Due squadre con un disperato bisogno di vincere. Due squadre che non si aspettavano un inizio di stagione così. Da una parte i Knicks, alle prese con una delle peggiori season del loro recente passato, e dall'altra i Bulls, MVP della sfortuna, martoriati dagli infortuni dei loro top players. A farne le spese il tasso tecnico, non una partita certamente spettacolare e ad alto punteggio che però sa regalare emozioni nel finale. La spunta New York e questa vittoria è come un gigante bicchier d'acqua nel deserto, anche se sul 6-15 in classifica c'è poco da stare allegri. Partono lente entrambe le squadre con un primo quarto da 17-15 Chicago che fa presupporre che la partita sarà giocata su livelli bassi. Ma New York improvvisamente pigia sull'acceleratore e grazie a un Melo in palla spacca in due il match piazzando un 19-0 di parziale che i Bulls riusciranno solo a ricucire negli ultimi 2.40 della partita. A dare una mano al solito Anthony un Amar'è Stoudamire ritrovato che, partendo dalla panchina ne mette 14. I Bulls fanno quello che possono e si affidano a Mike Dunleavy (20 punti) e insieme a Noah riescono a farsi sotto fino al pareggio quando sul cronomertro ci sono poco più di due minuti da giocare. New York cerca di non perdere la concentrazione ed è proprio un jumper di Stoudamire dalla media a riportare in vantaggio i Knicks. Sul ribaltamento di fronte prima Heinrich e poi Dunleavy pasticciano e non riescono a impattare di nuovo la partita. Comincia la girandola di falli tattici e la lunetta sorride a New York che fissa il punteggio sul 83 a 78 finale. Partita incolore del nostro Andrea Bargnani. Solo 8 punti per il Mago che nelle ultime partite invece aveva entusiasmato gli esigenti spettatori del Madison.

“Questa vittoria l'abbiamo inseguita, siamo stati determinati ad andare là fuori e portare a casa una vittoria stasera. Abbiamo la tendenza a giocare più duramente contro squadre che rispettiamo”. Queste le parole di Amar'è a fine partita. I problemi fisici che hanno minato in queste ultime stagioni l'ex ala di Phoenix sono noti. Una bella risposta a chi lo ha recentemente criticato dandolo per un giocatore finito. Certo non ci si può aspettare che Stout ritorni quello di qualche anno fa, età e gravi problemi alla schiena ne hanno minato la carriera, ma può essere un'arma efficace se il coach lo sa gestire dandogli meno minuti ma di qualità. Il problema, più volte analizzato e sviscerato dai sempre taglienti media della Grande Mela, rimane il suo enorme contratto. New York paga Stoudamire tantissimo, forse troppo per un giocatore che ha dato il meglio di sé già da parecchie stagioni e che gioca non più di 20-25 minuti a partita. A far da contraltare a Stoudamire c'è Carmelo Anthony. Anch'egli non è stato risparmiato dai giornalisti newyorchesi ed è comprensibile, perchè quando hai un giocatore da 25 punti a partita e la tua squadra è terz'ultima a Est qualcosa non va. A Melo vengono mosse le solite critiche di essere un mangiapalloni, di tentare troppi tiri e pochi assist. Di non essere un vero leader. I 30 punti di ieri sono però un segno di consistenza. 9/21 dal campo, 4 assist, 10 rimbalzi. Non è stato egoista, ha gestito bene la palla e New York ha vinto. Purtroppo succede spesso che Melo si intestardisca e cerchi la giocata personale troppe volte. Se riuscisse a essere sempre concentrato come ieri sera per New York sarebbe positivo.

Brutta notizia per i Knicks infine; Iman Schumpert è stato costretto ad abbandonare la partita dopo un duro colpo ricevuto al ginocchio. Ancora non chiare le sue condizioni ma certo che, dopo l'infortunio di Felton out a tempo indefinito, può essere una tegola sulla testa di Melo e compagni. Schumpert è un grande difensore, fondamentale per il gioco di New York e non facile da sostituire. Ad attendere New York nei prossimi giorni nell'ordine Boston, Atlanta e Washington mentre i Bulls se la vedranno con Milwakee, Toronto e Orlando.