Bilancio: 27 partite giocate, 19 vinte. Piazzamento: terzo posto in campionato, secondo nel girone di Champions League. Numeri alla mano, il giudizio sulla prima parte di stagione per la Sidigas Scandone Avellino non può che essere positivo. Reduce dalla semifinale playoff persa in 7 partite con Reggio Emilia e della finale di Coppa Italia lasciata a Milano, Avellino ripartiva con una squadra ampiamente rinnovata ma senza nascondere le proprie ambizioni.

Le statistiche - La Scandone ha segnato 80.7 punti di media in Italia, concedendone 74.7 agli avversari (74.7 - 69.3 in Europa). Ha tirato col 53.3% da 2, 39.6% da 3 e 69% ai liberi, raccogliendo 33.9 rimbalzi a partita. Le avversarie hanno invece tirato col 47.8% da 2, il 34.5% da 3 e hanno raccolto 31.9 rimbalzi.

Il cammino - Avellino ha vinto 5 delle prime 6 disputate, perdendo soltanto a Milano. Dopo il secondo stop (il primo interno del 2016) contro Reggio Emilia, sono arrivate 2 vittorie, poi 2 sconfitte (con Venezia in casa e a Cantù) e infine 4 successi consecutivi. Ottimo il rendimento in Europa, nonostante le 3 sconfitte casalinghe (con Strasburgo, Tenerife e Mornar).

La squadra - Gli addii di James Nunnally (18.4 punti di media in 40 partite, con oltre il 50% da 2 e il 40% da 3) e Ivan Buva (oltre 13 punti di media, 7 volte con almeno 20 punti messi a referto, 29 partite su 40 in doppia cifra con soli 20 minuti di utilizzo medio), sono stati compensati dalla conferma di Joe Ragland, divenuto il faro della squadra (dai 13 punti di media della passata stagione è passato agli oltre 18 dell'attuale) e dall'ingaggio di Fesenko, che con i suoi 216 centimetri ha dato nuove opzioni agli schemi offensivi di coach Sacripanti. Il cambio Cervi - Cusin garantisce invece solidità difensiva: l'ex canturino produce numeri meno evidenti del centro reggiano, ma il lavoro "sporco" svolto sotto le plance è stato più di una volta decisivo. Ragland è sempre andato in doppia cifra in campionato, in 6 occasioni ha realizzato almeno 20 punti e ha un high di 30. Il neo sono i minuti trascorsi sul parquet, oltre 30 di media in entrambe le competizioni, che si sono fatti sentire nelle ultime settimane, nelle quali l'ex Olimpia ha offerto le prestazioni meno convincenti.

Retin Obasohan, talento USA con passaporto belga - Foto IrpiniaNews
Retin Obasohan, talento USA con passaporto belga - Foto IrpiniaNews

Nuovi di zecca, anche per il nostro campionato, i tre esterni. Retin Obasohan, passaporto belga, si è messo in evidenza per le straordinarie doti atletiche (le sue schiacciate sono spesso nelle top ten settimanali sia in campionato che in coppa), ma finora non ha brillato per continuità e precisione (5.7 punti con meno del 20% da 3), andando in doppia cifra soltanto in due occasioni (19 punti contro Pistoia, 20 contro Cremona). Adonis Thomas ha invece alternato ottime prestazioni (9 volte in doppia cifra, 50% da 3) a gare disastrose (0 punti messi a segno nelle sconfitte con Venezia e Cantù). Entrambi 23enni, hanno ampi margini di miglioramento e il lavoro del coach su di loro porterà sicuramente benefici. Levi Randolph è dei tre quello che ha finora più convinto. Giocatore duttile, buon realizzatore (11 punti col 50% da 2 e il 40% da 3, 5 volte oltre quota 20 tra Italia ed Europa), atletismo eccelso, è destinato (è un '92) a una carriera europea di alto livello. Maarten Leunen è invece la dimostrazione di come a volte numeri e statistiche, anche nel basket, non spieghino tutto. Un lungo che gioca da americano e produce 7 punti e 3 rimbalzi di media farebbe storcere il naso, ma la sua intelligenza tattica, le sue triple nei momenti clou, la freddezza quando la palla scotta (vedi Caserta), i suoi assist lo rendono fondamentale nei meccanismi della Scandone.

Il fattore Green - Dicevamo di quanto i numeri dicano a volte poco. Ci sono invece altri casi in cui dicono tanto, se non tutto. Con Marques Green in campo, la Scandone ha un saldo positivo di 78 punti tra segnati e subiti. In questa speciale classifica, il secondo della squadra irpina (non considerando per l'utilizzo relativo Zerini) è Ragland con 54. Green è il leader riconosciuto della squadra, l'uomo di maggior carisma ed esperienza, quello a cui rivolgersi per togliere le castagne del fuoco. Le vittorie contro Caserta e quella incredibile con Trento portano la sua firma; i 27 punti con 7 triple nella sconfitta con Reggio Emilia testimoniano la sua voglia di vincere. Green quest'anno è diventato il terzo assistman di sempre del nostro campionato. Ad Avellino ha già vinto una Coppa Italia, disputato un'altra finale della stessa competizione e giocato due semifinali playoff.

A quasi 35 anni, prima di ricevere la cittadinanza onoraria di Avellino vuole vincere ancora.

Dove migliorare - Ragland non può reggere tutta la stagione giocando 30 minuti a partita. Visto che spesso è stato utilizzato insieme a Green, minuti importanti dovranno "rubarglieli" gli altri esterni. La crescita di Thomas e Obasohan sarà fondamentale nella seconda parte di stagione, così come la continuità di Randolph. Fesenko è un fattore in attacco, purtroppo con lui in campo spesso gli avversari banchettano sotto il canestro della Scandone. L'ucraino però ha dato ampi segnali di essere interessato a migliorare anche a 30 anni e con una carriera importante alle spalle (vedi percentuali ai liberi, dal 2/10 contro Reggio all'11/14 nelle ultime 3 gare).

Joe Ragland, play della Sidigas, sembra interrogarsi sulle possibilità future della sua squadra - Foto LaPresse

Le ultime due partite (la vittoria con Trento in overtime, l'inattesa sconfitta con Mornar) hanno mostrato una squadra stanca. La sosta arriva nel momento più opportuno, in vista di un 2017 che vedrà Avellino impegnata su 3 fronti con l'obiettivo di raccogliere tante soddisfazioni.