Due partite, due vittorie. Il ruolino di marcia dell'Italbasket è finora perfetto: la semifinale è stata conquistata da primi del girone, e questo ci permetterà di incontrare il Messico nella prima partita, invece della temibile Grecia. La prestazione in quel di Torino, assistita da tantissimi di tifosi, è stata ottima. Messina ha saputo riportare alla perfezione il suo sistema difensivo in questa squadra piena di talenti ed ha tenuto la Croazia a soli 60 punti. Allora quale è il problema? Che noi ne abbiamo segnati appena 67. Le statistiche nella metà campo offensiva parlano chiaro: 33.8% dal campo e un misero 25% (4/16) da tre punti, che dovrebbe essere una delle nostre armi migliori. Vediamo più nello specifico i nostri uomini principali come hanno affrontato la partita.

Marco Belinelli è stato il nostro top scorer con 19 punti, si è inserito molto bene nella squadra e sta giocando al servizio di essa, basti pensare che buona parte delle sue conclusioni sono arrivate da assist e una buona circolazione di palla. Certo, in difesa lascia talvolta a desiderare, ma il suo ruolo in attacco è stato ricoperto magistralmente.

Danilo Gallinari, forse l'uomo più completo, ha messo a referto 12 punti, molti dei quali nei momenti decisivi dell'ultimo quarto. Due partite in cui il Gallo ha fatto un po' di fatica, una possibile scusante è senz'altro l'infortunio subito a Denver che lo ha tenuto fuori tutta la seconda metà della stagione. Possibile che debba riprendere il ritmo gara, ma gli ultimi minuti, che hanno sancito la vittoria azzurra, lasciano ben sperare.

Andrea Bargnani, il Mago, è stato uno dei più convincenti nelle due partite di Torino. Il suo jump shot è praticamente immarcabile e dobbiamo fare grande affidamento su di esso, nonostante Aza Petrovic abbia costretto Messina a giocare senza di lui per molti minuti con un quintetto basso. Nei momenti di difficoltà, è stato uno dei punti fermi e potrà continuare ad esserlo nelle prossime uscite.

Alessandro Gentile e Luigi Datome hanno avuto alcuni problemi con le percentuali, confezionando un totale di 3/16 dal campo. Ma se il figlio di Nando si è messo al servizio degli altri (4 assist) comprendendo alla perfezione quando esitare e quando forzare un tiro, Gigi Datome è stato l'uomo che ha avuto più difficoltà ad inserirsi nel sistema Messiniano. Gli unici due canestri della sua partita sono arrivati nei minuti conclusivi e speriamo che le brutte prestazioni avute finora siano un ricordo lontano. Infine, è stato preziosissimo l'apporto di Hackett (migliore in campo), il quale ha distribuito molto bene i palloni, sapendo quando caricarsi sulle spalle la squadra: la tripla che ha spezzato la partita è merito suo.

Nonostante questi elogi di dovere ai ragazzi di Messina, qualcosa nella metà campo offensiva manca all'Italia, pur essendo vero che il sistema dà particolare importanza alla difesa. Non è certo facile amalgamare tutti questi talenti, spesso abituati ad agire da "solisti" nelle proprie squadre, ma il movimento della palla (e degli uomini senza palla) per larghi tratti è stato inesistente o fine a se stesso. Troppe volte ci siamo trovati a dover iniziare l'azione con pochi secondi sul cronometro e spesso il risultato è stato un tiro sbagliato. E' anche vero che tante energie sono state spese in difesa, per cui alcune volte è sembrato che gli azzurri, una volta giunti in attacco, volessero riposare alcuni secondi, ma questo non dovrà accadere nella possibile finale, dove la Grecia sarà pronta a punire eventuali carenze.

Confidiamo più che mai nel grande allenatore che è Ettore Messina, grandi meriti tra l'altro vanno dati alla difesa croata, che ha scommesso sul tiro di alcuni nostri giocatori ed ha chiuso l'area con grande efficienza. Le nostre qualità dovranno essere evidenziate oggi col Messico, tutt'altro che imbattibile e impenetrabile; se vogliamo andare a Rio i ragazzi dovranno essere più precisi e compatti nella fase offensiva.