"Abbiamo giocato contro una squadra più forte di noi, ed hanno vinto meritatamente". Si apre così la conferenza stampa post-Supercoppa di Pino Sacripanti, head coach della Sidigas Avellino, pochi minuti dopo l'ultima sirena della finalissima persa contro l'Olimpia Milano.
E' un sacripanti deluso ma non troppo quello che si presenta ai microfoni, sicuramente non felice del risultato ma volenteroso di sfruttare la prestazione per guardare avanti già da domani.

"Bisogna prenderne atto, e mettere a frutto questa esperienza, questa è la cosa importante. Milano è quasi imbattibile, ma cercherò di trasmettere ai giocatori il concetto che si può partire da questa gara. per lavorare giorno dopo giorno, migliorare e ridurre il gap tra noi e loro".

Il canturino passa poi ad analizzare altri aspetti della gara, in particolare quello tecnico: "In certi momenti non eravamo organizzati, ma mi sembra logico. E' chiaro che ci sono tantissime difficoltà dal punto di vista tecnico: sulla carta abbiamo provato centinaia di cose, ma sul campo, soprattutto quando trovi una squadra così organizzata e così fisica, capace di cambiare da 1 a 5 sistematicamente, che non puoi attaccare spalle a canestro, ci sta che fai fatica. Sulla difesa sul pick 'n' roll dei due lunghi (che ha fatto parecchio male stasera, ndr) dobbiamo lavorarci, possiamo fare un passo avanti".

Dopodiché, Sacripanti ha sottolineato gli errori che hanno portato Milano avanti, nel primo tempo, col parziale di +10, permettendogli di indirizzare la Supercoppa verso la Lombardia: "All'interno dei novanta punti subiti ci sono alcune situazioni di ingenuità, inesperienza e poca conoscenza del gioco, se riusciamo a toglierle, credo che si possa fare un lavoro di avvicinamento al livello di una squadra come Milano. Siamo stati un po' ingenui, poco furbi e un po' poco cattivi nei primi venti minuti, dove quei dieci punti di svantaggio sono stati originati da tutte cose abbastanza banali, come le dieci palle perse. Quindi sono da attribuire a nostri demeriti. Per il resto, chiaramente, nell'arco dei quaranta minuti, credo che questa grande forza che ha Milano, sotto tutti gli aspetti, a partire da quello tecnico e della conoscenza del gioco, è stata veramente importante".

La speranza però non abbandona mai Avellino, forte di una stagione terminata in crescita e volenterosa di affermarsi tra le grandi della pallacanestro nostrana, cosa che il Coach non perde occasione di sottolineare: "Credo comunque che da noi si siano viste tante belle cose, perché i tre esterni nuovi si sono comunque battuti, in queste due giornate, con grande vigore. Hanno fatto vedere - magari non tutti insieme - tante belle cose. Aspettiamo di recuperare Fesenko, cerchiamo di metterci più nel giocare una pallacanestro congeniale alle nostre caratteristiche. Malgrado l'amarezza per essere arrivati in finale e non aver vinto la partita, credo che ci siamo battuti bene facendo vedere che vogliamo essere protagonisti in campionato. Ho visto una buona mentalità".

Infine, uno dei tanti giornalisti presenti in sala stampa ha posto l'attenzione sull'aria abbastanza abbattuta dell'allenatore ex-Pesaro e Juvecaserta, il quale tuttavia ha risposto in maniera piuttosto lucida: "Provo diversi sentimenti contrastanti, c'è un po' l'amarezza, quella che ho visto anche negli occhi dei miei ragazzi in certi momenti, quando le cose non ci venivano bene. Bisogna lavorare sulle piccole cose, e deve rimanerci addosso questa volontà di migliorarci, perché abbiamo margini di apprendimento molto alti".