Si va alla bella! Per la sesta volta in questa semifinale il fattore campo è rispettato. Anche il PalaDelmauro si conferma fortino inespugnale per la Grissin Bon Reggio Emilia, costretta al quarto stop stagionale in Irpinia. Trascinata da un pubblico da record, la Sidigas Avellino si regala Gara 7 superando con intelligenza (quella di Green) e classe (quella di Ragland) i pantani di una Gara 6 che, a metà secondo quarto, sembrava indirizzata nelle mani degli ospiti. Un super Ragland, indemoniato nel secondo tempo, cancella ogni paura e mette benzina nel fuoco dell'entusiasmo del tifo biancoverde, che può continuare sognare una storica finale. 

Primo tempo Nel riscaldamento prepartita, i volti dei protagonisti sono tesi come da copione. C'è solo un giocatore che vaga per il campo col sorriso stampato sul volto: è Joe Ragland. La guardia di West Springfield stempera la tensione esibendosi in esilaranti 1vs1 con i ragazzi delle giovanili della scandone, mentre compagni e avversari sono maschere di concentrazione. Reggio scende in campo con l'idea di aggredire Avellino dal primo possesso, ma la tattica questa volta sembra controproducente perché alla Grissin Bon vengono fischiati 4 falli in 90 secondi, 2 a De Nicolao. James Nunnally sembra immarcabile (11 punti con 5/7 ai tiro) ma viene messo ko da uno scontro fortuito con un compagno. La Grissin Bon limita i danni nel primo quarto (21-17) e parte a razzo nel secondo, con  un parziale di 10-0 che fa venire i brividi ai tifosi di casa. Nunnally, rientrato sul parquet, è fuori ritmo (0/3), i raddoppi su Buva funzionano a meraviglia e soltanto Cervi riesce a limitare i danni per Avellino. La pressione di Reggio spinge Avellino a perdere 7 palloni, mentre Golubovic sotto le plance diventa un fattore. Ragland chiude il primo tempo con 0 punti e 0/4 al tiro, ma Avellino riesce a impattare con un parziale di 9-0 suggellato da un canestro allo scadere di Acker, rientrato dopo aver saltato le ultime due gare per la scomparsa della madre. Il primo tempo termina sul 35-35, con le due squadre che praticamente si sono divise un quarto a testa.

Secondo tempo Ragland comincia lo show realizzando il primo canestro della ripresa. Reggio però è sempre a contatto, perché Kaukenas e Lavrinovic hanno perso il conto degli anni segnati sulla carta di identità, ma sanno ancora far canestro come e quando vogliono. Ragland è in scia e continua ad alternare serpentine e tiri dalla lunga distanza che mettono a dura prova la resistenza di Reggio, che resta in piedi grazie alle triple di Della Valle e Needham. Gli assit di Green per Cervi regalano ad Avellino due possessi di vantaggio, e il terzo quarto termina sul 60-54. In avvio di ultimo quarto, Avellino allunga sul +10 con Acker e Cervi, Kaukenas organizza l'ennesima rimonta ma le speranze di Reggio sono messe a dura prova da altre due bombe di Ragland, che porta Avellino sul +11 (70-59) con meno di 6 minuti da giocare. Kaukenas non vuole saperne di arrendersi,  e non si rassegna ad alzare bandiera bianca neanche quando Ragland, con la quinta tripla della sua partita, fa segnare il +12 (75-64) a meno di 4 giri di lancette dalla sirena. Con 5 punti di fila, il veterano lituano riporta Reggio a -7 (75-68), ma non trova nessun tipo
di sostegno da parte dei compagni (gli italiani, a parte uno sprazzo di Aradori nel primo quarto, non entrano mai in partita, con Della Valle imbarazzante in difesa), ed Avellino può chiudere la contesa con Nunnally e Green.
Il PalaDelmauro tributa il suo saluto a coach Sacripanti, sperando di potersi riempire ancora nel corso di questa stagione. Reggio torna a casa ancora una volta con più di un interrogativo, ma con la consapevolezza di potersi giocare tutto col sostegno del proprio pubblico.

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