Due settimane circa all'inizio delle Final Eight di Coppa Italia 2016 e, per l'occasione, Vavel Italia vi porterà all'interno di ogni singola squadra partecipante, spulciandovi i set offensivi oltre ad andare a guardare ai punti di forza e non solo delle compagini che proveranno a spodestare la Dinamo Sassari. Dalla Grissin Bon Reggio Emilia, qualificatasi come prima della classe al giro di boa, alla Sidigas Avellino di Sacripanti, andremo alla scoperta delle otto squadre: quest'oggi, per il primo episodio della serie, iniziamo da una piacevolissima conferma del girone d'andata, la Dolomiti Energia Trento di coach Buscaglia.

- I BLOCCHI STAGGER E LE NUMEROSE OPZIONI

Uno dei giochi che sono la base dell’attacco trentino prevede che, dopo aver ribaltato il lato in una classica situazione di motion offense, prima la guardia e poi il play sfruttino due blocchi stagger per smarcarsi.

La prima soluzione, prima ancora dei blocchi stagger, è la palla dentro per il play che sfrutta un blocco cieco. Quando riesce, l’attacco trova 2 punti decisamente comodi.

Sempre prima dei blocchi c’è anche un’altra possibilità: il backdoor della guardia che dovrebbe ricevere dal lungo sul ribaltamento. Se la difesa, avendo studiato in settimana, volesse negare il passaggio, la guardia trentina può andare in backdoor attaccando l’area che è non a caso lasciata libera.

Se queste prime due opzioni non sono disponibili, iniziano le uscite dai blocchi, con tutta una serie di alternative a disposizione dei giocatori, i quali dovranno eseguire le letture corrette per scegliere la soluzione migliore. Qui Sutton, per esempio, esce a ricciolo dal blocco e usa il palleggio, arresto e tiro:

In quest’altra situazione invece Flaccadori dopo la ricezione sceglie di giocare un pick&pop con uno dei due bloccanti, e da lì poi si lavora leggendo ciò che concede la difesa. Splendido in questo caso l’assist di tocco di Baldi Rossi.

Sia per evitare di essere ripetitivi, sia per scongiurare il pericolo che la palla possa fermarsi a causa di buona difesa, coach Buscaglia ha dato ai suoi una serie di ulteriori alternative possibili per dare continuità all’attacco. La principale prevede che il primo dei due bloccanti salga per ricevere palla prima di giocare a due con la guardia del proprio lato. Qua la difesa di Sassari è aggressiva e allora viene punita con il backdoor di Lockett:

Oppure ancora, il lungo che riceve palla può isolarsi per giocare l’1contro1 come fa Wright in questo possesso contro Milano:

Un’altra possibile soluzione prevede la palla in post al primo dei due bloccanti, con Wright che qui segna in faccia all’avversario:

E per chiudere questo segmento, abbiamo anche il set offensivo che prende il nome di motion into horns. Cioè, dopo aver iniziato l’attacco con i tipici movimenti della motion offense, senza soluzione di continuità la squadra si piazza nelle posizioni dell’attacco horns: play in punta con la palla, le due guardie negli angoli e i due lunghi sui gomiti della lunetta.

Il lungo, dopo la ricezione, si gira ancora per giocare a due con la guardia del proprio lato consegnandogli palla e poi portando un blocco. Sanders in questo caso punisce la difesa segnando la tripla.

- CONTROPIEDE DA CANESTRO SUBITO

Una caratteristica della Dolomiti Energia Trento è l’abilità di trovare punti rapidi anche dopo un canestro subito. Il rientro in difesa dopo un canestro fatto è un momento in cui tutta la squadra abbassa un minimo la concentrazione, ma contro Trento non te lo puoi permettere. Guardate come, dopo il canestro di un compagno, Logan rimanga fermo un secondo di troppo. Quanto basta a Flaccadori per sprintare e farsi trovare dai compagni avanti a tutti.

In quest’altro video l’area è libera perché Pittman, il lungo avversario, rientra lentamente; Fells si distrae e Lockett gli taglia alle spalle, il risultato sono altri 2 punti rapidi e facili.

Altro esempio: dopo il canestro di Simon, Wright corre subito in attacco, Forray lo pesca con un passaggio strepitoso e i due confezionano un alley-oop eccezionale.

- TIRO DA 3 IN TRANSIZIONE

Quando Trento va in transizione, e ci va molto, se c’è un buon tiro da 3 lo prende indipendentemente da quanti secondi siano passati sul cronometro dei 24. Nella clip di seguito la palla viaggia velocemente e con tre passaggi e zero palleggi Baldi Rossi viene messo in condizione di tirare con spazio.

In quest’altro possesso Trento attacca l’area forzando gli aiuti della difesa in emergenza: ma invece di forzare un tiro da sotto, i giocatori in maglia bianca cercano di costruirne uno migliore e ci riescono, liberando Forray.

Qua Trento corre e sono eccellenti le spaziature: due giocatori in angolo e un lungo che attacca senza palla il ferro. Uno dei due in angolo è libero e Forray lo pesca con un passaggio che taglia il campo.

- PASCOLO, NON SOLO UN PIVOT

Mettiamo in evidenza un giocatore che è molto importante per questa squadra per il suo saper fare un po' di tutto, Davide Pascolo. Il lungo di Trento cresce ormai ogni anno di più, e con due clip mettiamo in mostra ciò che lo rende uno dei lunghi più completi del nostro campionato. Cominciamo con l’abilità, ormai sempre più importante, di allargare il campo: nonostante non stia tirando benissimo da 3, costringe il proprio difensore a doversi allontanare un minimo dal canestro, favorendo così i propri compagni di squadra.

Ma ciò che colpisce di lui è soprattutto la sua visione di gioco che gli consente di sapere dove sono i compagni per poterli servire. Emblematica è questa azione, nella quale addirittura si improvvisa play e con un bel passaggio manda a canestro Sutton.

COSA CI DICONO I NUMERI?

- Tripe tentate: 14^ (20,2 a partita)

- % da 3: 15^ (29,7%)

- % da 2: 4^ (52,5%)

- Palle recuperate: 1^ (9,4 a partita)

- Stoppate: 4^ (3,1 a partita)

- % tiri liberi: 16^ (65%)