In un PalaFantozzi gremito, comincia la stagione della Betaland Capo d’Orlando. Prima giornata contro l’Olimpia Milano, campione d'Italia in carica e di recente vincente in Supercoppa.

L’EA7 arriva a Capo d’Orlando con alcune defezioni importanti: Kalnietis, Gentile e Raduljca sono fuori causa per fastidi fisici. Nonostante tre assenze di peso, il roster milanese resta di livello superiore rispetto a quello messinese. Basti guardare al quintetto iniziale schierato da Repesa: Cinciarini – Dragic – Pascolo – Abass – Macvan. Dall’altro lato, coach Di Carlo parte con Fitipaldo – Diener – Stojanovic – Archie – Delas, con il capitano Nicevic quindi pronto a partire dalla panchina.

Terminato l’inno nazionale, osservato in religioso silenzio dal pubblico del PalaFantozzi, le due squadre partono subito forte. Archie e Pascolo mettono a segno i primi quattro punti della partita; è Abass poi a sporcare il proprio tabellino, mentre Capo non è bravissima a gestire i propri attacchi. Come se non bastasse, dopo appena 3 minuti di gara, Drake Diener è costretto ad uscire per un problema all’inguine, che lo terrà fuori per tutta la partita. Di Carlo decide allora di mettere in campo Berzins, visibilmente emozionato per il suo esordio. L’assenza del giocatore più forte della rosa però non crea problemi ai biancoazzurri, che anzi traggono forza dalla difficoltà e cominciano ad inanellare una serie di giocate meravigliose. Sotto 4-7, e nonostante l’ingresso in campo di Sanders e Simon, la Betaland piazza un parziale di 11 punti a 0, grazie alle triple di Stojanovic, Fitipaldo e Archie. A metà quarto, Jasmin Repesa è costretto a chiamare un time out per fermare la furia dei padroni di casa, spinti e sostenuti da un accesissimo pubblico. Al rientro sul parquet, Milano prova a cambiare marcia, ma le mani calde degli uomini di Di Carlo non si sono per nulla raffreddate. Il parziale si chiude così sul 20-11, punteggio che manda in brodo di giuggiole gli ultras messinesi.

Alla ripresa dei giochi, è Simon a rimettere in partita Milano, con 8 punti in fila. L’MVP della supercoppa italiana è una specie di cecchino da oltre l’arco, e grazie a lui gli ospiti tornano sotto di appena un possesso dopo neanche 3 minuti dall’inizio del secondo quarto. La Betaland prova a rialzare il ritmo, cercando di mettere in difficoltà l’Olimpia che, probabilmente, paga lo sforzo iniziale e torna a -6. Repesa prova a svegliare i suoi con un Time Out, e la risposta arriva da Dragic, che piazza una tripla dalla punta. Con meno di 40 secondi sul cronometro, i paladini sono avanti di 5 punti, con possesso. Fitipaldo è bravissimo a trovare i due punti allo scadere dei 24, ma lo è ancora di più Berzins, che ruba palla sulla rimessa e chiude il quarto con un ottimo parziale di 4 punti a 0.

Cinciarini - Fonte: Olimpia Milano
Cinciarini - Fonte: Olimpia Milano

Il 41-33 con cui si chiude il primo tempo da tanta energia ai padroni di casa, che riaccendono l’entusiasmo nel pubblico e in loro stessi. E proprio questo entusiasmo fa cominciare benissimo il terzo periodo all’Orlandina: un bel canestro di Stojakovic ed un altrettanto bella palla recuperata dai padroni di casa portano Repesa a chiamare un time out dopo neanche due minuti. Ciò nonostante, l’Olimpia non riesce ad attaccare bene l’organizzata difesa di Capo d’Orlando; d’altra parte, la stessa Capo non riesce a trovare la via del canestro con facilità e a 6 minuti dalla fine del quarto il tabellone recita 43 – 36. L’Orlandina capisce che è il momento di affondare, e Fitipaldo mette a segno un paio di bombe meravigliose. Ma è tutto inutile, perché Milano risponde con due triple, di cui una di Cinciarini non valida, ma ugualmente a referto. Il pubblico si infervora contro la decisione arbitrale, ma l’inerzia della partita sembra spostarsi in direzione Milano. Hickman prima e Abass poi tolgono qualsiasi dubbio, rimettendo il punteggio in parità alla fine del terzo quarto.

L’Emporio a questo punto sembra averne decisamente di più: Simon, Macvan e Hickman non sbagliano più un colpo, mentre Laquintanta, meraviglioso fino ad ora, comincia a forzare da oltre l’arco, con scarso successo. La Betaland riesce però a rimanere in partita, grazie anche al tifo di un instancabile pubblico, fino a 3 minuti dalla fine: i ragazzi di Di Carlo non riescono più a segnare, e sul 61 – 60, prendono 5 punti in fila, tra cui la tripla di Abass che probabilmente chiude definitivamente il match. Anche perché Capo d’Orlando continua a non segnare, e dall’altro lato Macvan cattura un rimbalzo offensivo fondamentale per la vittoria finale. Sul 61 – 67, entrambe le squadre si rendono conto che il match si è concluso e mentre il PalaFantozzi continua ad incitare i suoi suona la sirena finale.

Finisce così 65 – 71 per i campioni d’Italia in carica, che vincono una partita con l’esperienza ed il piglio della grande squadra. Sotto per tutta la partita, gli uomini di Repesa non hanno mai mollato, non facendo mai scappare gli avversari.

Per Capo d’Orlando rimane la grande amarezza per aver perso una partita condotta quasi sempre e giocata ad alti livelli. 

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Alberto Prestileo
Folle amante de "el Flaco", vivo però per la palla a spicchi e per Sua Maestà, Roger Federer