Prosegue il nostro cammino nel basket di Serie A2 e, dopo la bella chiacchierata fatta con Bruno Mascolo della Mens Sana Siena, stavolta cambiamo girone e ci fermiamo a Piacenza. La neonata società emiliana sta disputando un ottimo campionato nonostante le grandi insidie del proprio raggruppamento ed inoltre sta dando molto spazio ai giovani italiani. In particolare, si sta mettendo sempre più in mostra la guardia del '96, Riccardo Rossato, nostre ospite di oggi.

Riccardo nasce a Venezia nel settembre del '96 ed inizia a fare i primi tiri a canestro con la maglia della Leoncino Mestre. Fin da bambino mostra doti superiori ai pari età e con la società veneziana si toglie diverse soddisfazioni, sia a livello di squadra che a livello personale: nelle finali nazionale under 15, nel 2011, viene inserito nel miglior quintetto della competizione. Così, a nemmeno 15 anni compiuti si trasferisce alla vicina Pallacanestro Spinea che gli permette di approcciarsi per la prima volta al "basket dei grandi": in quella stagione, gira a 9,6 punti di media a gara in C regionale e a 15 con l'under 17 eccellenza.

Le sue prestazioni iniziano a fare rumore in giro per l'Italia e l'estate successiva è quella buona per firmare con l'ambiziosa Casalpusterlengo dove prende parte subito al campionato DNG (under 19 Nazionale) ed è uno dei migliori della propria squadra, con quasi 10 punti di media a partita. Continua anche l'annata seguente con la maglia dell' Assigeco Casalpusterlengo e, oltre a collezionare 16 apparizioni in A2 Silver, diventa campione d'Italia DNG. Nel 2014/15, disputa una sola gara in maglia CasalP (6 punti in 16 minuti) e scende di categoria per trovare più minuti con la casacca di GR Service Cecina. Poi il ritorno alla base, un anno fa, dove però non riesce a proseguire la sua crescita costante nel campionato di A2 Nazionale (2,2 punti di media in quasi 9 minuti d'impiego).

In questa stagione, tuttavia, Rossato con il trasferimento della società da Casalpusterlengo a Piacenza è cresciuto di pari passo con le ambizioni del club: nonostante la carta d'identità indichi che sia ancora un 20enne, è uno dei protagonisti dell'Assigeco, squadra che punta quanto meno a raggiungere i playoff nel campionato attuale.

 

Lo scorso maggio avvenne l'unione tra Casalpusterlengo e Piacenza ed in questa stagione c'è stato il conseguente trasferimento da una cittadina di poco più di 10mila abitanti ad una provincia con oltre 100 mila. Tu che hai vissuto questo passaggio in prima persona hai riscontrato dei cambiamenti o ti sembra tutto come l'anno passato a livello ambientale?
"Pensavo fosse differente il clima che avrei trovato ma alla fine non è cambiato poi molto: ci alleniamo sempre qua a Codogno, e solo le partite giochiamo a Piacenza. E' cambiato solo un po' il tifo - anche se qualcuno di Casalpusterlengo ci segue sempre - e qualche dirigente. La pressione? Abbiamo una squadra più attrezzata rispetto al passato e per questo sono cambiate un po' le ambizioni ma non è che sentiamo più pressione".

Nonostante la grande concorrenza che c'è nel girone est, vi state rendendo protagonisti di un'ottima stagione e siete a ridosso dei primi posti. Quale ritieni possa essere la chiave per poter fare ancora meglio ed assicurarsi uno dei primi quattro posti in vista della post-season?
"Sarà veramente dura arrivare tra le prime quattro perché, come hai già detto, ci sono squadra davvero competitive pronte a fare il salto; inoltre, bisogna calcolare che ci sono molti campi 'caldi': Treviso, Virtus e Fortirtudo Bologna, Roseto sono tutte trasferte difficili anche se finora abbiamo vinto più in fuori che in casa. Sicuramente dobbiamo migliorare ancora un po' sotto il punto di vista dell'alchimia di squadra, essendo un gruppo nuovo però siamo già migliorati rispetto all'inizio dell'anno. Dobbiamo lavorare più degli altri sicuramente".

Come ho detto il raggruppamento est è ricco di squadre competitive che puntano alla promozione. Avendo già superato il girone di andata ed avendo incontrato già tutte le altre 14 squadre, quale ti ha impressionato maggiormente e perché?
"Sicuramente Treviso per il roster lungo e per il modo di giocare: sono lo stesso gruppo sostanzialmente da qualche anno ed hanno fatto degli innesti importanti e per questo mi ha impressionato più di tutte. La Virtus Bologna mi ha sorpreso perché oltre a qualche giocatore esperto ha molti giovani e gioca la pallacentro migliore di questo campionato".

Arrivando a te, stai dimostrando grandi progressi in questa stagione e anche il coach, nelle ultime gare, ti sta dando sempre più spazio, facendoti giocare anche nei minuti chiave della gara come contro la Fortitudo Bologna. Dove pensi stia maturando maggiormente? Più sotto il punto di vista mentale o sotto l'aspetto tecnico?
"Sull'aspetto mentale sto cercando di migliorarmi e questo passo ha bisogno sopratutto di fiducia: più minuti riesci a fare in campo, più ne prendi ed hai confidenza. La mia crescita mentale passa da questo fattore".

Credo di non sbagliarmi se dico che non è stato facile per te il passaggio dal basket giovanile ai campionati senior.  Quale è stata la difficoltà maggiore che hai risentito, se ne hai risentito?
"Il livello di concentrazione è molto più alto e anche i tempi di gioco sono molto più velocizzati: fare un tiro con quelli della tua età è più facile, hai più tempo, mentre qua si gioca con tutta gente esperta che te ne dà molto meno. In più in difesa non puoi riposarti perché marchi uno che non è pericoloso, bisogna sempre stare al 100% di concentrazione in tutte e due le metà campo".

Tutti noi appassionati di pallacanestro abbiamo un idolo. Io non ti chiedo solo chi sia il tuo ma anche chi sia giocatore da cui trai maggiore aspirazione.
"Uno dei miei idoli è Sasha Danilovic, un giocatore di un'altra era. Come tipo di gioco, come tipo di tiratore mi è sempre piaciuto. Ti ci rivedi? Assolutamente no (ride, ndr), perché lui aveva un talento incredibile, io sono più un lavoratore che magari cerca di prendere fiducia dalla difesa mentre lui non difendeva più di tanto ma in attacco era di un'altra categoria"
 

Questa domanda l'ho posta anche a Bruno Mascolo: Hai 20 anni e sei un giocatore ancora tutto da formare anche se, sicuramente, hai già delle caratteristiche ben precise. Quale ritieni sia il tuo "colpo" migliore? E quale cosa, invece, pensa debba migliorare maggiormente?
"Punto molto sulla difesa. Quando entro in campo lo faccio spesso per marcare gli americani o quelli con le caratteristiche offensive più pericolose, per provare a limitare i giocatori più forti dell'altra squadra. Da migliorare ci sono i tempi di gioco, le spaziature. Credo che dal punto di vista offensivo devo migliorare tutto"

Senza dubbio questa stagione ti sta consacrando come uno dei migliori talento del basket nostrano. Pensando al futuro prossimo, speri arrivi la chiamata da qualche club di A già nella prossima stagione o sei più propenso a continuare la tua avventura in A2 per "farti le ossa" ancora un po' più dure?
"Per come la penso io, se arrivasse la chiamata dalla A da qualsiasi squadra sarebbe la realizzazione di un sogno. Acceterei subito, a costo di giocare poco o addirittura guardarle dalla panchina delle partite. Vorrei capire a che livello è, per confrontarmi e vedere a che punto sto io. Inoltre credo ci sia molta differenza tra una società professionistica di A rispetto ad una di A2 e vorrei proprio vedere cosa significhi fare il giocatore professionista in una società del genere".

Per ultimo, quali sono le ambizioni che ti poni assieme alla tua Assigeco Piacenza?
"Adesso il nostro primo obiettivo è quello di raggiungere i playoff. Una volta arrivati lì, quella che verrà sarà tutto guadagnato".

 

Si ringrazia per la disponibilità e la gentilezza dimostrata la società U.C.C. Assigeco Piacenza e Riccardo Rossato