Atlanta 86 – Brooklyn 91

Millsap 16, Teague 16, Johnson 23, Teletovic 16

Una poco consistente Atlanta permette a Brooklyn di vincere la terza di fila e dare un po' di morale ad una squadra partita per vincere e che inceve ha dovuto fare i conti con una prima parte di stagione disastrosa. Non comincia bene la squadra di Kidd; nei primi due quarti il gioco langue e nel secondo quarto i Nets segnano solo 19 punti, ma nel terzo quarto guidati da Joe Johnson e Mirza Teletovic, trovano un ottimo ritmo in attacco e spezzano la difesa degli Hawks. Nonostante l'assenza di Deron Williams alle prese coi soliti problemi alla caviglia, i Nets dimostrano un buon carattere e una difesa che, quando decide di girare, può mettere in difficoltà chiunque. Chiedere a Jeff Teague che perde ben sette palloni e va completamente in tilt. Ed è proprio la difesa che deve diventare la chiave di Brooklyn. I Nets infatti sono 9 – 0 quando tengono gli avversari sotto i 95 punti. Vedremo se questa ricetta funziona anche nelle tre difficili partite che attendono i Nets rispettivamente contro Golden State, Miami e Toronto.

Orlando 81 – L.A. Clippers 101

Harkless 22, Oladipo 22, Collison 21+ 7 ass, Jordan 14+17 rim

Tutto facile allo Staples Center per i Clippers anche senza l'infortunato Chris Paul. Darren Collison sosituisce egregiamente CP3, Jordan domina nel pitturato e la pratica Orlando è sbrigata. A fine partita a chi gli chiedeva come si è sentito nel ruolo di titolare Collison con molta modestia ha risposto: “Ho solo giocato la mia partita, non puoi essere Chris Paul, devi solo giocare al meglio che puoi e fare la tua partita”. Collison conosce bene Paul avendolo avuto come compagno già ai tempi di New Orleans e la chimica tra loro è sempre stata perfetta. Darren ha giocato al posto di Paul ben 39 volte e le sue medie sono di 18.8 punti e 8.8 assists a partita. Un gran bel plus per Los Angeles che probabilmente ha il miglior play di riserva di tutta la Nba. Buio totale invece in casa Magic, a parte il solito Oladipo sempre più in odore di rookie of the year award. Orlando non riesce mai a entrare in partita e soprattutto in area subisce tantissimo dalla coppia Griffin – Jordan. Pessime percentuali per i Magic dalla linea della carità. Quando tiri i liberi con il 66% difficilmente porti a casa una vittoria.

Minnesota 126 – Philadelphia 95

Love 26, Pekovic 16+14 rim, Young 20, Anderson 14

Partita a senso unico al Wells Fargo Center con il solito Love versione MVP che sciorina lezioni di basket ai presenti. Gioca bene tutta Minnesota, con ben sette giocatori in doppia cifra . “Una vittoria molto solida. Siamo scesi in campo con le idee chiare , abbiamo fatto un bel lavoro in difesa, abbiamo tirato e passato bene” dice Rick Adelman coach dei Wolves a fine gara. Impressionanti come sempre quest'anno i numeri di Love: 7/12 al tiro 4 triple e 8/10 ai liberi; qualcuno lo accosta sempre di più a Larry Bird, senza fare paragoni scomodi, ci viene da dire che è sicuramente il miglior bianco in circolazione dai tempi di Dirk Nowitzki. La partita non ha storia, Minnesota segna più di trenta punti nei primi tre quarti e molla un po' l'acceleratore solo nell'ultima frazione quando ormai i giochi sono fatti. Phila fa quel che può ma Minnesota tira meglio da tre e ai liberi. I Sixers poi fanno una fatica tremenda a difendere sul perimetro e contro i Wolves dei vari Love, Martin e Brewer, tutti grandi tiratori, sono cose che paghi caro. Fischi e mormorii a fine partita dall'esigente pubblico di Phila nonostante la squadra venisse da una striscia di quattro vittorie consecutive. I Sixers sono ora 12 – 22 e navigano in fondo alla Eastern. La squadra è giovane e promettente e con qualche aggiustamento potrà sicuramente fare meglio in futuro.

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About the author
Andrea Cereda
Appassionato da sempre di sport americani (football e basket NBA in particolare) e di tutto ciò che ruota attorno all'american way of life, un amore profondo per i nativi americani e per il cinema e letteratura americana, in particolare le follie tarantiniane e le atmosfere surreali ma profonde di Bukowski e Hunter S. Thompson,