In questa analisi di gara4 andremo ad analizzare prima la situazione principale riguardante l'attacco di Cleveland e poi aspetti positivi e negativi di Boston nella metà campo offensiva.

Il piano partita dei Cavs, che si è palesato in maniera evidente nelle due gare giocate e vinte alla Quicken Loans Arena, è tanto semplice quanto efficace: coinvolgere LeBron in situazioni di pick&roll, o in veste di palleggiatore o in veste di bloccante, e attaccare il mismatch che si crea in seguito al cambio che la difesa effettua. E per quanto Boston abbia un roster costruito in modo da potere cambiare senza troppi patemi dalla posizione di 2 a quella di 5, l'anello debole in questo schema è giocoforza Rozier, l'unico vero piccolo del roster in assenza di Irving e Larkin.

E per quanto a volte a James capita di essere passivo senza sfruttare appieno il mismatch, un accoppiamento James-Rozier non può andar bene alla difesa, che finora ha provato varie soluzioni che però i Cavaliers sono il più delle volte riusciti a punire. Questi due possessi dimostrano (il primo ancora più del secondo) cosa succede se la difesa lascia abusare in post del proprio play al 23 avversario.

Il problema non si pone solo con LeBron, perchè anche se dopo il cambio Rozier finisce su Love c'è un mismatch evidente. E la soluzione provata qui dalla difesa consiste nel mettersi totalmente davanti al lungo (in gergo tecnico si parla di «front the post»), in modo da consentire solamente un passaggio lob, che l'attacco potrebbe non voler rischiare perchè lento e intercettabile dal difensore che si stacca dal lato debole. Ed è proprio questo che fa Tatum, forse però in maniera troppo sfacciata, con Hill che legge la situazione e pesca in angolo Smith con un gran passaggio.

Emergenza che scaturisce anche se Rozier cambia su Thompson. Ma mentre posso capire il cambio su Love perchè il lungo farebbe fatica a contenere il palleggiatore e uscire anche su Love dietro l'arco dei 3 punti in caso di pick&pop, mi sembra un po' troppo un regalo all'attacco cambiare anche se il gioco a due è tra Hill e Thompson. Infatti Thompson dopo il cambio non deve fare granchè, se non farsi dare palla e spingere il proprio difensore praticamente fin sotto al canestro per due punti facili.

I Celtics hanno naturalmente poi provato a togliere Rozier da Hill per dirottarlo invece su Smith, ma Cleveland ormai lo va a coinvolgere in queste situazioni a prescindere da tutto. Fa bene a questo punto Rozier, in quest'altro possesso, a indirizzare LeBron verso il fondo, dove arriva poi l'aiuto di Morris che si stacca da Thompson. Questo fa sì che su Thompson debba andare Tatum per evitare un passaggio sotto facile, e Horford ruota in angolo per negare il tiro da 3 a Love. Il lungo di Cleveland attacca in palleggio ma non riesce a trovare il canestro in entrata.

L'idea di cambiare servirebbe proprio ad evitare queste situazioni di continue rotazioni della difesa, perchè le distanze da coprire sono lunghe, soprattutto quando i Cavs giocano con Love da 5. Però se si accetta così facilmente il cambio di Rozier su James, questa diventa - volente o nolente - probabilmente l'unica carta a disposizione di Brad Stevens.

L'altra, che tuttavia non dipende in nessun modo dai giocatori in maglia biancoverde, è sperare che James per un motivo o per un altro sia passivo accontentandosi di fadeaway o comunque tiri da fuori. Se però ti viene fatta questa "concessione", poi non puoi commettere falli stupidi come questi di Rozier e Tatum, che si fanno pescare con le braccia in posizione non corretta e regalano due tiri liberi.

Una buona difesa di Boston l'abbiamo in questo possesso, in cui dopo il cambio su James viene consentita la ricezione a Thompson, e così tocca a lui fare la giocata:

La strategia più usata dai Celtics per rimediare ai mismatch che si vengono a creare consiste nell'operare un ulteriore cambio, o prima che la palla arrivi al giocatore spalle a canestro oppure sulla ricezione di quest'ultimo. Rozier si mette ancora una volta davanti, l'unico passaggio possibile è quello lob, e mentre la palla è in area Baynes ha il tempo di cui ha bisogno per lasciare il proprio uomo e venire a marcare James.

A questo punto però le rotazioni devono essere perfette: Horford fa il suo e va su Thompson, ma Rozier deve arrivare sul lato debole e prendere uno dei due tiratori, che sono Love e Korver. La palla di LeBron è eccellente perchè viaggia velocissima, Tatum lascia Korver per negare il tiro da 3 a Love sulla ricezione e Rozier dovrebbe andare su Korver in angolo. Il play dei Celtics però per un attimo fa come per andare su Love, e quella frazione di secondo fa sì che non arrivi in tempo nell'angolo. Tripla di Korver.

A giocare brutti scherzi può essere anche l'indecisione, con i due giocatori coinvolti nel cambio che non si intendono e LeBron può mettere indisturbato il jumper.

La stessa strategia funziona invece in questi altri due possessi, con Horford che effettua il cambio "volante" su James.

Tutto ciò detto, probabilmente Stevens potrebbe iniziare a pensare di far passare il difensore di LeBron sotto il blocco, dando a Rozier o chi per lui solo il compito di rallentare un minimo James con un piccolo aiuto prima di tornare sul proprio uomo. Si rischia magari un tiro da fuori del 23, ma come abbiamo già visto nell'analisi dopo gara2, è un qualcosa con cui Boston è disposta a convivere. Ed è proprio Cleveland a darci una dimostrazione di questa strategia difensiva, anche se a dirla tutta in quest'occasione Hill e Korver non si intendono benissimo:

Per concludere la parte dedicata alla metà campo offensiva di Cleveland, al di là di tutto Boston non può assolutamente permettersi di regalare ad un attacco - già di per sè difficile da fermare - anche due punti così comodi, permettendo a Thompson di essere il più veloce a correre il campo.

Spostandoci ora nell'altra metà campo, ho avuto troppe volte nelle ultime due gare l'impressione che Brown e compagni abbiano tirato senza aver prima davvero attaccato, accontentandosi del primo tiro disponibile (anche di bassa qualità), facendo così il gioco della difesa. Sia Brown che Horford in questa clip possono cercare un tiro migliore:

Così come questo tiro di Ojeleye non ha senso:

Stessa cosa per questa conclusione di Jaylen Brown dopo un solo passaggio, con 17 secondi sul cronometro dei 24 e la sua squadra sotto di 13. E infatti subito dopo Stevens si è innervosito facendogli chiaramente segno di muovere la palla.

Ancora Brown, e c'è decisamente di meglio di questo tiro...

Una delle armi a disposizione dei Celtics, che però nelle due gare in trasferta non è stata tale, è la maggiore fisicità dei propri esterni rispetto ai rispettivi difensori. Fisicità che dovrebbe consentire loro di entrare di forza in area. Invece in gara4 Brown è stato stoppato per ben due volte da Korver, difensore competente ma che non ha mai avuto (e ancor meno a 37 anni) grandi mezzi atletici. Troppa morbidezza in questo 1contro1:

In questo attacco poi non riesce ad arrivare fino al ferro e sbaglia un tiro comunque fattibile, e dopo il rimbalzo in attacco va su come se fosse in campo da solo e si becca la stoppata ancora di Korver.

Palesi le differenze con altri due 1contro1, arrivati questi nell'ultimo quarto. Qui la differenza fisica si nota tutta, e infatti arrivano i 2 punti in entrambe le occasioni, e in una delle due anche il fallo.

Anche Tatum deve attaccare di più il ferro, anche perchè i Cavs non hanno grandi intimidatori d'area (e Boston a sorpresa sta tirando meglio al ferro contro Thompson che contro Love). E così sul cambio difensivo è Tatum a punire Hill, senza che nessun difensore possa farci niente.

La pressione ora è decisamente sui Celtics, che avendo sostanzialmente non giocato gara3 hanno fatto sì che a Cleveland sia bastato giocare una sola vera partita per pareggiare la serie. Se vuoi vincerne una alla Quicken Loans Arena devi necessariamente darti due occasioni arrivando a contatto nell'ultimo quarto, cosa che Boston ha fatto solo nell'ultimo episodio della serie. Si torna al TD Garden, e vedremo se per la prima volta Boston risentirà della propria inesperienza anche tra le mura amiche.