A febbraio, la stagione entra veramente nel vivo: prima del rush finale per i playoff, ci sono le Final Eight di Coppa Italia, che si terranno a Rimini. Ai blocchi di partenza, c’è la Reyer Venezia, alla quinta partecipazione negli ultimi sei anni, ma finora con solo delusioni, uscendo sempre al primo turno. Quest’anno, forti del secondo posto maturato al giro di boa, l’Umana fronteggerà la Leonessa Brescia, una delle sorprese di stagione, assieme alla Betaland Capo D’Orlando, guidata dall’ex Luca Vitali. Un’occasione da non perdere per i lagunari per poter aggiungere un prestigioso trofeo nel palmares, un po’ troppo povero per il blasone e la storia della squadra orogranata, che si è sempre fermata sul più bello nelle ultime annate, con due semifinali scudetto consecutive raggiunte, mancando, tuttavia, di un soffio la finale, e l’eliminazione in Supercoppa l’anno scorso.

Rispetto a qualche settimana fa, Venezia sta accusando un calo fisico e psicologico, per via di infortuni, che hanno decimato il reparto guardie, con Tonut indisponibile per la Coppa Italia, dopo l’intervento alla schiena, mentre Filloy è in dubbio, a causa di un ulteriore guaio fisico, rimediato in Champions League contro Ventspils. A loro due, si aggiunge Tyrus McGee, che sta stringendo i denti nonostante la bronchite acuta che si porta indietro da tempo. Il morale è quasi a terra per via delle tre sconfitte consecutive in campionato (quattro se consideriamo la trasferta lettone di Champions League), maturate nei secondi finali di gara, culminata dalla beffa casalinga contro Reggio Emilia, vincente di un punto sulla sirena, ad opera di De Nicolao. La stagione della Reyer si può definire ondivaga: un inizio stentato, con due sconfitte in campionato e difficoltà all’esordio di Champions, per poi iniziare a carburare: i veneti ottengono un filotto di dieci vittorie consecutive tra campionato e coppa, culminato con lo scalpo dell’Olimpia Milano, costringendola alla prima sconfitta in patria. Gli infortuni decimano il roster, il doppio impegno stagionale aumenta a dismisura il chilometraggio dei giocatori, sommati alle trasferte proibitive in Lettonia, Russia e Ucraina: questi gli ingredienti della crisi attuale Reyer, che si appresta a sbarcare a Rimini.

L’Umana targata Walter De Raffaele è stata costruita secondo le direttive precise del coach: giocatori atletici e dotati di un buon tiro da tre. Gli ingaggi di Haynes e McGee, uniti ai rinnovi di Ejim e Peric, vanno a nozze con il progetto del tecnico campano, di scuola livornese. L’arma principale dei veneti è il tiro da tre punti: con ventotto conclusioni dall’arco di media, sono la squadra che si affida di più alle conclusioni dalla lunga di tutta la serie A, mandando a bersaglio circa dieci bombe, con il 38.6% al tiro. Merito dell’alto livello dei numerosi tiratori a roster, potendo contare su McGee, Bramos, Ejim, Filloy e Peric, senza dimenticare di Viggiano e Ress, due specialisti dalla panchina. Il gioco rapido esalta le doti atletiche di Ejim, il jolly della squadra, grazie alla sua versatilità, che si è rivelato il secondo scorer della squadra e miglior rimbalzista. Chi può fare la differenza, è l’ala croata Hrvoje Peric: il giocatore più tecnico del roster e particolarmente atipico, a suo agio in tre ruoli diversi e in grado di fare il bottino pieno sia dal pitturato, che dal perimetro. Peric è chiamato a consacrarsi, portandosi ai livelli di due stagioni fa, quando era in lizza per l’MVP stagionale, e riscattare la negativa stagione passata, fermo diversi mesi per un infortunio alla mano.

Le Final Eight possono essere una grossa chance per chi deve riscattarsi dopo un girone d’andata sotto le aspettative: è il caso di Marquez Haynes, chiamato a dirigere la squadra, ma fin troppo discontinuo, alternando ottime prestazioni a partite insufficienti. Una combo guard con tiro da tre e rapidità d’esecuzione, ma in difficoltà quando deve sfamare le bocche di fuoco presenti sul perimetro. La formula su gare secche potrebbe permettere ad Haynes di rilanciarsi e non potrebbe essere così improbabile assistere ad una prestazione come l’ultima sfida contro Reggio Emilia, dove era risultato l’MVP dei suoi. Bocciato su tutta la linea il suo partner in crime, il pivot americano Jamelle Hagins: fin dall’inizio della stagione, Venezia ha sempre sofferto i lunghi avversari e il centro ha dato l’immagine di essere un pesce fuor d’acqua nei giochi offensivi, palesando le difficoltà in post basso e addirittura negli schemi, accumulando numerosi falli per i blocchi in movimento. Non è un caso, se, dopo un lungo corteggiamento, dopo le Final Eight, approderà al Taliercio l’ex Olimpia Esteban Batista, che darebbe più garanzie nel pitturato.

L’errore da non fare in questo weekend, per i lagunari, è quello di non sottovalutare Brescia, la prima avversaria: nelle passate edizioni, la Reyer, pur con il favore del pronostico, ha fallito sempre il primo appuntamento in Coppa Italia. L’entusiasmo della Leonessa e Luca Vitali, autore di una stagione stellare, possono fare male a Venezia. Tuttavia i veneti presentano un roster, seppur non al completo, più profondo e sicuramente più competitivo dei lombardi. L’obiettivo difensivo è quello di limitare al massimo Vitali senior, la principale fonte di gioco bresciano, e di incassare il meno possibile da Burns, che potrebbe trovare vita facile sotto il canestro, visto il rendimento di Hagins. Per quanto concerne l’attacco, Venezia, verosimilmente, giocherà su ritmi elevatissimi, affidandosi alle transizioni e al tiro dalla distanza. In caso di vittoria, ad attenderli, ci sarà la vincente tra Sassari e Avellino. Venerdì sera alle 20.45 la sfida contro Brescia, in diretta su Raisport1 e Raisport HD.