33 titoli nazionali, 9 Euroleghe vinte ed una EuroCup contro appena due partecipazioni alla Euroleague Basketball. Basterebbe questo a descrivere il primo turno playoff della Turkish Airlines EuroLeague tra Real Madrid e Darussafaka, per quella che probabilmente è, almeno sulla carta, la serie meno aperta possibile della postseason. La differenza non soltanto a livello storico tra le due squadre è particolarmente ampia e, proprio nel corso della regular season di questa Eurolega, è stata molto bene evidenziata, con gli spagnoli primi e i turchi appena ottavi, qualificatisi giusto all’ultima giornata. Con così tanta differenza nell’arco di trenta partite, è lecito credere e aspettarsi una serie già chiusa ma il Real Madrid deve stare attento: il Daru non è squadra da prendere sotto gamba e, a testimoniarlo, ci sono i due precedenti.

Precedenti regular season

Proprio i due scontri diretti tra le squadre sono il punto di partenza per analizzare questa sfida. Nonostante infatti la netta e riconosciuta superiorità del Real, non bisogna dimenticare che gli head-to-head dicono 1-1, con le due squadre che hanno vinto nei rispettivi campi. Fin da questo primo punto di partenza è facile quindi capire quanto importante possa essere il fattore campo: il Madrid, arrivato primo al termine della stagione regolare, avrà la possibilità di iniziare in casa la serie e di indirizzarla nei binari giusti fin dall’inizio e, se le cose dovessero mettersi male, provare a piazzare la zampata vincente proprio al Palacio de Deportes. È anche per questo motivo i turchi non partono con il favore dei pronostici. Ma, come detto, il Darussafaka ha già battuto la squadra di Pablo Laso e proprio da quella vittoria deve partire. Un 81-68 che deve intimorire il Real, conscio dei propri difetti e, soprattutto, del fatto che i turchi, in uno dei due scontri, li abbiano capiti e sfruttati.

Punti forti e deboli

È chiaro però che paragonare due partite di regular season ad almeno tre di playoff è quasi offensivo. La condizione mentale con la quale ci si arriva a giocare una partita da dentro-o-fuori è totalmente differente e proprio per questo le due squadre dovranno molto puntare sui propri punti di forza e su quelli di debolezza altrui. Partendo dai madridisti, già la maggiore esperienza in partite di questo tipo rappresenta un enorme vantaggio. Il Madrid ha vinto 9 volte la competizione e sa perfettamente come si gestisce una partita, una serie, in cui ci si gioca la stagione. Senza contare che, offensivamente parlando, la squadra di Laso ha un potenziale praticamente illimitato, con tanti giocatori capaci non soltanto di creare un tiro in autonomia, ma anche e soprattutto di giocare con i compagni, il che li rende ancora più difficili da gestire. Inoltre, il Real ha una profondità nel roster che poche altre posseggono e questo, in un momento così delicato della stagione, non può che essere un punto di forza. Per quanto riguarda la difesa, gli spagnoli puntano tanto sulla forza individuale della squadra. Randolph, Reyes e Fernandez, solo per citarne alcuni, sono difensori eccezionali dentro e fuori area, così come lo stesso Llull rappresenta un buonissimo difensore sulla palla. In tanti, per battere questa difesa, hanno spesso puntato su uno contro uno ed isolamenti che, per fortuna dei turchi, rappresentano egregiamente la loro pallacanestro.

La squadra di David Blatt infatti, come già scritto prima del match contro la Stella Rossa, è un team che si basa principalmente sulle proprie individualità. Wanamaker e Clyburn rappresentano i due giocatori più importanti di una squadra che non gode di particolare fluidità all’interno del proprio attacco. I due americani giocano tanto in uno contro uno e, contro la difesa del Madrid, potrebbe essere tutt’altro che facile trovare con continuità il fondo della retina. Anche nell’altra metà campo, il Darussafaka non brilla particolarmente. Nel corso della stagione Blatt non è riuscito a costruire un sistema efficace e soltanto grazie, ancora una volta, alla bravura dei singoli, i turchi riescono a chiudere i rubinetti. Ma allora come possono fare del male agli spagnoli? Be’, in maniera molto semplice: il Daru, soprattutto in casa, vive di momenti di “follia pura”, durante i quali si alimenta di energie mentali che favoriscono un gioco veloce, fatto di ritmi elevatissimi. Questo è quindi il vero punto di forza, giocare con elevata intensità, imponendo il proprio ritmo e non subendo quello avversario.

Stelle della squadra

Si è tanto parlato delle due squadre nel complesso fin qui, adducendo a sistemi di gioco, volontà e quant’altro. Ma se ci sono due giocatori che possono realmente fare la differenza, quelli sono Sergio Llull per il Real Madrid, e Brad Wanamaker per il Darussafaka. Dalle lune di questi due dipendono tantissimo i risultati dei rispettivi compagni che, per fortuna, nell’arco di tutta la regular season hanno assistito a prestazioni superbe da parte di entrambi. Sia Llull che Wanamaker hanno chiuso la stagione regolare a poco più di 16 punti di media a partita, anche se arrivati in modi piuttosto diversi. Lo spagnolo è un giocatore straordinario in penetrazione, capace di giocare nel traffico come davvero altri pochi in Europa. Ma dall’arco, soprattutto quest’anno, il probabile MVP sta faticando più del previsto, tanto da concludere la regular season con il 32% da oltre l’arco. Per quanto riguarda l’americano, il discorso è leggermente diverso. Partendo proprio dalla percentuale da tre, la guardia di Blatt tira decisamente meglio da tre punti, raggiungendo un 40% abbondante più che soddisfacente mentre, all’interno dell’area, ha tirato con un 47.5% molto vicino a quel 50% di Llull.

Per concludere, sarebbe intellettualmente scorretto non ammettere che il Real parta da favorito. La testa di serie, l’esperienza e una tipologia di gioco più strutturata non sembrano davvero poter essere messe a rischio dall’energia e dalla voglia di far bella figura del Darussafaka che comunque, ancora una volta, soprattutto alla Ayhan Sahenk Arena, può diventare pericolosissimo.