La stagione 2014/2015 è stata senza dubbio quella che ha portato definitivamente alla ribalta Draymond Green, ala dei Golden State Warriors che già l'anno scorso aveva attirato l'attenzione di molti nella serie di Playoffs persa contro i Clippers. In quell'occasione infatti, complice l'infortunio di David Lee, l'allora coach dei Warriors Mark Jackson lo schierò in quintetto e gli diede un minutaggio molto elevato, che l'ala di Michigan State dimostrò di meritare pur avendo ovviamente margini di miglioramento. Ed è stato un altro infortunio, ancora di Lee, a spianare la strada verso il posto nello starting five a Draymond Green nella stagione appena terminata. La squadra di Steve Kerr con Green in quintetto ha iniziato la regular season vincendo 22 delle prime 25 partite, ha ottenuto il miglior record della lega e ha portato a casa il titolo, con il giocatore selezionato con la 35a scelta nel draft del 2012 che ne è uno dei principali artefici.

Si parla di lui sicuramente meno di altri compagni come Steph Curry o Klay Thompson, ma la mera presenza di Green in campo cambia totalmente il volto di Golden State perchè permette a coach Kerr di avere a disposizione un vero e proprio coltellino svizzero, capace di fare tante cose utili per la squadra in entrambe le metà campo.

ATTACCO

La prima differenza che viene in mente se si pensa a due giocatori come Green e Lee è sicuramente la capacità del primo di giocare sul perimetro, in modo tale da aprire il campo rendendo più difficile la vita per la difesa, in quanto ogni difensore deve coprire una distanza sicuramente maggiore per andare in aiuto. Questo è vero quando Green gioca da 4, e lo è ancor di più quando - come successo da gara 4 delle Finals in poi - viene schierato addirittura da centro. Per ottenere in concreto quest'effetto un giocatore deve innanzitutto dimostare di poter segnare i tiri da fuori (al fine appunto di costringere il proprio difensore a seguirlo anche lontano dal canestro, lasciando così l'area più libera), ma nel basket moderno è sempre più importante anche la capacità di attaccare in palleggio il difensore in recupero e di effettuare le giuste letture.

Nelle due clip di seguito Green punisce la difesa di Chicago per aver concentrato le proprie attenzioni su Livingston (nella prima) e su Thompson (nella seconda), segnando esattamente il tipo di tiri che è chiamato a mettere per evitare che la difesa intasi l'area sulle penetrazioni dei compagni.

Non solo tiri da 3 però. Abbiamo parlato infatti anche di letture da eseguire quando non è immediatamente disponibile un tiro, e allora andiamo a vederne qualcuna.

Nel primo video, tutto nasce dal pick&roll Curry - Green e dalla scelta di Cleveland di raddoppiare l'mvp della regular season.

Curry riesce a far uscire la palla dal raddoppio e al resto ci pensa Draymond Green, che sa che l'uomo di Iguodala ha dovuto ruotare su di lui e che di conseguenza il compagno è libero in angolo. Scarico e tripla a bersaglio.

In quest'altra situazione, sempre originata dal raddoppio su Curry, Green attacca il ferro e legge le rotazioni difensive (James aiuterà sulla penetrazione, Jones deve impedire uno scarico comodo per Livingston in area e JR Smith ha il compito di non staccarsi mai da Thompson). Il risultato è che saggiamente non forza un tiro contestato da sotto ma pesca ancora Iguodala tutto solo per la tripla.

Anche qui, infine, stessa cosa: invece di tentare un tiro al ferro contro due avversari, legge bene il campo e trova Iguodala per la tripla dall'angolo:

Il cosiddetto floater è un tiro che può tornare molto utile in situazioni come quelle che potete osservare nelle prossime due clip, dove Green fa ancora la cosa giusta non andandosi ad infrangere contro il difensore che lo sta aspettando:

DIFESA

Passando ora a parlare del contributo di Green nella metà campo difensiva, le parole di Steve Kerr riassumono perfettamente la situazione: «È l'elemento chiave per la nostra difesa, perchè giocando da ala grande è spesso coinvolto in situazioni di pick&roll. E dato che è sufficientemente rapido e attivo difensivamente per poter marcare anche i playmaker in situazioni di cambio, ci permette di annullare molte delle prime opzioni dell'attacco avversario. E quando questo succede e i 24 secondi stanno per scadere, noi poi riusciamo a tenere gli 1contro1 e a forzare tiri difficili.»

Allora andiamo proprio a guardare i vari modi in cui Green dà un'enorme mano alla squadra in difesa, al punto da arrivare secondo nella votazione per il 2015 Defensive Player of the Year. Qui vediamo come sul cambio deve difendere contro Harden, uno dei migliori al mondo in 1contro1, ma riesce comunque a non farsi mai attaccare e a restargli sempre davanti costringendolo ad un tiro da 3 che va anche parzialmente a stoppare:

Nei prossimi video invece andiamo a vedere tre situazioni in cui Green sceglie perfettamente il tempo di aiuto. Nel primo caso per andare a contestare il layup di Lebron James (che infatti sbaglia):

Nel secondo va a stoppare Shumpert impedendo 2 punti sicuri dopo che la guardia di Cleveland aveva avuto una ricezione profonda:

E qua poi arriva di nuovo dal lato debole per stoppare Valanciunas, dopo che il pivot dei Raptors era riuscito a liberarsi del raddoppio portato da Curry:

È sorprendente, considerando che senza scarpe è scarsi 2 metri, come spesso riesca a non andare sotto fisicamente quando si trova a dover difendere in post basso su giocatori molto più fisici, come Marc Gasol e Valanciunas, che nei due filmati qui sotto non riescono a guadagnare una posizione migliore per il tiro.

Dall'anno prossimo inizierà il suo nuovo contratto firmato quest'estate, un quinquennale da poco più di 16M all'anno (cifre totalmente diverse dai poco più di 900.000 che ha percepito quest'anno), e ovviamente le aspettative sul numero 23 dei Warriors saranno ancora maggiori. Ma se c'è una cosa che Green ha messo in chiaro nei suoi quattro anni al college e nei tre in Nba è che non ha paura di niente.

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