Australia - Serbia

La semifinale più inattesa porta con sè molti spunti che possono far pendere l'ago della bilancia dall'una o dall'altra parte. Innanzitutto dobbiamo considerare la partita che si è svolta ai gironi: la vittoria di 15 punti dell'Australia non è stata così netta come dice il risultato. Infatti un passaggio a vuoto dei serbi (uno dei tanti) ha permesso ai Boomers di allungare e conquistare una vittoria insperata. I duelli che più ci intrigheranno sono due: il primo è senz'altro quello di Dellavedova contro Teodosic. Matthew vinse il confronto all'andata tenendo il suo avversario a 17 punti col 35% dal campo e 3 soli assist. Proprio il playmaker dei Cavs giocò forse la sua miglior partita, sbagliando un solo tiro e mettendo a referto 23 punti e 13 assist. L'Australia, per vincere, deve ripartire da questi dati; se uno tra lui e Mills smette di segnare diventa davvero difficile ostacolare gli uomini di coach Djordjevic.

Il duello più entusiasmante però lo vedremo sotto i tabelloni: Baynes e Bogut contro Raduljica e Jokic. I giocatori che si trovano di fronte non hanno le stesse caratteristiche, infatti Bogut non ha molti punti nelle mani e si concede spesso assist da playmaker (4.4 assist di media), aggiungendo il più delle volte la doppia cifra di rimbalzi. Raduljica è forse al top della sua carriera e della sua maturazione, può segnare in qualsiasi modo e aggiunge una dose di energia non indifferente. Se Jokic non sembra ancora in grado di fare la differenza, Aron Baynes è il più classico dei centri energici che deve collezionare qualche rimbalzo offensivo ed appoggiare al ferro quando ne ha l'occasione, per il momento è una delle sorprese più belle dell'olimpiade. Se i lunghi australiani riusciranno a tenere a bada o quantomeno a ridurre l'effetto Raduljica, faranno un passo avanti verso la finale.

Il problema della Serbia è quello di non riuscire a stare concentrata per 40 minuti, concedendo alcune volte dei cali improvvisi che permettono agli avversari di recuperare o allungare (vedi ultimi minuti con la Croazia). La cinicità dei Boomers potrebbe risultare decisiva, considerando inoltre che è nei primi minuti che costruiscono il proprio vantaggio, affidandosi alle triple di Dellavedova e Mills. L'idea che ci siamo fatti è quella di una partita davvero equilibrata, che potrebbe arrivare punto a punto nel finale, a meno che la sorprendente Australia non tiri fuori una partita da record.

USA - Spagna

La partita che tutti stavano aspettando, quella che per molti è la finale anticipata. Rappresenta il remake di Londra 2012 e Pechino 2008, la Spagna ci prova un'altra volta, forse l'ultima con tutti questi talenti. La chiave per gli Stati Uniti è sempre la stessa: correre il più possibile costringendo gli avversari a una difesa non schierata dove saltano gli schemi e punire su eventuali mismatch e contropiedi. Per la prima volta però si trovano di fronte una squadra che potrebbe persino giocarsela sullo stesso piano, contando sulla rapidità di molti giocatori (Rubio in primis) che, se innescati,  possono fare davvero male.

Dopo un inizio di olimpiade stentato, la Spagna ha ritrovato la sua vera identità e i suoi giocatori più importanti. Fino a questo momento la chiave delle loro vittorie è stata Nikola Mirotic: l'ala dei Chicago Bulls apre qualsiasi difesa col suo tiro da fuori, ma ha alcuni movimenti vicino a canestro che mettono in difficoltà qualsiasi difensore. Impossibile pensare che un centro tipico possa difenderlo, mi aspetto che venga preso in consegna da Draymond Green (anonimo finora e voglioso di riscatto) o da uno come Durant. Una delle due squadre (più probabilmente il team USA) potrebbe anche scegliere di passare a un quintetto basso per alcuni minuti con Green da 5 e i vari Durant/Anthony/George a completare il quintetto. In questo caso a farne le spese per gli spagnoli sarebbero probabilmente i vari Gasol e Reyes, potendo sfruttare "l'arma segreta" Victor Claver. Coach Scariolo infatti per tutte le partite ha fatto giocare Claver, tipico lungo, da numero 3, forse per prepararlo a difendere contro giocatori rapidi e tecnici come Kevin Durant.

La profondità che la Spagna ha tra gli esterni potrebbe essere annullata dalle difficoltà difensive che questi giocatori (Fernandez, Llull, Navarro, Rodriguez) possono avere contro i campioni NBA, decisamente più fisici e atletici. Il pronostico non può che essere dalla parte del Team USA, ma la Spagna negli ultimi due incontri ha dimostrato di non cedere facilmente e lottare fino all'ultimo, occhio quindi ad eventuali sorprese, perché i campioni li hanno anche loro.