Intensità selvaggia, dominio a rimbalzo e letture difensive: gara-1 delle finali Scudetto va in archivio con la vittoria dei padroni di casa dell'Emporio Armani Milano, che batte la Grissin Bon Reggio Emilia sfruttando, soprattutto nel secondo quarto, l'estrema fisicità del proprio roster, dominando il pitturato nelle due metà campo ed aggredendo il pick and roll centrale della squadra di Menetti. Queste le chiavi messe in mostra dalla sfida del Forum, che manda avanti la compagine di Repesa nonostante la clamorosa prestazione di Rimantas Kaukenas, che nel secondo tempo ha provato a trascinare i suoi. 

Gli ospiti sembrano partire con il piede giusto, chiudendo avanti il primo quarto di una lunghezza: i canestri di Kaukenas riescono a spegnere i bollenti spiriti milanesi, imbrigliati dall'ottima circolazione di palla dei reggiani, che trovano discreti tiri sul perimetro ed una buona continuità nelle soluzioni interne. Cosa cambia, nei secondi dieci minuti, è l'approccio mentale e difensivo delle scarpette rosse, che aggrediscono il pick and roll degli avversari asfissiando ogni linea di passaggio chiudendola nel miglior modo possibile. Ne scaturiscono, in rapida successione, una serie di palle perse che manda Milano in trance agonistica (parziale di 17-0): Sanders, Gentile e Kalnietis creano il break, scavando il solco nel punteggio ed acuendo le difficoltà dei reggiani contro una squadra estremamente fisica. Reggio forza in attacco, le percentuali dal campo calano drasticamente e, complice anche l'infortunio di Aradori, chiude sotto di 12 alla sirena lunga, con la sola guardia lituana che firma più di un terzo dei punti reggiani. 

Nella ripresa fisiologicamente l'intensità dei milanesi cala, concedendosi fin troppe pause senza chiudere l'esito dell'incontro. Reggio non molla, Kaukenas si veste da soldato Ryan e spara a canestro tutto quello che gli passa per le mani: il 100% dal campo dell'ex senese, che ne infila 12 a referto, non permette tuttavia ai reggiani di ridurre le distanze, con Milano che trova preziosissimi punti a rimbalzo in attacco con Macvan prima e McLean successivamente. Menetti indica la strada aggredendo i portatori di palla milanesi, ed anche se i frutti sono quelli sperati la sua squadra perde decisamente troppi palloni nella metà campo offensivo, precludendosi la rimonta. La gara scivola via con gli emiliani che riducono il gap nel finale, dopo che Milano ha staccato definitivamente la spina della concentrazione.

La sensazione, nonostante la serie sia soltanto agli albori, è che l'estrema fisicità, abbinata all'atletismo, della squadra di Repesa, possa fare la differenza quando i milanesi sono concentrati e presenti a loro stessi. Il destino, oltre al mero discorso del fattore campo, è nelle loro mani e solo loro possono perdere questo Scudetto, al netto delle imprese dei reggiani di Massimiliano Menetti, che sono costretti a muovere maggiormente la sfera in attacco se vogliono avere una maggiore speranza di opporre resistenza.

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