Un primo tempo esaltante, poi la rimonta e la paura, prima di ritrovare il giusto cinismo per archiviare la pratica e portare in parità la serie sull'1-1, ottenendo così anche il fattore campo per il prosieguo della sfida contro gli Houston Rockets. Facce visibilmente soddisfatte - a buonissima ragione - quelle dei giocatori degli Utah Jazz che lasciano il Toyota Center con una preziosissima vittoria in gara-2 delle semifinali della Western Conference, la quale lascia in dote ai ragazzi di Snyder fiducia ed entusiasmo in vista dei prossimi appuntamenti. Nel ventre del palazzetto texano i protagonisti della sfida, con il tecnico in primis, hanno analizzato i temi della gara. 

"Chiediamo davvero tanto a Mitchell. Gli affidiamo la palla con la consapevolezza che possa prendere le migliori decisioni per la squadra, individualmente e non solo. A volte è più difficile segnare, specialmente per uno che è abituato a farlo ed è guardato a vista per tutta la durata della partita. Tuttavia ha avuto l'abilità di restare concentrato e di rendersi utile per la squadra con altre giocate, non solo con dei passaggi creativi e decisivi, ma anche con le cose più semplici, nel prendere le giuste decisioni. Ha fatto una grande gara". Mitchell chiamato a fare le veci di Rubio nel ruolo di playmaker, in quanto l'assenza del regista spagnolo obbliga Snyder a percorrere soluzioni alternative. La dimostrazione della grandezza del rookie prodotto da Louisville si è vista proprio stanotte, nel mettersi a disposizione e fare la differenza anche in un ruolo non propriamente suo, mostrando quella maturità necessaria per imporsi a questi livelli anche dopo pochi mesi nella NBA. 

Spartiacque della contesa la schiacciata nel traffico di Donovan Mitchell, la cui prestazione non è stata la solita in termini realizzativi (17 con 6/21 dal campo) ma esemplare in quanto ad assist sfornati per i compagni (11, record migliore persino di quello di un certo John Stockton). Il rookie di Utah ha letto alla perfezione la trappola difensiva messa in atto da D'Antoni, i cui raddoppi sulla palla sono serviti a poco vista la facilità con la quale Mitchell ha trovato i compagni smarcati nel pitturato e sul perimetro.

Non solo, la giocata che ha dato nuovamente il più sei agli ospiti a sei minuti dal termine è di quelle che infonde fiducia ed entusiasmo all'intera squadra ed è stata commentata così dal protagonista in causa: "Ad essere onesti, sono andato per segnare il floater in penetrazione, quando ho visto che il tiro era corto ho pensato a prendere il rimbalzo, poi è successo tutto in quell'attimo. In aria ho pensato, perché non farlo direttamente con la palla in schiacciata ed è andata bene. E' stata una bella giocata".