Ventisette punti, quattordici rimbalzi, conditi da sei missili da oltre l'arco dei tre punti mandati a bersaglio. Nicolò Melli trascina il Brose Bamberg di un altro italiano, coach Andrea Trinchieri, in terra di Israele. Il Maccabi, squadra di storia e tradizione decennale, si inchina ai piedi dell'ala reggiana, decisivo nelle due metà campo, a rimbalzo come in marcatura sul proprio uomo, oltre ad essere fondamentale nelle rotazioni e cecchino infallibile sugli scarichi fronte a canestro. Una serata che ha consacrato Melli nel panorama europeo, eletto miglior giocatore dell'undicesima giornata dell'Eurolega intera.

Una soddisfazione non da poco per l'ala reggiana, che intervistato ai microfoni del Corriere della Sera: "Il sistema Bamberg mi fa esprimere al massimo. Abbiamo una forte comunione d'intenti, una forte identità di squadra, che tende a privilegiare il gruppo piuttosto che i singoli. In questo modo, con intensità e grinta, proviamo a mettere in difficoltà i nostri avversari. Purtroppo a volte non basta".

Dal presente al passato, con uno sguardo inevitabile all'Olimpia ed al suo addio all'Italia: "Il mio addio per colpa di Gentile? Opinione sbagliatissima. Per due motivi: in primis non ho mai parlato di questo argomento e di Ale con nessuno, tantomeno nessuno ne ha parlato con me; inoltre, significherebbe svilire sia me che Gentile stesso, ma soprattutto Bamberg ed il progetto del Brose".

Infine, la chiosa con un tono sereno ma deciso: "Deve essere chiaro: sono venuto in Germania per quelllo che c'era e c'è tutt'ora al Bamberg, non per quello che non c'era a Milano. Di quella esperienza ho tantissimi ricordi, ma nessun rimpianto".

La stratosferica serata di Melli in terra israeliana.