E' stata una sconfitta difficile da accettare per i Cleveland Cavaliers, quella subita in gara-1 delle NBA Finals 2018. Sempre in partita durante i tempi regolamentari, i Cavs sono stati trascinati da LeBron James a un passo dall'1-0. Poi gli ultimi, scellerati secondi: l'errore dalla lunetta di George Hill, il pasticcio di J.R. Smith e l'overtime, in cui i Golden State Warriors hanno dominato.

Amarezza per un'occasione persa: è questo il sentimento dominante nell'ambiente e nello spogliatoio di Cleveland. E lo stesso LeBron James non fa nulla per nasconderlo: "Si tratta di una delle sconfitte più dure della mia carriera - dice il Prescelto, secondo quanto riportato da Brian Windhorst di Espn - per come sono andate le cose e per come abbiamo giocato. Sono state ventiquattro ore difficili non solo per George Hill o per me, ma per l'intera squadra, perchè ci eravamo messi nella posizione perfetta per vincere". Ora LeBron prova a guardare avanti: "Venerdì è stato subito un altro giorno, mi sono svegliato entusiasta per l'opportunità di giocare ancora meglio in gara-2. Dopo una sconfitta del genere, ci si può dare un giorno per smaltire la delusione, al massimo due, ma poi bisogna guardare avanti e capire che abbiamo un'altra grande occasione". Un LeBron che ha giocato il secondo tempo di gara-1 con problemi all'occhio, a causa di una manata rifilatagli da Draymond Green: "Non mi sembra di stare molto meglio, ma i medici dicono di sì. Siamo nel bel mezzo della fase di recupero. Gli antibiotici mi aiuteranno a recuperare il prima possibile, sto seguendo le indicazioni terapeutiche dei medici. Non c'è altro che possa fare, di certo non posso metterci ghiaccio sopra". Anche coach Tyronn Lue sprona la squadra: "Gara-1 è finita, non possiamo farci più nulla. Dobbiamo solo andare avanti. Abbiamo fatto diverse sessioni video, mostrando ai giocatori dove possono migliorare: ora sono nella miglior posizione possibile". La situazione della serie ricorda quella del 2015, quando in gara-2 i Cavs (privi di Love e Irving) pareggiarono i conti in overtime.

"Tre anni fa siamo stati resilienti, siamo tornati a combattere e ci siamo presi l'1-1 per rientrare a Cleveland - dice proprio Kevin Love - speriamo di fare la stessa cosa adesso. Nei primi cinque minuti di gara-2 dobbiamo scendere in campo per dimostrare subito di cosa siamo capaci: è necessario far capire immediatamente quale sarà la nostra partita". Tra i Cavs il giocatore più scrutinato dalla stampa rimane J.R. Smith, dopo la paradossale situazione del finale del quarto quarto di gara-1. J.R. ammette che "dopo averci pensato a lungo nelle ultime ventiquattro ore, nonostante sia passato ormai molto tempo dalla fine della partita, non posso dire di essere stato sicuro di nulla in quel momento. Non so cosa ho detto a LeBron in quegli attimi, forse che eravamo avanti nel punteggio, ma non ne sono sicuro. Quello che mi è successo è difficile da gestire, ma io posso farcela, per tutto ciò che ho passato nella mia vita. Sono sempre stato quello che veniva preso in giro, quello che faceva cose pazze, ma ho sempre guardato al giorno successivo. Non voglio soffermarmi troppo su quanto accaduto, devo solo tornare a giocare ed essere me stesso". Tutto l'ambiente dei Cavs, a partire da LeBron James, che definisce resiliente il suo compagno di squadra, si stringe intorno a J.R. Smith: troppo importante gara-2 nell'economia della serie di Cleveland, troppo importante Smith per lasciarlo affondare da solo dopo un errore. "Giocare con LeBron è un privilegio, sei testimone di qualcosa di storico - dice J.R. - ma da un altro punto di vista, se non vinci, tutti guardano a te come a quello che lo ha fatto perdere". Ecco perchè il supporting cast sarà fondamentale in gara-2, in una partita molto meno scontata di quanto si possa immaginare.