla dall’angolo che pesa come un macigno per Brogdon. Lo stesso Brogdon si incarica della penetrazione decisiva, mancina, che esce, ma nessuno taglia fuori Antetokounmpo. Il greco vola, tocca il tap-in e fa +2. Dall’altra parte il tiro decisivo è messo nelle mani di Morris, marcato, ma il ferro lo sputa: festa Bucks, serie pareggiata 2-2.

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About the author
Stefano Fontana
Ventenne. Ex-Liceo Scientifico abruzzese, trapiantato a Bologna nella facoltà di ingegneria informatica. Da sempre malato di calcio, fede rigorosamente rossonera, alla quale nel tempo si è aggiunta quella biancorossa dei Gunners. Con gli anni ho imparato ad amare tennis e basket NBA, grazie rispettivamente a Roger Federer ed alle mani paranormali di Manu Ginobili. Aspirante chitarrista con poche fortune. Non rifiuto mai una birra gelata.