"AAA cercasi, continuità reale e struttura vincente", canterebbe Francesco Gabbani guardando al lotto di squadre che provano, invano almeno ad oggi, ad insidiare la consolidata leadership della Milano dei canestri targata Jasmin Repesa. Il campionato di Serie A di Basket sembra, ancora una volta, davanti al solito annoso problema che da anni caratterizza il finale di stagione: una volta che si entra nel rettilineo finale, quando il gioco inizia a farsi più duro, ci si contende soltanto il secondo posto.

Tra le tantissime litiganti, c'è ovviamente il terzo incomodo che gode in solitaria. Se da una parte c'è chi fa un campionato a parte, l'Olimpia Milano, forte di una oramai consolidata struttura tecnica e di una rosa di qualità oggettivamente superiore agli altri, in fuga oramai da tempo e con un vantaggio a dir poco ragguardevole, dall'altra c'è un gruppo di squadre che, chi per un motivo, chi per un altro, stenta a trovare la quadra del cerchio, lasciando per la strada punti e facilitando il compito di chi guida il plotone. 

Ultima dimostrazione ne è stata, in ordine rigorosamente cronologico, la sfida del PalaSerradimigni, dove una Dinamo Sassari caricata a palla per l'occasione - che sembrava quella giusta per fermare i milanesi - non è riuscita a frenare l'onda d'urto di Sanders e compagni nel primo tempo, senza riuscire a far vacillare le certezze milanesi una volta in controllo della sfida. Nelle pieghe della partita, tuttavia, ancora una volta quella frenesia e poca consistenza che quasi sempre, così come in finale di Coppa Italia, non ha permesso alle inseguitrici di rappresentare una reale e continua minaccia alle spalle dei meneghini, all'interno della stessa partita così come del campionato ad ampio raggio. 

Obasohan vola a canestro contro Needham - Foto Legabasket.it
Obasohan vola a canestro contro Needham - Foto Legabasket

Problemi atavici che sembrano riproporsi nel momento del bisogno, e che ritroviamo sia in casa Grissin Bon Reggio Emilia, che in quella della Sidigas Avellino. Nell'anticipo, a dir poco rovente, di mezzogiorno, le due contendenti al ruolo di outsider - assieme alla Reyer Venezia - del campionato hanno dato sì vita ad una battaglia serratissima e bella da vedere, ma che ha anche messo a nudo le tantissime lacune, strutturali e non solo, delle formazioni a disposizione di Massimiliano Menetti e di Pino Sacripanti. Se Atene piange, Sparta di certo non può ridere, voltando lo sguardo alla miriade di infortuni che hanno falcidiato i roster di due delle più serie candidate a mettere i bastoni tra le ruote ai meneghini del tecnico croato, minando gerarchie alle quali in corso d'opera le due dirigenze hanno dovuto provare a porre rimedio.

In Irpinia, dopo l'arrivo di Logan che ha sì sconquassato ritmi ed equilibri dentro e fuori dal campo ma anche messo a posto le mancanze numeriche laddove maggiormente si necessitava (sul perimetro), si attende il ritorno a pieno regime di Ragland e Cusin, fondamentali nelle rotazioni di coach Sacripanti ma non solo: il lungo ex Cremona è prossimo al rientro e rappresenterà un fattore decisivo soprattutto nel dare il cambio ad uno stoico Kyrylo Fesenko, cresciuto a dismisura nelle ultime settimane; chi tuttavia è chiamato a far fare, in coppia con Logan, il salto di qualità ad Avellino, è il play ex Milano, che sta pagando più del previsto l'infortunio ed i continui fastidi alla spalla. A due mesi di distanza dai playoff, questi sembrano essere - contestualmente all'inserimento della guardia sassarese negli schemi - i maggiori tarli per i campani. Verranno risolti in tempo? 

Filloy, splendido nel successo in casa di Pistoia con 20 punti e 4/6 da oltre l'arco - Foto Legabasket.
Filloy, splendido nel successo in casa di Pistoia con 20 punti e 4/6 da oltre l'arco - Foto Legabasket

Al pari di Avellino, quantomeno in termini di classifica, ma un gradino più in alto per le recenti prestazioni offerte e per stato di forma attuale, la Reyer Venezia. La squadra di De Raffaele è quella che, in questo momento, sembra più vicina, per qualità e lunghezza del roster, all'Olimpia Milano. Inoltre, per caratteristiche prettamente fisiche oltre che tecniche, la truppa veneziana rappresenta, oggi come anche nell'ultimo anno solare, la più solida realtà che può infastidire - anche sulla serie lunga - il dominio incontrastato dei meneghini. La Reyer sembra, dopo aver stravolto il gruppo nella seconda metà di stagione scorsa ed anche questa estate, aver trovato finalmente la quadra del cerchio e, nelle ultime settimane, anche una discreta continuità di risultati, fin troppo altalenanti a cavallo delle feste natalizie. Haynes, McGee e compagni hanno, anche dopo averlo confermato ad Avellino prima e a Pistoia successivamente (due campi tutt'altro che facili da espungnare), finalmente trovato il bandolo della matassa anche lontano dal Taliercio, passo fondamentale e forse decisivo per poter diventare competitiva anche al termine della regular season. Gli innesti di Batista e Stone daranno ulteriori opzioni all'arco di De Raffaele. Basterà tutto questo per strappare il titolo a Milano? 

Alle spalle del terzetto di testa, Reggio sembra ancora alle prese con più dubbi che certezze legate alle prestazioni di chi, come Reynolds e Williams stenta a dare un contributo maggiormente decisivo alla causa. Le rotazioni a disposizione di Menetti sono ancora troppo corte per permettere agli emiliani di essere al passo con le altre e la situazione, al netto delle qualità di una squadra che resta di assoluto valore, non sembra rosea per il prosieguo della stagione. A Sassari, invece, Pasquini cerca equilibrio tra le tantissime partite da giocare - la Champions League sullo sfondo con la sfida al Monaco - e l'innesto di Lighty, che così come quelli di Bell e Lawal ha sì dato nuova linfa ed entusiasmo alla truppa sarda di Pasquini, ma desta ancora qualche perplessità di troppo per mancanza di coesione e solidità nelle fasi concitate delle partite nelle due metà campo. 

Iannuzzi a canestro nella clamorosa rimonta dell'Orlandina a Cremona - Foto Legabasket
Iannuzzi a canestro nella clamorosa rimonta dell'Orlandina a Cremona - Foto Legabasket

Dulcis in fundo, da non sottovalutare affatto soprattutto per l'entusiasmo che portano in campo ad ogni singola gara, la Dolomiti Energia Trento e la Betaland Capo d'Orlando, assolute sorprese di stagione, seppur molto differenti tra di loro. Se per i primi è più giusto parlare di piacevolissima conferma, con Buscaglia che ha mantenuto intatti i principi cardine del suo basket attorno al quale ha costruito una squadra non fortissima tecnicamente ma molto solida e spesso razionale, per l'Orlandina ciò che sembra aver fatto la differenza nella scalata verso i playoff sono l'eccitazione e l'esaltazione per le imprese che ogni domenica Diener e compagni riescono a fare, coagulando sempre più il gruppo. Difficile guardare a queste due formazioni come reali contender di Milano per il titolo, ma nulla è precluso, soprattutto quando gli obiettivi saranno ampiamente raggiunti e si scenderà in campo con pochissime pressioni sulle spalle, alle due formazioni. Il cuore, oltre il fatidico ostacolo, ci è già andato abbondantemente: ora, dove potrà condurre?