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NCAA March Madness 2018: UMBC esce a testa alta dal torneo. K.J. Maura: "Nulla è impossibile"

Dopo aver sconfitto Virginia, UMBC si inchina a Kansas State. Salutano i Retrievers, ma lo fanno a testa alta dopo aver scritto una bella pagina di sport.

NCAA March Madness 2018: UMBC esce a testa alta dal torneo. K.J. Maura: "Nulla è impossibile"
NCAA March Madness 2018: UMBC esce a testa alta dal torneo
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Di Andrea Indovino

Ricorderemo al lungo le gesta dei Retrievers. Nel primo turno della March Madness 2018, UMBC ha estromesso Virginia dal tabellone, per la prima volta nella storia del Torneo una squadra con il seed 16 ha sconfitto quella con il miglior seed, si viaggiava con un record di 0-135. Tutto un dire. Ai nastri di partenza, erano da tutti considerati come un agnellino sacrificale da offrire in pasto ai Cavaliers, miglior squadra della regular season con una difesa che aveva concesso in media 53 punti agli avversari. Aveva perso solo due volte in stagione, una sorta di schiacciasassi.

Invece, ciò che è accaduto allo Spectrum Center di Charlotte ha avuto dell'incredibile, con il college di Baltimora che è riuscito a sovvertire ogni pronostico - e mandare in fumo migliaia e migliaia di bracket - andando a conquistare una vittoria dai tratti storici. Un college famoso più per i tornei di scacchi che per la pallacanestro, ha impresso una lezione di basket a Virginia, scuola con storia cestistica di tutt'altro livello e fama. L'eroe della serata è stato Jairius Lyles, immarcabile in campo, il quale è riuscito a stappare la difesa dei Cavaliers come una semplice bottiglia di prosecco a Capodanno.

La sbornia per il passaggio del turno è durata solo poche ore, in quanto il Torneo - nella sua fase finale - non dà soste, ed ecco i Retrievers scendere di nuovo in campo, per il 'round of 32' contro Kansas State (seed numero 9). Il match non è stato scintillante, anzi piuttosto bruttino, con le due squadre che hanno sbagliato tanto e tirato male. I Wildcats addirittura con l'8% da oltre l'arco dei 3 punti. Questo è stato divertente, perché fino all'ultimo minuto UMBC ha cullato sogni di potercela fare ed andare ulteriormente avanti. Così non è stato, perchè Kansas State ha prevalso 50-43 ed il sogno si è irrimediabilmente spento per gli uomini di coach Ryan Odom.

Si potrebbe pensare a UMBC come un fuoco di paglia. Come disse Andy Warhol, noto pittore e scultore statunitense del secolo scorso: "In futuro, tutti saranno famosi in tutto il mondo per 15 minuti". Quindi forse K.J. Maura, Jairus Lyles, Joe Sherburne, Arkel Lamar e Daniel Akin un giorno saranno considerati non meno diversi da Dunk City e Vanilla Ice, Kosuke Fukudome e Buster Douglas o Vince Young: persone che per un breve periodo hanno fatto qualcosa di speciale (o almeno per poco sono diventati famosi), per poi vedersi svanire nel nulla la propria notorietà.

Però, se c'è una cosa che conta nello sport, è credere in se stessi. Bisogna sempre giocare, se vuoi vincere, devi credere che puoi vincere. Questo è ciò che ha pensato K.J. Maura, guardia portoricana di Baltimore City: "La nostra esperienza darà speranze in futuro alle squadre che approcceranno il torneo con seed più sfavorevoli. Al di fuori di noi nessuno pensava che avremmo vinto. La vittoria contro Virginia vivrà per sempre nella storia del college". UMBC, per una notte, ci ha dato una lezione: nulla è impossibile nella vita.

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About the author
Andrea  Indovino
Amo lo sport in tutte le sue infinite sfaccettature. Seguo principalmente il calcio ed il basket a 360° gradi, ma assiduamente anche il mondo della Formula 1, la Moto GP ed il ciclismo, specie le grandi corse a tappe. La mia è una voglia infinita di SAPERE, del resto Seneca affermava: Sii servo del sapere se vuoi essere veramente libero.