Come da previsione: la Serbia supera l’Ungheria nella prima gara ed eliminazione diretta di Eurobasket 2017. Partita più ostica del previsto per i serbi, a cui è necessaria l’accelerazione nel terzo quarto (chiuso 21-12), con lo sprint difensivo, per chiudere la contesa. Brillante il solito Bogdanovic (17 punti e 6 assist), sorpresa Kuzmic con una doppia doppia da 17 punti e 10 rimbalzi in 20 minuti. Nell’Ungheria si nota Perl, top scorer assoluto con 22 punti, insieme ai 15 (4/6 dall’arco) di Ferencz. Impalpabile Hanga. Ora, per la nazionale di Djordjevic, c’è l’Italia.

È subito sfida di triple in apertura tra Allen e Lucic, prima che Jovic e Kuzmic, brillantissimo con un gioco da tre punti ed una schiacciata ispirata da Bogdanovic, trovino il primo allungo della partita. Marjanovic sfonda la linea della doppia cifra di distacco, Bogdanovic ferisce in penetrazione e la Serbia sembra già avviarsi al traguardo, ma l’Ungheria dimostra una grandissima forza d’animo: Keller trova la schiacciata, Ferencz fa centro dall’arco, ma soprattutto la difesa maiuscola riesce a congelare i realizzatori avversari. Sul 16-8 sale in cattedra Perl, con quattro punti consecutivi andando sulla mano sinistra e chiudendo vicino al ferro prima di lasciare andare, in transizione, l’assist per la schiacciata  di Eilingsfeld. A rispondere è Kuzmic, ma l’Ungheria ha preso il ritmo e riesce a rimanere a contatto nel finale, con Vojvoda, prima del tap-in ancora di Kuzmic, già a quota 11 quando la prima sirena suona sul 24-16.

Keller trova subito quattro punti da sotto in apertura di secondo quarto, ma Bogdanovic spinge sull’acceleratore: uscita dai blocchi e tripla a bersaglio. Si rinnova la sfida Perl-Kuzmic, ed entrambi continuano a trovare la retina con continuità. La magia in rovesciata di Lucic interrompe una siccità, merito dell’elevato livello difensivo di entrambe le squadre, della durata di un paio di minuti. Nel finale, però, le bocche da fuoco si riaprono: l’Ungheria trova sei punti consecutivi, poi è un botta-e-risposta: Marjanovic, Bogdanovic e soprattutto Macvan, con la tripla centrale, provano l’allungo, ma arrivano i canestri di Karahodzic a rimbalzo offensivo e di Perl, ancora brillante dall’arco. -6 che diventa -4 con un altro layup del lungo del Partizan. Nel finale la Serbia arriva benissimo al ferro con diversi interpreti, tra cui un super Bogdanovic, ed il primo tempo si chiude sul 48-41.

La rovesciata di Perl inaugura il terzo quarto degli ungheresi, ma la Serbia sembra non voler lasciare margine agli avversari: Bogdanovic mette dentro un’altra tripla, Kuzmic trova Macvan sul perimetro per il +11, poi Jovic centra il layup in transizione su palla rubata. Inevitabile, dunque, il timeout di catechizzazione per Ivkovic. Al rientro, però la musica non cambia: Marjanovic fa sentire la stazza appoggiandosi al tabellone, mentre Jovic si ripete rubando un’altra palla per la scorrazzata in campo aperto : è 62-45 e +10 di parziale in meno di cinque minuti. Ancora il solito Perl firma il rientro ungherese con quattro punti consecutivi nel parziale di 7-0 inaugurato da Ferencz. Un collasso difensivo costa carissimo agli uomin di Ivkovic: Jovic fallisce il libero per il gioco da tre punti dopo aver battuto lo stesso Ferencz, ma il rimbalzo è ancora serbo e Kuzmic lo trasforma in una schiacciata. 69-53 e Serbia in controllo alla penultima sirena.

Nel quarto quarto però gli ungheresi battono ancora un colpo: parzialone di 9-0 timbrato ancora una volta da Ferencz, con il 2/2 dall’arco inframezzato da un’altra tripla, stavolta di Vojvoda. Costretto al timeout dopo una palla persa dei suoi Djordjevic, ma al rientro arriva ancora un recupero ungherese: a fermare l’emorragia è una perla, in penetrazione, di Bogdanovic che lancia la schiacciata di Macvan. Perl mantiene i suoi a contatto con un paio di penetrazioni, ma la Serbia, sulle spalle di Marjanovic, riesce a trovare la forza per tornare in doppia cifra di gap. Il palleggio-arresto-tiro di Eilingsfeld vale il 78-67, prima di una spettacolare azione di Zoltan Perl: il classe ’95 conferma di essere per distacco il migliore dei suoi inchiodando Macvan con una stoppata in rientro e trovandosi due punti dalla lunetta dopo la transizione. Wittmann mantiene il -9, ma c’è ancora Marjanovic a far male con il post bassissimo. L’Ungheria dimostra però estremo attaccamento a questa competizione con la tripla che tiene ancora tutto in gioco, ma gli avversari non smettono di segnare e l’epilogo è già segnato: 86-77 per la Serbia che conquista il suo posto ai quarti, dove affronterà l’Italia.

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About the author
Stefano Fontana
Ventenne. Ex-Liceo Scientifico abruzzese, trapiantato a Bologna nella facoltà di ingegneria informatica. Da sempre malato di calcio, fede rigorosamente rossonera, alla quale nel tempo si è aggiunta quella biancorossa dei Gunners. Con gli anni ho imparato ad amare tennis e basket NBA, grazie rispettivamente a Roger Federer ed alle mani paranormali di Manu Ginobili. Aspirante chitarrista con poche fortune. Non rifiuto mai una birra gelata.