A caccia di gloria, nella prima storica apparizione all'Olimpiade. La Serbia plasmata ad immagine e somiglianza di Aleksandar Djordjevic, è attesa al varco a Rio 2016 al definitivo salto di qualità. Si chiude un cerchio, un ciclo iniziato tre anni fa e che nell'intento di bissare il podio ottenuto ai Mondiali spagnoli nel 2014 vuole riscattare il deludente quarto posto ottenuto lo scorso anno agli Europei di Francia 2015. Niente podio, che ha costretto Teodosic e compagni a giocarsi, per modo di dire, il torneo Preolimpico non più tardi di un mese fa a Belgrado, in casa. Senza storia. 

La prima partecipazione olimpica della Serbia vedrà la squadra di Djordjevic affrontare il torneo come una delle favorite a salire sul podio assieme agli USA di Durant e compagni ed ovviamente assieme alla Spagna di Pau Gasol. La pressione è tanta, proporzionale alle speranze di ottenere un risultato storico al primo tentativo. La consapevolezza dei propri mezzi non è mai mancata alla compagine serba, che ha piuttosto peccato in Francia di un pizzico di superbia e di eccessiva rilassatezza e deconcentrazione nei momenti cruciali della semifinale. Esperienza e carisma hanno favorito la Lituania di Valanciunas in semifinale, mentre a Teodosic e compagni non è rimasto altro che un vagone di delusione ed amarezza per una possibile vittoria sfuggita tra le mani. L'inesperienza è un aspetto che potrebbe condizionare ancora una volta la squadra balcanica, che però spera di aver fatto tesoro della sconfitta e abbia fatto il callo a partite dal peso specifico maggiore. 

Il carisma del leader - A spingere verso i successi degli ultimi anni la Serbia è stato sicuramente il condottiero, Djordjevic, che si è affidato in questi anni ad un gruppo di smodato talento e di altrettanta personalità. Nei momenti difficili, soprattutto a Madrid, ciò che ha caratterizzato la squadra è stata l'unione di un gruppo che è lo specchio della volontà dell'ex playmaker di Milano, focoso in panchina così come lo era in campo. La voglia del coach di non mollare nulla si è rivista nello spirito della squadra, che viene trascinata dal talento di Milos Teodosic in cabina di regia e dalle capacità balistiche dei vari Bogdanovic, Markovic, Nedovic e via dicendo. 

Il roster - Rispetto alle partecipazioni al Mondiale iberico ed all'Europeo francese mancherà Nemanja Bjelica: l'ala dei Minnesota Timberwolves dovrà rinunciare a Rio a causa dell'infortunio che lo ha tenuto lontano anche dal Pre-Olimpico di Belgrado. Confermato il milanese Macvan al suo posto che comporrà con Jokic, Stimac, Raduljica e Bircevic il reparto lunghi. Sul perimetro le chiavi del gioco saranno affidate ovviamente a Teodosic, mentre le bocche da fuoco sul perimetro saranno ovviamente i vari Bogdanovic, Nedovic, Markovic e Jovic.

Questa la lista dei dodici al completo - Stefan Bircevic, Bogdan Bogdanovic, Nikola Jokic, Stefan Jovic, Nikola Kalinic, Milan Macvan, Stefan Markovic, Nemanja Nedovic, Miroslav Raduljica, Marko Simonovic, Vladimir Stimac, Milos Teodosic.

Obiettivi e calendario - A Rio, tra qualche giorno, sarà fondamentale partire con il piede giusto contro Venezuela ed Australia, prima di giocarsi con ogni probabilità primo, secondo e terzo posto nelle sfide contro Francia e USA. Non dovrebbe preoccupare la chiusura con la Cina. Evitare il terzo posto significherebbe scongiurare la rivincita in quarti di finale contro la Lituania ed una semifinale contro gli Stati Uniti. Inevitabile non pensare al podio per una squadra di questo calibro, completa in ogni reparto nonostante sia falcidiata dall'assenza molto importante di Bjelica. La fame che ha sempre contraddistinto la squadra serba potrebbe essere la spinta in più nel motore dei balcanici per ottenere quantomeno la semifinale.