A dispetto di quanto pronosticato da tanti, gara-1 delle NBA Finals tra Golden State Warriors e Cleveland Cavaliers non è sembrata il primo atto di uno sweep annunciato, bensì di una sfida estremamente equilibrata, vinta dai californiani in overtime, anche grazie a una serie di eventi favorevoli. Stavolta, a differenza di quando accaduto in gara-1 contro Indiana e Boston, LeBron James non ha aspettato la partita per capire quale fosse il contesto. Il Prescelto ha attaccato sin dall'inizio, segnando in penetrazione contro chiunque, senza dare segnali di stanchezza, neanche nel secondo tempo, in cui le sue triple hanno esaltato i Cavs e spaventato i Warriors. Golden State si è salvata, tra polemiche arbitrali e harakiri avversari (George Hill e J.R. Smith in occasione del tiro libero alla fine dei regolamentari), dimostrando di non essere sempre sul pezzo. 1-0 Dubs, questi i punti più significativi del primo capitolo della serie: 

- Scherzare col fuoco, ovverosia con LeBron James. I pasticci dei Cavs e un overtime da Golden State non possono far passare in secondo piano la prestazione di LeBron James, 51 punti, 8 rimbalzi e 8 assist in 48 minuti di gioco. LBJ è partito fortissimo, approfittando anche dell'assenza di Andre Iguodala, ha cercato gli accoppiamenti con Looney e Curry, ritenuti favorevoli, ha chiuso al ferro nonostante falli e contatti, ha dato ai suoi il segnale che gara-1 era da vincere. I Warriors hanno invece a lungo faticato, come già accaduto in questa postseason, accendendosi solo all'inizio del terzo quarto, per poi ripiombare in una strana apatia, che li ha condotti a un passo dalla sconfitta. Poco intensi in difesa, statici in attacco: non i Dubs degli scorsi anni, che hanno scherzato con il fuoco, che risponde a sua volta al nome di LeBron, capace di aggiungere triple senza ritmo a un arsenale illimitato, e di tenere i suoi punto a punto fino agli ultimi secondi dei regolamentari.

- George Hill - J.R. Smith. E dire che le prestazioni individuali dei due componenti del backcourt di Cleveland erano state positive, soprattutto in difesa, ma anche in attacco. Fino a quell'ultimo tiro libero di Hill che, se segnato, avrebbe mandato i Cavs avanti 107-108 a pochissimi secondi dal gong. L'ex Spurs, Pacers, Jazz e Kings lo ha sbagliato, ma J.R. ha avuto la prontezza di spirito di andare a rimbalzo, uscire dall'area e avere una chance dall'arco. Tutto sprecato, perchè Smith è misteriosamente tornato verso la sua metà campo, nel tentativo di perdere tempo, prima che LeBron James gli facesse notare che il punteggio era ancora in parità. Persa la chance di vincere gara-1 ai regolamentari, i Cavs si sono sciolti nel supplementare, tra stanchezza e frustrazione (Tristan Thompson, ma anche lo stesso LeBron, su tutti).

- Cambi ovunque. Chiarissima la strategia difensiva dei Cleveland Cavs: imitare il più possibile gli Houston Rockets, cambiando in difesa contro tutti i giocatori avversari, dall'uno al cinque, per togliere ritmo all'attacco di Golden State. Operazione riuscita con successo per lunghi tratti della gara, perchè i Dubs sono stati offensivamente irriconoscibili. Ecco spiegato l'utilizzo a singhiozzo di Kyle Korver, anello debole da questo punto di vista, mentre hanno avuto tanti minuti Jeff Green, Jordan Clarkson e Larry Nance (quest'ultimo meglio anche di Tristan Thompson per energia ed elettricità). 

- Golden State, cercasi lungo. Assente Iguodala, Steve Kerr ha riproposto Kevon Looney al fianco di Draymond Green, con esiti disastrosi nel primo tempo. Looney è stato attaccato e brutalizzato da James: la contromossa di Kerr è stata dunque quella di inserire JaVale McGee, che ha regalato a Golden State sei minuti di intensità all'inizio del primo quarto, quando i californiani hanno provato la spallata. Il rookie Jordan Bell ha avuto un ruolo importante, ma il ragazzo da Oregon non ha ancora l'esperienza per resistere a un fenomeno come LeBron. Looney si è rifatto in attacco nel secondo tempo, ma quello del numero quattro rimarrà un ruolo delicatissimo nel prosieguo della serie. 

- I supporting cast. Dopo il pasticcio di J.R. Smith, saranno in tanti a evidenziare come LeBron sia sostanzialmente solo. Versione dei fatti che è stata però in parte smentita durante i regolamentari, perchè i vari Green, Nance, lo stesso Smith, Hill e Thompson hanno dato il loro contributo sui due lati del campo. C'è poi il solito caso Kevin Love: il Beach Boy californiano garantisce punti in attacco, ma la sensazione è che la difesa di Cleveland sia molto più mobile senza di lui. Dall'altra parte Kerr ha fatto assaggiare il parquet un po' a tutti, da Nick Young a Patrick McCaw, passando per McGee e West, ma l'uomo chiave è stato Shaun Livingston. Unico giocatore che non ha tiro dall'arco, Livingston è la miglior alternativa nei momenti che contano.

- Curry, uomo chiave. Senza le giocate di Curry i Warriors mancano dell'elettricità giusta per vincere ad alti livelli. Draymond Green garantisce sempre il suo contributo, come difensore del ferro e fantastico all around player, Klay Thompson è in costante movimento: è dunque Steph Curry il giocatore chiave, quello che accende Golden State. Non solo triple, ma attenzione della difesa su di lui, e tante penetrazioni, sia all'inizio che alla fine dei regolamentari. Sotto i suoi standard Kevin Durant, che sarà però fondamentale nel prosieguo della serie.

- Gli aggiustamenti. Gara-1 ha dimostrato che LeBron James non è marcabile. Segna come e quando vuole, ma Golden State deve cercare di limitarlo. LBJ non verrà raddoppiato (Kerr confermerà una tendenza consolidata nell'NBA di quest'anno), ma dovrà essere limitato: il solo Kevin Durant sembra rappresentare un'opzione valida per i Warriors. Troppo faticoso per KD? Sono le Finals, e provare a dar fastidio a James dovrebbe essere l'unica vera preoccupazione della difesa dei Dubs, che si è espressa ai suoi livelli solo per due-tre spezzoni di gara. Dall'altra parte Lue potrebbe andare verso un'estremizzazione del quintetto, magari non dalla palla a due. L'esperimento con Nance e quattro piccoli ha funzionato: forse uno tra Thompson (di cui lo stesso Nance è un sostanziale backup) e Love è di troppo, anche perchè Jeff Green non può rimanere a lungo in panchina.