Gli Stati Uniti hanno battuto l'Argentina 105-78, giocando una partita meravigliosa dal punto di vista difensivo ancor più che da quello offensivo. La squadra di Mike Krzyzewski, dopo un avvio molto stentato, in cui spesso si è accontentata di un tiro da 3 e di una difesa approssimativa, ha cominciato a macinare gioco non appena si è ritrovata sotto di dieci lunghezze. Cambi sistematici su tutti i blocchi, tanta pressione sulla palla, pick 'n' roll a servizio di tante penetrazioni e scarichi sotto il canestro.

Team USA da quando ha cominciato a giocare così ha spazzato via l'Argentina, mettendola ko in praticamente due quarti e mezzo. Una dimostrazione di forza clamorosa dopo tre partite, quelle contro Australia, Serbia e Francia, che avevano mostrato le debolezze della squadra, tanto che si era pure iniziato a mettere in dubbio la forza della squadra.

Ma con il quarto di finale giocato come lo hanno giocato, i giocatori della NBA hanno fatto vedere che l'unica cosa che può davvero fermare la loro corsa verso il terzo oro di fila è sé stessi. Gli Stati Uniti sono, sembra ombra di dubbio, la squadra più forte di tutti. Nessuno, tecnicamente e fisicamente può sovrastarli, ma in tanti sono capaci di sfruttare le tante distrazioni che gli americani spesso hanno nella metà campo difensiva. Tutto questo però, tutti questi problemi di cui si è anche parlato, scompaiano magicamente non appena coach K, Durant, Melo e compagnia bella decidono che devono vincere.

Ed è probabilmente questo che deve veramente spaventare gli avversari: l'idea di affrontare un gruppo di ragazzi capace, in qualsiasi momento, di innalzare il livello del proprio gioco, deve spaventare chiunque. Che si chiami Spagna, Serbia o Australia che sia. E se è vero che questo “accendi e spegni” non sempre può riuscire, Team USA, alla prima occasione utile, ha fatto vedere che per le occasioni importanti, nessuno vuole concedere nulla. Nessuno, anche e sopratutto le “seconde” linee che, anche nella partita di ieri, hanno dato il via alla rimonta/massacro. Cousins e George sono stati gli unici due che hanno trovato facilmente la via del canestro, insieme a KD, e soprattutto il giocatore dei Pacers è stato fondamentale nell'alzare il livello della difesa, dimostrando, ancora una volta, quanto importante sia l'energia proveniente dalla panca.  

Se tutti questi fattori dovessero sommarsi con costanza per anche solo un tempo, per la Spagna e per chiunque altro sarebbe pressoché impossibile batterli.