I giorni che seguono una pesante sconfitta sono sempre i più difficili: vale così anche per Milano dopo l'umiliante ko contro Cantù ( 105-87) nei quarti di Finale di Coppa Italia, squadra capace di incassare dopo 20′ ben 57 punti. Dopo l'eliminazione di Venezia ed Avellino anche la detentrice del trofeo e vincitrice delle ultime due edizioni ha salutato la competizione.

Prima di tutto bisogna fare i complimenti alla squadra di Coach Sodini che non ha mai mollato nonostante gli infortuni di Culpepper e Crosariol prima dell'inizio del torneo. Cantù ha giocato una ottima pallacanestro per tutti i 40 minuti,  ai limiti della perfezione viene da dire, guidata da Smith, 23 punti in tutto, ben assistito da Charles Thomas e da chi non ti aspetti, ovvero  Maspero e Parrillo. 

Male, malissimo invece Milano che ha giocato una partita opaca facendo sì che Cantù la surclassasse in difesa (lacune e limiti difensivi ai limiti dell’imbarazzante per tutto il match, 105 punti non si erano mai visti nelle Final Eight ndr), in attacco (percentuali pessime) e caratterialmente. Male anche Pianigiani, soprattutto nell'aver lasciato fuori Tarczewski al posto dell’impresentabile Jerrells, ma in generale sono tante le scelte dubbiose che la panchina ha preso in questa prima parte di stagione. Ma, concentrandosi solo sulla partita in esame, l'idea dello staff biancorosso era di inseguire i quintetti piccoli di Cantù, ma forse era meglio puntare sulla fisicità dei lunghi milanesi (con lo stesso Tarczewski, Gudaitis e Cusin) mettendo così a nudo i punti deboli dei brianzoli. 

Come accade da qualche mese a questa parte, l'EA7 ha approcciato male la sfida, ma questa volta non è riuscita a recuperare. E' mancata la personalità: nessun giocatore è riuscito a reagire prima del tracollo. I biancorossi sembravano un'accozzaglia di uomini messa in campo a caso. L'unico che si è salvato è stato Jordan Theodore, per il resto il nulla totale.

LIVIO PROLI DIFENDE PIANIGIANI E..

Tramite la Gazzetta dello Sport, Livio Proli ha voluto dire la sua in merito al pesante Ko, parole che non piaceranno ai tifosi visto che ha ripetuto lo stesso copione di tutte le sconfitte delle scarpette rosse: "L’allenatore non si tocca. Ho visto come ha preparato la partita in questi due giorni e non è stato fatto nulla di quello che ha detto. Di certo scontiamo l’incapacità di gestire la pressione, ma è inaccettabile che giocatori con esperienza e stipendi come i nostri non producano la benché minima reazione. Non abbiamo mia attaccato la spina subendo in tutti e quattro i quarti. Ho visto una squadra senz’anima che ha tradito società, città e tifosi. Ci dobbiamo vergognare. Io per primo, ma anche loro. Devono chiedere scusa a tutti i tifosi e al signor Armani. Ripeto. Con gli stipendi che percepiscono una tale mancanza di personalità è intollerabile".

Pesa e peserà come un macigno questa eliminazione per l'Olimpia. Milano però ripartirà da Pianigiani, che l'estate scorsa ha firmato un contratto triennale e gode della fiducia della dirigenza. L'obiettivo della società meneghina ad inizio stagione era chiaro: vincere in Italia e fare bene in Europa, ma per il momento l'Olimpia non ha centrato nessuno degli obiettivi (a parte la Supercoppa di settembre ndr). Forse c'è da chiedersi il perchè e fare il mea culpa.