L'inizio della Regular Season è alle porte, e come ogni anno ognuno di noi dedicherà maggiore attenzione a certi giocatori, piuttosto che a certe squadre, perchè attratto dai più svariati motivi. Senza perderci in chiacchiere, vi presento la squadra che mi incuriosisce di più questa stagione, i San Antonio Spurs (le altre due principali fonti di curiosità per me sono i Toronto Raptors e i Milwaukee Bucks).

TRA RIVOLUZIONI E INFORTUNI, È L'ORA DI DERRICK WHITE

Kawhi Leonard, Manu Ginobili e Tony Parker. Ma non solo: anche Danny Green e Kyle Anderson. Gli Spurs si affacciano a questa stagione senza 5 dei 10 giocatori che l'anno scorso sono stati per più minuti di media in campo. Che sia la fine di un'era se n'è già parlato tanto in estate, quindi su questo è inutile dilungarsi. Ma, come se non bastasse, ad aggiungere intrigo alla loro stagione - anche se in realtà di questo ne avremmo fatto volentieri tutti a meno - è il dover fare a meno anche di Dejounte Murray, play sul quale gli Spurs puntavano molto, al punto che molti all'interno dell'organizzazione hanno confidato di aspettarsi un grandissimo anno (e sappiamo come gli Spurs siano restii a fare commenti del genere). Invece, rottura del crociato e stagione finita ancor prima di iniziare per lui, pochi giorni dopo aver appreso che anche il rookie Lonnie Walker IV - selezionato al draft di quet'anno con la scelta numero 18 - dovrà saltare tra le 6 e le 8 settimane essendosi dovuto operare al menisco del ginocchio destro.

Un altro dei motivi di interesse dell'attuale versione degli Spurs è sicuramente Derrick White, scelto dagli Spurs al primo giro nel draft 2017 e che nella scorsa stagione ha fatto la spola tra G-League e prima squadra. Quest'anno però la situazione dovrebbe essere diversa, con Popovich che in preseason gli ha concesso un buon minutaggio anche prima dell'infortunio di Murray. E White stava ripagando la fiducia, giocando con la convinzione di uno che sa di appertenere a questo livello. L'anno scorso San Antonio si è posizionata agli ultimi posti sia come numero di tiri da 3 presi (26^ con 24.1 tentativi a partita, laddove Houston è in testa in questa categioria con oltre 42) sia come percentuale (24^), e per questo deve essere stato decisamente incoraggiante vedere la tranquillità con cui White in preseason ha preso tiri del genere:

Parliamo di un giocatore di grande stazza per il ruolo di play, essendo 1.96 con un'apertura di braccia di 2.05, e che può quindi tranquillamente marcare anche le guardie avversarie senza andare sotto fisicamente. Ma dato che quando piove grandina, anche lui si è di recente infortunato - al tallone - e dovrà stare fuori tra le 6 e le 8 settimane. Quando tornerà avrà naturalmente bisogno di un periodo ulteriore di ambientamento, ma quest'anno è davvero la sua occasione, e l'unico aspetto positivo dell'infortunio di Murray (proprio a volerne trovare uno) è che White dovrà per forza di cose essere gettato nella mischia. Poi starà a lui dimostrare il proprio valore.

L'EMERGENZA ALI E LE ROTAZIONI DI POP

Altro motivo di interesse a proposito degli Spurs, e temo che per i tifosi Spurs sia più che altro un motivo di preoccupazione, è la pressochè totale mancanza nel roster di giocatori alti tra 1.97 e 2.05, che è su per giù il range di altezza delle ali che sono così tanto importanti nel basket moderno per le armi che forniscono alla propria squadra: sia in attacco che soprattutto nella metà campo difensiva, dove la loro capacità di marcare indistintamente più posizioni permette ai coach di poter cambiare molto sui blocchi. E dunque, così come gli Spurs nella scorsa stagione sono andati in direzione opposta rispetto al trend della lega di incrementare il numero di tiri da 3, sembrano quasi fare all-in sull'andare in controtendenza. Le altre squadre si accaparrano quante più ali con queste caratteristiche? Ebbene, Pondexter è l'unico neroargento a rientrare nei parametri di centimetri citati pocanzi; ma parliamo di un giocatore che - causa infortuni al ginocchio cui si è poi aggiunta anche un'infezione che ha rischiato di portare alla sua morte - dal 2013 ad oggi ha giocato più della metà delle partite di regular season solo una volta nelle ultime quattro stagioni, restando totalmente fermo dal 2015 al 2017. Finora in preseason nella posizione di 3 si sono alternati, oltre a DeRozan, fondamentalmente Rudy Gay e Dante Cunningham, ma entrambi sono in un punto della loro carriera in cui sarebbero più efficaci da 4, dove peserebbe meno il fatto che nessuno dei due possegga un tiro da 3 troppo affidabile. Toccherà quindi spesso a Gay marcare i Durant e James della situazione, e lui stesso è uno reduce da una rottura del tendine di Achille due anni fa e che l'anno scorso ha giocato 57 partite.

Dare molti minuti a Gay da 3 vorrebbe dire far giocare DeRozan da 2, e di conseguenza avere in campo un backcourt - anche se completato da un tiratore pericoloso come Mills - a cui gli avversari non si faranno troppi problemi a concedere qualche spazio in più, magari per raddoppiare Aldridge in post. Vedremo come gestirà la situazione Popovich, che dovrà cercare un quintetto quanto più equilibrato possibile. Aggiungendo un tiratore come Belinelli o Forbes si guadagnerebbe in pericolosità dal perimetro ma si perderebbe fisicità (soprattutto col secondo, a meno che non venga abbinato ad un play più dotato fisicamente come White o come poteva essere Murray). Situazione simile anche con la coppia di lunghi. Aldridge e Gasol insieme in campo, con le squadre che ormai spesso schierano anche cinque tiratori allo stesso tempo, ce li si può permettere sempre di meno ogni anno che passa, e le alternative non sembrano però piacere troppo a Popovich. A partire da Bertans, impiegato l'anno scorso per soli 14 di minuti di media, laddove ne avrebbe giocati sicuramente di più in quasi qualsiasi altra squadra nella lega, trattandosi di un 2.11 che può tirare senza problemi anche da 8 metri. Poeltl, arrivato nella trade con i Raptors, è sicuramente un'ottima aggiunta in quanto è un ottimo bloccante ed è bravissimo nel difendere al ferro, però è un giocatore senza range di tiro, e c'è un limite a quanti non tiratori da 3 puoi permetterti in un campo Nba senza che il tuo attacco sprofondi.

Starà come detto a Popovich trovare le giuste combinazioni, tanto per la metà campo offensiva quanto per quella difensiva, tra quintetti più dotati dal perimetro ma magari meno fisici (ad esempio Mills, Belinelli, DeRozan, Bertans, Aldridge) e quintetti invece molto grossi (Pondexter da 2, Cunningham da 3, Bertans da 4 e un lungo tradizionale)

POCO TIRO DA 3 E TROPPO MIDRANGE?

Strettamente connesso al tema delle rotazioni e dei quintetti che manderà in campo di volta in volta Popovich è, come notato, la pericolosità da dietro l'arco dei 3 punti. E guardando il roster possiamo notare come solo Forbes, Belinelli, Bertans e Gasol abbiano almeno il 36% da 3 in carriera: Murray ha il 26% su appena 0.4 tentativi di media (anche se quest'estate pare avesse lavorato proprio sul tiro da 3 in situazioni di catch and shoot); DeRozan l'anno scorso ha tirato col 32% su quasi 4 tentativi a partita (e quasi sicuramente quest'ultimo numero calerà quest'anno), ma in carriera è un tiratore da 28%; Aldridge la scorsa stagione ha avuto il 29% su appena 1.2 tentativi; Gay è un tiratore da 34% in carriera ma nell'unica stagione a San Antonio ha toccato il proprio minimo storico per numero di tentativi. Non sorprende dunque che nella passata stagione solo sette squadre abbiano costruito meno tiri da 3 wide open degli Spurs.

E, manco a dirlo, questo approccio non ha particolarmente funzionato, dal momento che l'offensive rating di San Antonio, ovvero i punti segnati per 100 possessi, è stato appena 17^, quindi nella seconda metà della lega. I texani puntano invece molto sul tiro dalla media, zona definita oltreoceano come midrange, tiro che si sa essere il meno efficiente in assoluto (e non a caso quello che tutte le difese tendono a concedere sul pick&roll). Aldridge e compagni si sono classificati terzi nella scorsa stagione in questa speciale categoria, con 24 tentativi a partita. Numero che è destinato probabilmente a salire grazie all'arrivo di DeRozan. Infatti la guardia ex Toronto nella stagione 2016/2017 ha fatto totalizzare l'enormità di 10 tiri dalla media a partita, salvo poi abbassare questa cifra su indicazione del coaching staff a 6.3 nella successiva. E così gli Spurs hanno ora due dei quattro giocatori che hanno tentato più tiri dal midrange nella stagione passata.

Per la prima volta, complici gli infortuni e una Western Conference sempre più competitiva, c'è il ragionevole dubbio che la striscia di apparizioni consecutive ai Playoffs degli Spurs possa terminare, e questo paradossalmente getta le basi per un'altra grande impresa di coach Popovich, che già l'anno scorso è riuscito comunque a portare ai Playoffs della Western Conference con 47 vittorie una squadra che ha avuto Leonard (che se sano è tra i primi 5 giocatori della lega) per sole 9 partite. Sarà da monitorare anche il rendimento della difesa, che è stato il punto forte di San Antonio l'anno scorso e non solo, per le possibili difficoltà prospettate nel ruolo di 3 e perchè se ne sono andati due eccellenti difensori come Green e Leonard e sono sostanzialmente stati rimpiazzati da Belinelli e DeRozan. Ma una cosa ormai dovremmo averla capita: mai dare per spacciati gli Spurs.